a cura dell’Avv. David Paparoni
Gli avvocati milanesi saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine; si voterà nei giorni 7, 8 e 9 febbraio 2023, dalle ore 8.30 alle ore 15.30.
Abbiamo incontrato l’avv. Antonino La Lumia, candidato Presidente della lista Fare Avvocatura.
Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Milano, ha una significativa esperienza associativa, come Presidente del Movimento Forense, associazione riconosciuta dal CNF. Il suo costante impegno nelle istituzioni forensi è anche nazionale:è Delegato del Foro di Milano al Congresso Nazionale Forense ed è stato eletto, nell’ottobre 2022,Tesoriere dell’Organismo Congressuale Forense, l’organo politico di vertice dell’Avvocatura italiana.
Avvocato La Lumia, quali sono la visione e i punti essenziali del programma di Fare Avvocatura?
Le relazioni sull’amministrazione della Giustizia presentate, in tutta Italia, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, hanno restituito un risultato non proprio confortante, sia in termini di (dis)organicità della legislazione di riforma, sia sotto il profilo dell’efficienza delle infrastrutture.
È significativo un passaggio nella relazione del Presidente della Corte d’appello di Milano:
“𝑁𝑜𝑛 𝑒’ 𝑑𝑎𝑙 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑐𝑎𝑚𝑏𝑖𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑐𝑎𝑡𝑢𝑟𝑖𝑠𝑐𝑒 𝑙’𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎.
𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑟𝑖𝑓𝑜𝑟𝑚𝑒, 𝑖𝑛𝑓𝑎𝑡𝑡𝑖, 𝑜𝑙𝑡𝑟𝑒 𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑡𝑎𝑙𝑢𝑛𝑖 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑝𝑜𝑡𝑒𝑛𝑧𝑖𝑎𝑙𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑎𝑑𝑢𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑒 𝑠𝑢𝑙𝑙’𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎, 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑖 𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑎𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑒 𝑟𝑖𝑙𝑒𝑣𝑎𝑛𝑡𝑖 𝑐𝑟𝑖𝑡𝑖𝑐𝑖𝑡à 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑃𝑎𝑒𝑠𝑒, 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑙 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑐𝑎𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑚𝑎𝑔𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑖, 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑜𝑟𝑔𝑎𝑛𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑠𝑐𝑟𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎𝑙𝑖 (𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑖 𝑔𝑖𝑢𝑑𝑖𝑐𝑖 𝑎𝑑 𝑎𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑛𝑢𝑚𝑒𝑟𝑜 𝑡𝑟𝑜𝑝𝑝𝑜 𝑒𝑙𝑒𝑣𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝑢𝑖 𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑎𝑟𝑠𝑖) 𝑒 𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑟𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑎𝑚𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑛𝑐𝑒𝑙𝑙𝑒𝑟𝑖𝑎.
𝑆𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑙’𝑜𝑏𝑖𝑒𝑡𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑟𝑖𝑓𝑜𝑟𝑚𝑒, 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑎 𝑑𝑖𝑚𝑖𝑛𝑢𝑖𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑢𝑎𝑙𝑖, 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑜𝑡𝑟à 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑟𝑒𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑒 𝑑𝑒𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑖𝑣𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑜 𝑒 “𝑙’𝑖𝑛𝑣𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑛𝑡𝑜” 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑒𝑟à 𝑚𝑎𝑖 “𝑔𝑙𝑜𝑟𝑖𝑜𝑠𝑎 𝑒𝑠𝑡𝑎𝑡𝑒””.
La questione è complessa, perché coinvolge un settore nevralgico della Giustizia, come sottolinea il candidato alla presidenza 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐧𝐨 𝐋𝐚 𝐋𝐮𝐦𝐢𝐚:
“𝐿𝑎 𝑑𝑖𝑔𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 ℎ𝑎 𝑖𝑛𝑐𝑖𝑠𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑖𝑣𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑢𝑙 𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜; 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎𝑣𝑖𝑎, 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑢ò 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑟𝑠𝑖 𝑒𝑙𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑙𝑢𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑝𝑜𝑖𝑐ℎè 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑖 𝑚𝑒𝑧𝑧𝑖 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑙𝑜 𝑝𝑖ù 𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑒 𝑒𝑑 𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒”.
“𝑂𝑔𝑛𝑖 𝑟𝑎𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑣𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑟𝑒 𝑑𝑎 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒: 𝒍𝒂 𝒅𝒊𝒈𝒊𝒕𝒂𝒍𝒊𝒛𝒛𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒔𝒆𝒓𝒗𝒆 𝒍𝒂 𝒈𝒊𝒖𝒔𝒕𝒊𝒛𝒊𝒂, 𝒎𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒊 𝒔𝒐𝒔𝒕𝒊𝒕𝒖𝒊𝒔𝒄𝒆 𝒂 𝒄𝒉𝒊 𝒍𝒂 𝒆𝒔𝒆𝒓𝒄𝒊𝒕𝒂” continua La Lumia, sottolineando che “𝑖𝑙 𝑃𝐶𝑇 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑑𝑒𝑚𝑝𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖, 𝑠𝑙𝑒𝑔𝑎𝑛𝑑𝑜𝑙𝑖 𝑑𝑎𝑖 𝑙𝑖𝑚𝑖𝑡𝑖 𝑓𝑖𝑠𝑖𝑐𝑖 𝑑𝑖 𝑠𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜 𝑒 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑛𝑡𝑒𝑛𝑑𝑜, 𝑞𝑢𝑖𝑛𝑑𝑖, 𝑢𝑛𝑎 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑖ù 𝑟𝑎𝑝𝑖𝑑𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑒 𝑙𝑒 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑣𝑖𝑡à 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑢𝑎𝑙𝑖: 𝑖𝑛𝑓𝑎𝑡𝑡𝑖, 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑜 𝑒 𝑑𝑒𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑎𝑛𝑡𝑒 è 𝑖𝑙 𝑑𝑖𝑓𝑒𝑛𝑠𝑜𝑟𝑒, 𝑖𝑙𝑟𝑖𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑡𝑜, 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑖𝑑𝑖𝑣𝑒𝑙𝑜𝑐𝑖𝑡𝑎’, 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑢ò 𝑐ℎ𝑒 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑜𝑑𝑑𝑖𝑠𝑓𝑎𝑐𝑒𝑛𝑡𝑒. 𝐺𝑙𝑖 𝑎𝑣𝑣𝑜𝑐𝑎𝑡𝑖, 𝑝𝑒𝑟𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑒𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎, ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑟𝑒𝑠𝑜 𝑙𝑎 𝑔𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑖ù 𝑒𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒, 𝑛𝑜𝑛 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑎 𝑑𝑖𝑔𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 ℎ𝑎 𝑟𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑎𝑡𝑜 𝑠𝑢𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑖 𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑑𝑒𝑚𝑝𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖, 𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑔𝑟𝑎𝑣𝑎𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑢𝑐𝑎𝑛𝑐𝑒𝑙𝑙𝑖𝑒𝑟𝑖 𝑒 𝑚𝑎𝑔𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑖, 𝑐𝑜𝑛 𝑒𝑛𝑜𝑟𝑚𝑒 𝑏𝑒𝑛𝑒𝑓𝑖𝑐𝑖𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑜 𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎 𝐺𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑎”.
Così conclude: “𝑰𝒍 𝒅𝒂𝒕𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒂𝒓𝒎𝒂𝒏𝒕𝒆 è 𝒄𝒉𝒆, 𝒂 𝒇𝒓𝒐𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒎𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐𝒓𝒆 𝒆𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒅𝒐𝒗𝒖𝒕𝒂 𝒂𝒍𝒍’𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒗𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒊𝒓𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊𝒂𝒗𝒗𝒐𝒄𝒂𝒕𝒊 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒈𝒆𝒔𝒕𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒂𝒕𝒕𝒊𝒗𝒊𝒕à 𝒑𝒓𝒐𝒄𝒆𝒔𝒔𝒖𝒂𝒍𝒊, 𝒏𝒐𝒏 𝒄𝒐𝒓𝒓𝒊𝒔𝒑𝒐𝒏𝒅𝒆 𝒖𝒏’𝒂𝒅𝒆𝒈𝒖𝒂𝒕𝒂 𝒅𝒐𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒓𝒊𝒔𝒐𝒓𝒔𝒆 𝒅𝒂 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝑨𝒎𝒎𝒊𝒏𝒊𝒔𝒕𝒓𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝒔𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒆 𝑮𝒊𝒖𝒔𝒕𝒊𝒛𝒊𝒂: 𝑙𝑎 𝑙𝑢𝑛𝑔ℎ𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑒 𝑙𝑎 𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑖𝑜𝑠𝑖𝑡à 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑔𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑛𝑜𝑛 è 𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑟𝑖𝑡𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖, 𝑚𝑎 è 𝑙𝑎 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖 𝑣𝑢𝑜𝑙𝑒 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑟𝑜𝑛𝑖𝑐𝑎 𝑐𝑎𝑟𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑟𝑔𝑎𝑛𝑖𝑐𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑔𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑛𝑐𝑒𝑙𝑙𝑒𝑟𝑖𝑎. 𝐸’ 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑣𝑒 𝑑𝑖 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑎: 𝒐𝒄𝒄𝒐𝒓𝒓𝒐𝒏𝒐 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒔𝒕𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒄𝒐𝒏𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒆 𝒍𝒖𝒏𝒈𝒊𝒎𝒊𝒓𝒂𝒏𝒕𝒊, 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑖𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑒𝑛𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑖 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑔𝑖𝑢𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑟𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟à 𝑢𝑛𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑚𝑒𝑟𝑎, 𝑐𝑜𝑛 𝑏𝑢𝑜𝑛𝑎 𝑝𝑎𝑐𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑠𝑠𝑜”.
Come nasce il progetto di Fare Avvocatura e quale Ordine avete in mente?
Il nostro progetto parte da lontano perché è il frutto di un confronto continuo con i nostri colleghi, nel corso degli ultimi anni: tutti i nostri 16 candidati, infatti, hanno maturato una considerevole esperienza nelle istituzioni e nelle associazioni forensi, a livello milanese, lombardo e nazionale.
Il nostro obiettivo principale è mettere a fattor comune queste esperienze, creando una solida connessione tra l’Ordine e gli iscritti: ciascuno deve sentirsi parte di un percorso che – passo dopo passo – va costruito insieme e reso patrimonio comune.
La nostra idea di Ordine è racchiusa in tre parole chiave: condivisione, concretezza e lungimiranza.
Il nuovo Consiglio avrà due direttrici fondamentali a presidio di libertà, autonomia e indipendenza: affiancare concretamente i colleghi nelle attività professionali quotidiane, dentro e fuori il Palazzo di Giustizia, e governare il cambiamento, affrontando consapevolmente le sfide di innovazione che la società pone oggi all’Avvocatura, anche in ambito internazionale, nel solco delle nuove competenze, della valorizzazione dei giovanie delle pari opportunità.
Come vede il futuro della professione forense?
Serve ripensare profondamente la professione nelle sue dinamiche quotidiane: fermi i principi fondamentali che sono connaturati alla funzione primaria dell’avvocato, è necessario misurarsi con il mutamento incessante della contemporaneità, che suggerisce forme di assistenza e consulenza adeguate al contesto sociale e imprenditoriale.
L’Avvocatura dovrà puntare sulle migliori soluzioni per favorire l’aggregazione degli studi, la fiscalità sostenibile, l’equo compenso, la formazione specialisticae le reti internazionali, supportando concretamente l’uso del processo telematico e pretendendo il funzionamento effettivo del sistema per garantire contraddittorio e difesa dei diritti.
Serve un cambio di passo per Milano?
Certamente serve un confronto costante con gli iscritti: un lavoro di “ascolto attivo” da parte di tutto il Consiglio, che sia funzionale a creare un Ordine specchio del Foro, rendendolo parte essenziale e integrante del tessuto istituzionale, professionale e imprenditoriale di Milano.
In un momento storico così complesso, una seria linea d’azione programmatica deve trovare il punto di equilibrio tra salvaguardia dei principi del giusto processo, tutela economica e innovazione nel modo stesso di concepire la professione.
Serve un vero patto generazionale per l’Avvocatura, che sostenga i giovani e valorizzi l’esperienza di chi ha dato tanto alla nostra professione:lavoreremo in questa direzione.
Sarà centrale la via della solidarietà e del sostegno agli avvocati in difficoltà, attraverso servizi e azioni di supporto concreto, anche mediante convenzioni con istituzioni ed enti pubblici e privati.Tra le iniziative da mettere in campo: uno sportello di assistenza, operativo con vari team di colleghi, che possa diventare un’occasione di dialogo e di collaborazione.
Il nuovo Consiglio – nel quadro di una rinnovata collaborazione all’interno dell’Unione Lombarda degli Ordini Forensi (ULOF) – rafforzerà la rappresentanza del Foro milanese a livello nazionale, favorendo una maggiore sinergia con tutte le componenti dell’Avvocatura: istituzionali, politiche e associative.
Vogliamo un’Avvocatura che torni a essere guida culturale del Paese.
Come funzionerà il nuovo Ordine?
Le riforme “Cartabia” del processo civile e penale saranno uno snodo fondamentale per la Giustizia, perché impatteranno sempre di più sulla professione forense: occorrerà essere presenti, anche come Ordine, per garantire la funzionalità e l’effettività del diritto di difesa.
L’azione del nuovo Consiglio, pertanto, mirerà a difendere sempre il ruolo centrale dell’Avvocatura, assicurando un rapporto di leale collaborazione con la Magistratura, ma su un piano sempre paritario, anche attraverso la definizione di protocolli virtuosi e un dialogo costante con i funzionari amministrativi e gli altri operatori della Giustizia.
In questo senso, servirà certamente valutare una profonda rivisitazione del rapporto con le cancellerie e il personale di segreteria, al fine di ristabilire i normali equilibri pre-Covid e garantire il rispetto del tempo degli avvocati e dei loro collaboratori.
Il nuovo Consiglio, accanto all’azione costante a tutela del processo ordinario, seguirà il percorso di diffusione degli strumenti di giustizia consensuale, che consentono agli avvocati di svolgere una funzione professionale fondamentale, maturando ulteriori e specifiche competenze: in quest’ottica, manterrà un ruolo centrale l’Organismo di Conciliazione Forense, con l’eccellente “squadra” dei mediatori, e verrà fortemente valorizzata la Camera Arbitrale dell’Ordine, affinché diventi la sede per una risoluzione alternativa delle controversie, capace di garantire rapidità, specializzazione ed efficacia del risultato.
Come opereranno le Commissioni?
Il nuovo Consiglio adotterà un sistema di responsabilità diffusa, funzionale a creare una costante e proficua connessione con i colleghi di Milano: le Commissioni saranno il vero motore dell’Ordine.
La gestione sarà razionalizzata, con la creazione di nuove Commissioniche possano rispondere alle esigenze del Foro, nell’ambito dei rapporti istituzionali, della previdenza e dell’assistenza, del monitoraggio legislativo e giurisprudenziale, dei fondi nazionali ed europei, della privacy, del commercio internazionale e del Made in Italy, delle tecnologie e dell’organizzazione degli studi legali.
La prima iniziativa che immaginate per il nuovo Consiglio?
Non ci sono dubbi: programmare subito le assemblee degli iscritti del Foro e costituire il tavolo permanente con le Associazioni. Serve concretezza, servono dialogo e confronto continui per affrontare insieme le questioni più calde della Giustizia, a partire dalle riforme processuali in atto: nessuno dovrà restare indietro.
Un ultimo messaggio in vista del voto?
Chiedo alle colleghe e ai colleghi di Milano di darci fiducia per quello che abbiamo realizzato in questi anni e per quello che vorremmo costruire insieme nel prossimo Consiglio.
Per questo motivo, è fondamentale andare a votare ed esprimere la preferenza per tutti i 16 candidati della lista “Fare Avvocatura”:solo così, infatti, potremo avere una rappresentanza coesa e portare avanti il programma che abbiamo condiviso con tutto il nostro foro.