“Il crollo nel cantiere di Firenze è l’ennesima insopportabile morte sul lavoro. Nell’ambito dello sciopero nazionale di due ore indetto da Cgil e Uil, insieme alle categorie degli edili e dei metalmeccanici – Fillea Cgil, Feneal Uil, Fiom Cgil e Uilm Uil – i sindacati milanesi organizzano un presidio oggi, alle ore 16, in Largo 11 settembre 2001, davanti alla Prefettura di Milano”, fanno sapere i sindacati.
“Al presidio partecipano tutte le categorie sindacali, a sostegno della grande vertenza sulla sicurezza sul lavoro. Siamo stanchi di ascoltare parole di cordoglio. Il lavoro e la sicurezza devono essere al centro dell’attenzione politica per mettere in atto soluzioni concrete.
Oggi – proseguono i sindacati – saremo in presidio contro le morti sul lavoro, figlie di imprese non qualificate e di catene infinite di appalti e subappalti, delle mancate regole, del mancato rispetto degli orari, del non rispetto dei giusti contratti collettivi, del massimo ribasso su costi della manodopera e della sicurezza, delle troppe false partite Iva e dello sfruttamento dei cottimisti, dei mancati controlli, delle poche risorse destinate agli ispettori, alle Asl, alle forze dell’ordine.
Saremo in piazza contro le morti sul lavoro figlie della mancata attuazione della patente a punti, dell’impunità per chi sbaglia, dell’assenza del reato di omicidio sul lavoro”.
Circa 200 persone si sono riunite in Largo 11 settembre 2001 a Milano, nei pressi della Prefettura, rispondendo alla chiamata dei sindacati Cgil e Uil, insieme a quella delle sezioni degli edili (Fillea Cgil, Feneal Uil) e dei metalmeccanici (Fiom Cgil, Uilm Uil), per protestare contro le morti sul lavoro e chiedere al Governo maggiori garanzie sugli appalti, eliminando il massimo ribasso, e sturmenti per la sicurezza nei cantieri, come ad esempio l’istituzione di un numero di telefono – sul modello del 118 – a cui segnalare situazione ‘anomale’, il badge sui cantieri e l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Il presidio è stato organizzato innanzitutto per commemorare le 5 vittime dell’incidente del 16 febbraio nel cantiere del supermercato Esselunga a Firenze, ma che vuole anche “sensibilizzare su una strage che avviene tutti i giorni nel mondo del lavoro” come ha specificato Salvatore Cutaia, segretario generale Fillea Uil Milano, Cremona, Lodi e Pavia.
“Se ci fossero le stesse vittime per altre cause – ha continuato Cutaia -, il Governo, tutti i Governi si sarebbero mobilitati. Per una strage che porta più di mille morti all’anno nulla o poco succede”. Quello che è accaduto a Firenze, ha spiegato Katiuscia Calabretta, segretario generale Fillea Cgil Milano, “ha messo insieme una serie di criticità che riguardano in generale il settore dell’edilizia”. Alle 17, una delegazione di Fillea e Fiom Cgil, Feneal e Fiom Uil è stata ricevuta dal prefetto di Milano.
La manodopera migrante, aumentata con il recente boom del settore delle costruzioni, “non si riesce a far lavorare in maniera regolare, spesso anche perché questi ragazzi non riescono a ottenere il permesso di soggiorno”, ha detto Calabretta. Il sistema dei subappalti ‘a cascata’ “rende problematico controllare quello che succede in cantiere”. Una situazione aggravata dalla mancanza di uguali tutele, normative, economiche e contrattuali, per i lavoratori degli appalti e dei subappalti, ma che si potrebbe alleviare, ha spiegato Calabretta, attraverso l’istituzione di un badge di cantiere: “Così come succede nelle aziende, i lavoratori che entrano in cantiere potrebbero timbrare un cartellino. Così si saprebbe chi è in cantiere e per quante ore lavora”. Un’altra criticità sollevata da Calabretta è proprio quella dell’organizzazione del lavoro: “Fare turni di lavoro con ore spropositate non mette nella condizione di essere lucidi e pronti a reagire in qualunque situazione evitando gli infortuni”. In questo senso, la presenza in piazza delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici faceva anche da cassa di risonanza alla richieste delle rispettive sigle nazionali a Federmeccanica in occasione del rinnovo del contratto collettivo nazionale di comparto: diminuzione dell’orario di lavoro settimanale, limitato a 35 ore, con un corrispettivo aumento del trattamento economico minimo, 280 euro nel triennio. “Si lavora meno, si lavora meglio – ha chiosato Vittorio Sarti, segretario generale Uilm Milano, Monza Brianza -. Con meno ore lavorate ci saranno anche meno incidenti”. Altre richieste portate in piazza dai sindacati sono invece rivolte direttamente al Governo. “Fate un passo indietro rispetto alla modifica del codice degli appalti pubblici. Tornate indietro subito e restituite dignità agli appalti privati eliminando il massimo ribasso”, ha dichiarato Luca Stanzione, segretario generale Cgil Milano, il quale si è poi scagliato con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sostenendo “inaccettabile” che quest’ultimo “abbia oggi dichiarato di essere contrario all’introduzione del reato di omicidio sul lavoro”. Stanzione ha però anche fatto due esempi di buone pratiche dalle quali si dovrebbe ripartire. “A Expo 2015 ci sono stati zero morti”, perché allora le sigle sindacali erano state parte attiva nei controlli del rispetto delle normative.
Inoltre, “c’è un protocollo firmato in Prefettura a Milano” per chiedere sicurezza sul lavoro. Questo, tuttavia, “non viene recepito da tutti i Comuni” ha denunciato Enrico Vizza, segretario generale Uil Lombardia. “Proprio a causa “della mancata applicazione dei tanti protocolli che sottoscriviamo – ha aggiunto – in una situazione di guerra civile, perché questo deve essere definita quella delle morti sul lavoro, crediamo che debbano essere portati avanti alcuni strumenti”. Uno di questi: “Istituire numero ad hoc – sul modello del 118, del 115 e dei numeri per le varie emergenze – in ogni provincia in cui possano essere fatte le segnalazioni”, in modo che “anche i cittadini possano segnalare le situazioni anomale, magari di cantieri, perché realtà come queste, oltre ai controlli, oltre alla maggior vigilanza, necessitano di senso civico, che ognuno partecipi” ha concluso Vizza. Una proposta che andrebbe a impattare anche su un atteggiamento negativo evidenziato da Antonio Del Duca, segretario generale Fiom Cgil Ticino Olona. Quello dello “stare in silenzio” e del “banalizzare, coprire, sminuire” situazioni “che invece andrebbero denunciate”. Nel corso del presidio c’è stata anche spazio per una piccola polemica contro la Cisl, unica grande sigla sindacale non presente in piazza.