Il signor Carlo e le opere degli anni ‘80.

di Daniela Lauria, consulente d’arte
Pochi mesi fa Carlo, un signore che ha avuto un passato economicamente molto florido, mi ha contattata tramite un amico.
Carlo è stato un libero professionista che, ai tempi, grazie ai suoi guadagni cospicui, aveva acquistato una serie di opere d’arte. Stiamo parlando degli anni ’80, un’epoca in cui in molti hanno investito i soldi in opere d’arte che però non avevano certificazioni. Ai tempi, fornire la documentazione era qualcosa di inusuale, l’opera d’arte veniva vista, piaceva e quindi la si acquistava.
Oggi è assolutamente impensabile pensare di poter scambiare opere d’arte senza alcun documento. Lo facciamo per un’auto, per una casa, oggi qualsiasi movimento di denaro viene giustificato.
Il mio lavoro avviene molto tramite il passaparola e così è accaduto anche con Carlo, che mi chiamò una mattina dopo aver avuto il mio numero da un amico in comune.
Accade spesso in questo modo, perché io entro in casa della gente, è un po’ come il lavoro del medico, ti devi fidare. Vado quindi a casa di questo signore e scopro che si era “creato negli anni” una collezione di opere davvero molto interessante. Mi racconta che la sua situazione economica non è più florida come un tempo e che, a seguito anche di alcune spese impreviste, si trova un po’ in difficoltà. Le sue parole sono state: “Sono da solo in un appartamento con queste opere ai muri, i miei figli sono grandi e vivono lontano”. Carlo si era reso conto che non era più giovane, che voleva comunque godersi ancora la vita e quindi, guardando le sue opere, una sera, aveva realizzato che, forse vendendole, avrebbe avuto di nuovo una certa disponibilità.
Questa cosa capita molto spesso. Persone che sono in difficoltà o che non vogliono più tenere le opere ai muri, ma preferiscono mettere da parte i soldi per gli anni che verranno o li vogliono per usufruirne subito.
Carlo mi sottopone così un’opera antica, dicendo che era la migliore della collezione e che contava su quella. Io la guardo e mi rendo conto che così non è. Noi del settore diremmo che il quadro è una crosta. Avevo capito che Carlo riponeva grandi aspettative su quell’opera, ma in primis, come ho già detto, sono una persona onesta e svolgo il mio lavoro con grande sensibilità e sincerità, quindi non me la sono sentita di dire a questo signore di investire del denaro su quel pezzo. Era già in difficoltà e sarebbe stato uno spreco agire in quella direzione.
Guardando però la sua collezione, ho trovato due opere di un grande maestro del ‘900, amato in tutto il mondo, e così ho chiesto a riguardo di queste due. Non aveva alcun documento per entrambe. Ho spiegato che sarebbe stato opportuno investire la somma di denaro che aveva pensato per l’altra opera senza valore a favore di queste due. Si è fidato di me e ha seguito il consiglio. Quindi abbiamo fatto tutta l’attività necessaria, ossia studio, analisi scientifiche. In questi step, lavoro e collaboro con un team di specialisti. Abbiamo fatto un bel lavoro d’équipe sui dati storico, scientifici e artistici; i dati erano più che confortanti. Siamo andati in Fondazione e abbiamo ottenuto la certificazione.
Il signore ha quindi venduto la sua opera principale per un milione.
Per me è stata un’enorme soddisfazione. Carlo era felicissimo e aveva superato ampiamente ogni tipo di aspettativa.