L’internazionalizzazione è un fenomeno che attraversa tutto il tessuto imprenditoriale, l’evoluzione tecnologica fa sì che il mercato di sbocco di un’impresa sia tutto il mondo. Questo comporta delle conseguenze, ad esempio un’impresa può trovarsi ad esigere dei crediti da clienti esteri e non riuscire a riscuoterli, andando a creare una serie di problemi dal punto di vista dell’attivo e dei flussi di cassa.
Per tale ragione, esistono degli operatori nel campo del recupero crediti che operano con affidabilità anche sui mercati internazionali in un settore sicuramente delicato e che va ad impattare con sistemi economici differenti ed ordinamenti giuridici differenti da paese a paese.
Uno di questi operatori è sicuramente Sir (Solutions Intelligence Recovery) Group Srl, realtà che ha sede nel bresciano, con professionisti di esperienza ultratrentennale in questo settore e con oltre 40.000 clienti sparsi nelle 200 sedi in tutto il mondo.
“Come gruppo ci strutturiamo nel 2012”, spiega Daniele Rosso, Credit Analyst di Sir Group, “per occuparci prevalentemente del settore auto motive, ossia lavorare per conto delle finanziarie legate ai grossi marchi, con lo scopo di recuperare i ratei di acquisto non pagati da chi usufruiva di servizi di leasing, noleggio a lungo termine o finanziamento, ed in ultima analisi recuperare anche il veicolo (inteso come autoveicolo o veicolo industriale) oggetto del servizio. Negli anni poi, quando ho iniziato a collaborare con il gruppo, dopo aver lavorato per oltre 20 anni in Dun & Bradstreet, la prima società internazionale di gestione del rischio ad essere quotata a Wall Street, potendo contare su una rete di relazioni che avevo sviluppato in tutto il mondo, il gruppo ha iniziato a diversificare la sua offerta, andando ad occuparsi proprio di recupero crediti per aziende italiane che fatturano all’estero, business in cui siamo stati i first mover in Italia. Grazie a questa rete di relazioni possiamo esercitare efficacemente la nostra attività in tutto il mondo, dall’Asia all’Africa al Sudamerica, instaurando relazioni spesso anche con i governi locali, perché le imprese italiane che investono all’estero di solito vanno ad operare creando joint venture con imprese del luogo che ricevono fidejussioni da parte dei governi locali, abbiamo contatti immediati e diretti, e questo risulta un fattore determinante per il successo della nostra attività. Ad esempio riusciamo a lavorare efficacemente in paesi come l’Egitto e l’Etiopia. In contesti come questi recitano più attori, non c’è una fattura diretta, e spesso in questi contesti rientrano anche i governi. Un sistema di relazioni consolidato può innanzitutto ottenere informazioni in posti dove può essere difficilissimo se non impossibile ottenerle, e da qui si può avere un esito positivo del processo di recupero”.