Decreto salva-casa, gli Architetti: ristrutturazione indispensabile per rigenerazione, no a blocchi

La questione Milano ancora al centro, ma con la consapevolezza che sia un tema che riguarda la rigenerazione di tutte le altre città. Gli architetti milanesi scrivono alle forze politiche in vista della discussione/approvazione degli emendamenti sul Salva Casa: il loro grido d’allarme in una lettera ai parlamentari con l’intento di fare chiarezza sulla normativa urbanistica che ha bloccato la città di Milano.

L’invito da parte dei professionisti si fonda su due principi:

  • non sia una sanatoria del passato avendo agito sempre nel perfetto rispetto della legislazione nazionale, regionale e comunale vigente;
  • sia un intervento normativo di interpretazione autentica.

I punti da chiarire, con precisione sono:

  • sul tema dei 25 metri di altezza e dei 3 mc/mq, così come proposto da Anci non si applica in caso di interventi edilizi in ambiti del centro abitato già adeguatamente urbanizzati. In secondo luogo, la stessa norma non si applica laddove, per effetto della riforma del Titolo V della Costituzione, le Regioni abbiano esercitato la potestà legislativa in materia di governo del territorio dettando regole autonome;
  • sul tema della ristrutturazione edilizia, questione all’attenzione delle indagini da parte della procura milanese, si precisa che le disposizioni oggi vigenti stabiliscono che “sono ricompresi nella definizione di ristrutturazione edilizia anche gli interventi di demolizione e ricostruzione con cambio di sagoma, sedime, prospetti, soluzioni planivolumetriche e tipologiche”. Non si comprende come la norma possa prestarsi a letture diverse da quelle che negli ultimi anni sono state sempre pacificamente accettate ed utilizzate in tutta Italia, non solo a Milano.

«Soluzioni legislative diverse da quelle che hanno portato alla trasformazione, rigenerazione e crescita della città di Milano – dichiara Federico Aldini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano – sarebbero una sconfessione di un percorso giuridico consolidatosi da oltre dieci anni, che come ordine professionale non possiamo in alcun modo accettare poiché getterà l’intero Paese nella paralisi più totale e determinerà gravissimi danni in primis alle categorie professionali da sempre in prima linea su questi temi, ma anche all’economia e allo sviluppo del Paese, sia in termini di fuga all’estero di miliardi di euro di investimenti, sia in termini di disgregazione della lunghissima filiera dell’edilizia e quindi anche con gravi ricadute occupazionali. È bene quindi che chi oggi si accinge a prendere decisioni così importanti sappia e sia consapevole delle responsabilità che si assume e valuti questo nostro grido d’allarme con la dovuta attenzione».

240705 Decreto Salva Casa emendamenti aspetti urbanistici Lettera OAMi