Con “L’obbligatorietà di risorse per l’arte nelle opere pubbliche” è ripreso il ciclo di dibattiti di Osservatorio Metropolitano per lo sviluppo e la promozione di una nuova qualità urbana, dibattiti che si svolgono a Milano presso Assoedilizia Coordinati da Gianni Verga, presidente del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano. Sono intervenuti Walter Patscheider ingegnere e progettista, Antonella Ranaldi Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio di Milano-Como-Lecco-Lodi, Giuseppina Incorvaia avvocato.
“Abbellire” gli spazi pubblici, incrementare il patrimonio dello Stato e incentivare il lavoro degli artisti. Con queste finalità nel 1949 – in piena ricostruzione post-bellica – viene emanata la legge 717/49 (meglio conosciuta come “Legge del 2%”) che prevedeva la realizzazione di opere d’arte negli edifici pubblici di nuova costruzione.
La legge impone alle Amministrazioni (Stato, Regioni, Enti territoriali e, in generale, tutti gli Enti pubblici) di destinare una percentuale dell’importo dei lavori (scaglionata sull’entita’ dei costi delle opere, nella misura dallo 0,5 al 2 % ) per opere d’arte da collocare nel nuovo edificio.
Questa norma nasce sulle fondamenta dalla legge ‘per la tutela delle cose di interesse artistico e storico’ (1939) dell’allora ministro dell’Educazione Nazionale Giuseppe Bottai seguita da altri Paesi e – pur se spesso mal applicata – è tutt’ora in vigore. Nel corso degli anni ha prodotto alcuni risultati eccellenti, come dimostrano i palazzi di giustizia di Venezia con l’opera di Botto e Bruno e quello di Pescara con gli interventi di Enzo Cucchi, Sandro Chia e Michelangelo Pistoletto, il Ministero degli Esteri di Roma con la Sfera di Pomodoro.
All’Anteguerra risalgono esempi lodevoli quali, a Milano, il Palazzo di Giustizia di Piacentini e il Palazzo dei Giornali.
Proprio per agevolare l’applicazione della legge, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il MiBAC hanno pubblicato delle Linee Guida per specificarne alcuni aspetti.
Se uno degli scopi della legge era favorire i giovani artisti, i risultati non sono incoraggianti: spesso i giovani non riescono a districarsi nel ginepraio della burocrazia per partecipare ai bandi e non hanno i contatti ‘giusti’. Ma, in generale, è scarsamente applicata anche se, in teoria, l’opera pubblica, in caso di inottemperanza, potrebbe incorrere nella non collaudabilita’.
Opere interessate sono ad esempio i tribunali, le caserme, ed edifici similari, cui si propone di aggiungere anche le grandi infrastrutture.
Esclusi gli edifici di ERP.
Sono tenuti a rispettare la legge gli enti pubblici, gli equiparati ed i concessionari stessi. In definitiva, tutti i soggetti sottoposti alle normative sugli appalti pubblici.
Senza considerare che l’importo viene talvolta dirottato alle spese di costruzione o utilizzzato per l’acquisto di quadri od altro.
E’ seguito un appassionato dibattito. L’argomento torna di attualità in occasione della legge regionale sulla rigenerazione urbana, del PGT comunale, sul tema degli scali ferroviari in primis.
I lavori sono stati aperti da Alberico Belgiojoso – coordinatore dell’Osservatorio con Carlo Berizzi e Gianni Verga – il quale ha commentato i temi dei prossimi dibattiti: Le dominazioni straniere a Milano. Riflessioni sugli effetti nella forma della città (29 ottobre); Le caratteristiche di Milano, come difenderle e valorizzarle (12 novembre); Milano 83. L’evoluzione della città (17 dicembre). Verga ha ringraziato Assoedilizia e il suo presidente Achille Colombo Clerici per il meritorio contributo fornito al dibattito culturale sulla città.
Osservatorio Metropolitano è una iniziativa del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, di ArchxMi, di Aim-Associazione interessi metropolitani ed ha il patrocinio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Milano, di Assoedilizia, di Cersu-Centro regionale di studi urbanistici della Lombardia, della Fondazione Ordine ingegneri provincia di Milano. Ha quale obiettivo, trattando argomenti urbanistici, tecnici, sociali, culturali, di finalizzare ad approfondimenti le diverse questioni che stanno alla base delle future proposte sullo sviluppo di Milano e della Città Metropolitana.