Lunedì in Italia è stato effettuato il primo sciopero al mondo dei lavoratori di Amazon e della sua filiera, che in Lombardia, “regione cruciale nella strategia di Amazon, ha visto un’adesione di oltre il 90%”: è quanto riferiscono Cgil, Cisl e Uil. Per i sindacati si tratta “solo dell’ultimo atto di un processo di sindacalizzazione che è in corso da anni e che, contro lo scetticismo di molti, ha continuato a progredire e rafforzarsi portando all’applicazione del CCNL del Trasporto Merci e della logistica in tutti gli hub di Amazon. Soprattutto quello di oggi rappresenta un punto di non ritorno per il colosso di Seattle che per la prima volta nella sua storia è costretto a prendere atto che un sindacato moderno ed autorevole non può essere ignorato”.
Luca Stanzione, Segretario generale della Filt Cgil Lombardia ribadisce come l’atteggiamento di Amazon costituisca un grave problema, “Amazon non può essere uno stato dentro, lo stato” e aggiunge che “serve una legge che non lasci all’improvvisazione le trattative sindacali” e lancia un invito alle istituzioni locali che ospitano gli hub di Amazon, ricordando che “il Sindacato non è per il boicottaggio di Amazon ma si impegna affinché in Amazon si lavori bene, per creare posti di qualità” e allo stesso modo le istituzioni locali “dovrebbero chiedere ad Amazon interventi infrastrutturali di qualità per le città che sopportano le ricadute delle logistiche”. Anche Giovanni Abimelech, Segretario della Fit-Cisl Lombardia insiste sulla necessità di aprire un tavolo negoziale, “siamo qui per dire con forza ad Amazon di discutere con noi ai tavoli”, e definisce “inaccettabile l’atteggiamento di Amazon” dichiarando che se non si apriranno le trattative “i lavoratori saranno qua, ancora a testimoniare la loro forza, perché in questa azione unitaria e compatta sta la forza dei lavoratori” e chiude sostenendo arrivata l’ora per un aumento dei salariali per tutti i lavoratori di Amazon”. Antonio Albrizio, Segretario Generale del Uiltrasporti Lombardia, ricorda come da anni assistiamo ad un aumento dei volumi delle consegne e che per questo “Amazon non può continuare sulla strada del precariato ma deve discutere con il Sindacato quale qualità del lavoro vuole all’interno dei magazzini”, in cui, prosegue, “a differenza di tutte le altre aziende non è stato possibile condividere un Protocollo Covid-19 per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori che hanno svolto il loro lavoro in condizioni di grave rischio”.(MiaNews)