Rendiconto 2023 Regione Lombardia, la parificazione della Corte dei Conti, problemi Aler e liste d’attesa sanità

La Corte dei conti parifica il rendiconto 2023 della Regione Lombardia.

L’esercizio – pur a fronte di un risultato di amministrazione positivo di 415,98 milioni – chiude con un disavanzo di 1,55 miliardi interamente ascrivibile alla copertura degli impegni per investimenti mediante debito autorizzato non contratto (c.d. DANC).

Le spese di investimento sono state coperte, senza ricorso a mutui, con la cassa, che, nella componente ordinaria, risulta ridotta del 52 per cento rispetto al 2022. Il disavanzo
determinato dal ricorso al DANC non rileva ai fini dell’equilibrio di bilancio.

Nel 2023 la Regione ha conseguito un risultato di competenza positivo, con una buona capacità di realizzazione del bilancio.

Il campionamento degli atti di spesa fa emergere il ricorso a formule standardizzate nella
definizione dell’oggetto e della causale pur a fronte delle condizioni di certezza, liquidità ed
esigibilità ai fini della liquidazione.

In ordine alla spesa del personale, la Regione (Consiglio e Giunta) si è avvalsa degli spazi
assunzionali nei limiti consentiti dalla legge statale. Sono oltre 108 mila, per un costo annuo di circa 6 miliardi, i dipendenti degli enti e delle società regionali a partecipazione totalitaria e delle aziende sanitarie.

Tra le partecipate regionali, notevole l’incremento dell’indebitamento di Finlombarda Spa (568 milioni) che seppure finalizzato all’erogazione di finanziamenti agevolati, rischia di ripercuotersi negativamente sul bilancio dell’azionista unico. La perdita di esercizio di Autostrada Pedemontana Lombarda Spa, pari ad 11,9 milioni, sconta l’elevato indebitamento.

Si registra un consistente ritardo nella realizzazione delle tratte B2 e C (apertura prevista nel 2026) e nell’avvio della tratta D (da realizzare dopo l’apertura al traffico delle altre tratte).

Ancora da rimborsare alla Regione il debito di 35 milioni della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica.

Grandemente insufficiente rispetto alle richieste l’offerta di alloggi nel distretto dell’ALER Milano; l’ingente patrimonio immobiliare necessita di consistenti interventi manutentivi e di una soluzione efficiente e coordinata del problema delle occupazioni e delle morosità (che riguarda anche i circa 12mila fra locali commerciali e box/posti auto).

Sul fronte della gestione sanitaria regionale, nella complessa articolazione dei flussi di cassa destinati al finanziamento dell’assistenza sanitaria si registra la conservazione di cospicui residui passivi (pari a 13,3 miliardi, di cui 9 sui trasferimenti correnti alle aziende sanitarie), la crescente giacenza di cassa (circa 9,5 miliardi) e il suo utilizzo per necessità estranee di gestione ordinaria, nonché la mancata adozione, ad oggi, del bilancio di esercizio della gestione sanitaria accentrata 2023.

Si segnala, infine, il superamento dei tetti di spesa per voci specifiche quali i farmaci e i
dispositivi medici, il modesto avanzamento dei programmi di edilizia sanitaria -anche per quanto riguarda le case e gli ospedali di comunità, oggetto di approfondimento nella precedente parifica- e il tardivo e incompleto trasferimento delle risorse alle aziende sanitarie pubbliche.

Le tre diverse gestioni pluriennali di fondi europei comprendono i fondi strutturali del nuovo ciclo 2021-2027, con una spesa ancora contenuta, i fondi strutturali del vecchio ciclo 2014-2020 in chiusura (la cui contabilità non coincide con il modello di rendicontazione adottato in sede europea) e i fondi del PNRR sul bilancio assestato pari a 523 milioni per lo più riferiti alla Missione 5 “Inclusione e coesione” e alla Missione 6 “Salute”.

Nella missione “Salute” del PNRR 180 milioni sono destinati alla sostituzione di 380 grandi
apparecchiature sanitarie (mammografi, risonanze magnetiche, TAC, ecc.) corrispondente al 72 per cento della dotazione degli ospedali pubblici, ed il 50 per cento delle quali o è stata collaudata prima del 2009, o ha superato la data di fine utilizzo. Sono 345 le nuove apparecchiature già acquistate, 164 quelle già effettivamente sostituite. A fronte di 142 milioni di impegni risultano pagamenti per 39 milioni di euro.

Degli ulteriori 39 milioni stanziati dalla Regione per lavori di installazione, ne risultano spesi 552mila.

La celerità del compimento dell’operazione è cruciale anche per la risposta della sanità pubblica al problema delle liste d’attesa.

In fase attuativa, gli obiettivi perseguiti non sempre risultano coerenti con gli enunciati della programmazione (si veda, ad esempio, l’uso della cassa sanitaria quale espressione della solidità del bilancio) la quale, peraltro, è priva, in sede di elaborazione del DEFR, di un quadro macroeconomico tendenziale di riferimento.