Contro una manovra iniqua e che non da risposte ai problemi delle persone, il 29 novembre CGIL e UIL hanno proclamato uno sciopero generale. Una mobilitazione per cambiare la legge di bilancio e chiedere l’aumento dei salari e delle pensioni (senza elemosine come accaduto con le minime), finanziare sanità, istruzione e servizi pubblici, perché si investa in politiche industriali e in politiche sull’abitare e il caro affitti.
Una scelta, quella voluta dai sindacati, dettata dal rischio di 7 anni di austerità con perdita del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati causata da un’inflazione da profitti; crescita della precarietà e del lavoro nero e sommerso; tagli ai servizi pubblici, a partire da Sanità, Istruzione, Trasporto pubblico, Enti locali; rinnovi contrattuali per il pubblico impiego che coprono appena 1/3 dell’inflazione; taglio del cuneo fiscale (con perdite per molti) pagato dagli stessi lavoratori con il maggior gettito Irpef; politiche fiscali che riducono la progressività e che, attraverso condoni e concordati, favoriscono gli evasori; nessun vero intervento sugli extraprofitti ; peggioramento della Pensioni e della Legge Monti/Fornero che si applicherà al 99,9% dei lavoratori; insufficiente rivalutazione delle pensioni, con la beffa di un aumento di soli 3 euro al mese per le minime; assenza di una politica industriale e tagli agli investimenti; ritardi nell’attuazione del PNRR e nessuna strategia per il Mezzogiorno; attacco alla libertà di manifestare il dissenso con il Disegno di Legge Sicurezza.
<<Come CGIL e UIL – sottolineano i segretari generali della Lombardia Alessandro Pagano, CGIL e Enrico Vizza, UIL – sulla base di quello che comporterà la manovra abbiamo proclamato uno sciopero generale perché la Legge di Bilancio 2025 è totalmente insufficiente per rispondere alle attuali sfide del Paese e per migliorare le condizioni di vita delle persone. Le politiche in materia di fisco, previdenza, sanità e welfare non garantiscono un reale sostegno alle famiglie e non affrontano i problemi reali del precariato, della povertà lavorativa e delle diseguaglianze territoriali. La conferma del taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef a tre aliquote che si chiedeva venissero rese strutturali, non incrementano il netto in busta paga rispetto a quest’anno. Anzi, la nuova formulazione, che trasforma l’esonero contributivo in una detrazione fiscale, in alcuni casi, determinerà addirittura una perdita. Inoltre l’aumento delle pensioni minime, di soli tre euro, è incommentabile. La sanità, poi, viene definanziata, si taglia in modo sistematico sui ministeri e sulla spesa pubblica, si incentiva l’evasione, si ignora la piaga dei morti sul lavoro e gli unici investimenti previsti sono quelli del Pnrr. E ancora, l’extra tassa sugli extraprofitti è semplicemente un prestito che verrà restituito entro due anni. Ecco perché sarà sciopero generale il 29 novembre>>
La mobilitazione prosegue con campagne di Assemblee, manifestazioni e presidi che saranno promossi nei capoluoghi di provincia