“Enzo Biagi e Piero Angela non erano laureati. Così come non laureato è anche Enrico Mentana. Tutti grandi, importanti e brillanti giornalisti italiani”.
Parte da questa considerazione il Movimento Liberi Giornalisti (MLG) – componente della categoria rappresentata alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, all’Associazione Lombarda dei Giornalisti e all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia – in un’editoriale sul giornale online ‘La Voce dei Giornalisti’, per prendere le distanze dalla ventilata decisione dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti di consentire l’accesso alla professione ai soli laureati.
“Come dire che, senza laurea, il nostro lavoro non si possa praticare. Per carità – scrive il MLG – non si vogliono sminuire i colleghi che conseguono una laurea. Anzi, studiare e apprendere è sempre un fatto positivo. Il nostro, però, è un mestiere che si impara ogni giorno, un passo alla volta. Certe nozioni si acquisiscono sul campo”.
“Evidentemente – prosegue il MLG – non la pensa così l’attuale Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, presieduto da Carlo Bartoli, che si ostina a voler modificare l’accesso alla professione. Una strana idea che vorrebbe imporre il conseguimento della laurea per diventare giornalista. Non si dimentichi, poi, la legge Gonella del 1963, istitutiva dell’Ordine, che non menziona la necessità di una laurea, ma ritiene sufficiente la licenza di scuola superiore per praticare l’attività giornalistica”.
Il MLG chiede all’Ordine e agli addetti ai lavori di “smetterla di porre in essere tentativi per modificare, in peggio, la professione e tornare a un giornalismo che rispetti le vecchie regole di scrittura, partendo dalla principale, quella delle ‘5W’: chi, che cosa, dove, quando e perché. Sulla strada tracciata dai grandi maestri di un tempo”.