Che cos’è ed a cosa serve la Programmazione Neuro Linguistica, intervista all’esperto.

intervista di Patrizia Gaeta

Conosciamo Luca Andrea Talamonti, formatore professionale, docente ed esperto di PNL.

Come hai iniziato e che cosa ti ha spinto a intraprendere la tua professione di formatore?

Fin da giovane, ho sempre avuto dei tratti caratteriali “particolari”: oltre a essere quello che faceva da “collante” fra vari gruppi di amici, creando sempre delle belle compagnie e organizzando ogni volta serate e vacanze per tutti, avevo la capacità di dire o fare sempre la cosa giusta al momento giusto. Amavo ascoltare e osservare le persone e questo, spesso, mi consentiva di “prevedere” alcune loro reazione, a fronte di cose che potevo dire o fare. Avevo capacità di ascolto e osservazione fuori dal comune, riuscivo a notare i dettagli e a ricordare moltissime cose (a scuola, infatti, mi bastava leggere una volta i libri per ricordarmi gran parte di ciò che c’era scritto). Spesso mi dicevano che “avevo una marcia in più”, ma, una volta cresciuto, non sapevo come trasformare queste caratteristiche in un lavoro. Pensavo “cosa faccio, mi metto un cartello al collo con su scritto “sono bravo a dare consigli” e mi invento un nuovo lavoro?”.

Pertanto, iniziai come tanti, trovando impiego nell’ufficio formazione rete di un importante società assicurativa.

Nonostante il posto fisso e i tanti vantaggi del contratto che avevo, qualcosa dentro di me mi diceva che quella non era la mia strada. Allo stesso tempo, però, non riuscivo a capire quale mai potesse essere, la mia strada.

Nel 2007 organizzammo un corso di comunicazione, di PNL in particolare (Programmazione Neuro Linguistica), per un gruppo di Agenti. Tale corso sarebbe stato tenuto da un docente molto famoso nell’ambito.

Si trattò di 2 giorni, a Parma, a cui partecipai anch’io come tutor d’aula.

2 giorni che mi cambiarono completamente la vita.

Sia perché trovai la materia (che non conoscevo) davvero utile e affascinante, sia perché vidi che il formatore (che mi piacque tantissimo e con cui poi divenni amico) si divertiva molto, sia perché lo stesso a un certo punto disse una frase che sembrava detta apposta per me: “Nella vita, devi capire quali sono le tue passioni, i tuoi talenti, i tuoi punti di forza. Poi, cerca di capire quale lavoro sfrutta queste cose al meglio e infine trova la persona che, secondo te, svolge questo lavoro meglio di tutte e… copiala, cercando di estrarne un modello di comportamento adatto a te!”.

A quel punto, mi si accese la famosa lampadina e tutti i tasselli del puzzle andarono al loro posto: volevo fare esattamente ciò che faceva lui.

Quindi, in pausa mi avvicinai e gli chiesi cosa avessi dovuto fare per svolgere il suo lavoro. Lui mi suggerì dei master in Italia e negli Stati Uniti e io… ricominciai a studiare.

Per fortuna, avevo un capo molto intelligente che, conoscendo bene le mie caratteristiche e capendola mia passione per la formazione comportamentale, mi mise subito alla prova, organizzando delle aule che avrei tenuto io, sempre per la reti di consulenti assicurativi.

I risultati furono molto buoni e da lì… il resto è storia.

 

Gli ambiti primari in cui operi sono la PNL, l’intelligenza Linguistica e la Persuasione Linguistica: puoi spiegare in modo semplice di che cosa si tratta?

“Comunicazione” vuol dire tutto e niente. Approfondendo la materia, però, si scopre che si tratta di un contenitore, al cui interno trovano spazio diverse discipline.

Le 3 che hai citato sono tra le più moderne, efficaci e pratiche.

Partono tutte dalle stesse basi, ossia lo studio dei meccanismi di funzionamento del cervello umano.

La PNL può essere definita “il libretto di istruzioni per il cervello umano” e aiuta le persone a sprigionare il proprio massimo potenziale, grazie all’utilizzo di due tipologie di tecniche: quelle che si rivolgono all’interno di sé stessi (gestione del proprio stato emotivo, superamento di ricordi spiacevoli, paure e fobie, raggiungimento degli obiettivi, ecc.) e quelle che si rivolgono all’esterno (strategie per creare sintonia con ogni tipo di interlocutore, utilizzo di domande di qualità, tecniche di ipnosi verbale, ecc.).

L’Intelligenza Linguistica, che insegno anche all’università e su cui ho scritto un libro, riguarda il reale potere del linguaggio e il vero impatto che le parole producono, a livello ormonale, sulle persone: una disciplina estremamente affascinante, che pochissimi conoscono, e che ha un utilizzo pratico totale, perché il linguaggio, orale e scritto, è il principale strumento che usiamo per relazionarci con gli altri. Questa materia ti insegna a usare le parole giuste, a evitare quelle sbagliate, a usare formule linguistiche specifiche per trasmettere leadership, carisma e autorevolezza e molto altro.

La Persuasione Linguistica riguarda qualcosa che, di fatto, cerchiamo di fare ogni volta che comunichiamo con qualcuno, ossia convincere gli altri della bontà delle nostre idee. Solo che lo fa studiando alcuni “errori” che il cervello compie, per elaborare delle strategie potentissime che sfruttano tali errori e che permettono di convincere gli altri a livello molto profondo.

Ci tengo a precisare che tutte queste discipline devono essere usate in modo etico, ossia per migliorare le relazioni e per raggiungere obiettivi che siano vantaggiosi per tutte le parti coinvolte nell’interazione.

 

Come formatore tieni dei corsi presso le aziende e fai anche corsi aperti al pubblico. Quale la differenza tra le due soluzioni?

Il mio core business è la formazione aziendale: le società mi contattano per realizzare percorsi formativi specifici, in base alle loro esigenze. In questi casi, decidiamo insieme gli argomenti da trattare, in base alle finalità, che solitamente riguardano la vendita, la consulenza o la gestione delle risorse umane. Ovviamente, in questi casi taro gli argomenti, gli esempi e gli esercizi sul contesto di riferimento a cui mi sto rivolgendo.

I corsi aperti al pubblico sono corsi che realizzo per permettere a tutti di formarsi su tematiche che sono di fondamentale importanza, sia a livello professionale, sia a livello personale. Di solito, propongo tematiche super pratiche, infatti mi capita di avere in aula persone che vanno dai 14 ai 75 anni: dal ragazzo che vuole usare questi strumenti in ambito scolastico, alla mamma che vuole comunicare meglio coi figli, al manager che cerca dei mezzi per ottenere risultati professionali migliori.

 

Quali sono i commenti che solitamente ti rilasciano i partecipanti ai tuoi corsi?

I più soddisfacenti li ricevo in ambito aziendale, perché in quei casi a volte è l’azienda che decide di fare un corso a cui poi “obbliga” a partecipare i dipendenti. A volte, dunque, questi arrivano in aula svogliati o pieni di pregiudizi, perché magari per anni hanno fatto corsi noiosi e inutili.

La mia sfida, dunque, sta proprio nel coinvolgere queste persone e far loro cambiare idea.

Solitamente, dunque, già alla prima pausa caffè vengono a dirmi “Sai, pensavo di star buttando il mio tempo, invece è molto interessante e sono felice di essere venuto. Non vedo l’ora di imparare il resto!”.

Oltre a questo, solitamente sono tutti molto soddisfatti e una cosa che mi fa sempre piacere sentire è quando mi dicono che il tempo con me in aula vola. Vuol dire che si stanno divertendo e, per me, questa è la base per un apprendimento davvero efficace: quando ti diverti, il cervello apprende e ricorda molto meglio.

 

Dovendolo dire in poche parole: partecipare a un tuo corso è utile perché…

…perché gli strumenti che ti propongo, se li usi, ti possono cambiare radicalmente la vita, in meglio ovviamente.

Inoltre, alcune tematiche che affronto permettono alle persone di riflettere su sé stesse e di arrivare a conoscersi in maniera molto più profonda, capendo varie cose di sé e prendendo decisioni importanti di conseguenza.

 

Oltre all’attività di formatore, cosa comprende il tuo lavoro?

Insegno da 4 anni all’università IUSVE, per i Campus di Mestre e di Verona. Ho insegnato Intelligenza Linguistica per 3 anni, ora insegno Neuro Linguistica (laurea Triennale) e Persuasione Linguistica (laurea Magistrale).

Partecipo spesso a meeting e conferenze di vario genere come speaker e relatore.

Svolgo poi l’attività di coach, in cui seguo professionisti e non, aiutandoli a definire e raggiungere obiettivi sia personali, sia lavorativi. Insieme, lavoriamo anche alla strategia, alla comunicazione e a varie attività collaterali.

Infine, svolgo attività di copywriting: diverse sono infatti le aziende e le persone che mi chiedono di scrivere per loro testi dei siti, newsletter e post social. In questi casi, si parte sempre dal tipo di contenuto che vogliamo realizzare, passando poi al tono che esso deve avere e al target a cui è rivolto, fino ad arrivare all’obiettivo: in questi testi, sfrutto specifici modelli linguistici molto efficaci, calibrati ovviamente in base al contesto.

 

So che hai all’attivo due libri, “Come e perché odiare amare la gente” e “Intelligenza Linguistica”. A quando il tuo prossimo libro? Di che cosa parlerà?

Sì: il primo è un libro molto particolare. Racconta la mia storia, il mio incontro con quel famoso docente (c’è una bellissima intervista a lui, nel libro) e una serie di strumenti pratici circa il mondo della comunicazione. In più, rappresenta un viaggio bellissimo, in grado di dare speranza a tutte quelle persone, giovani e non, a cui non piace la vita che conducono e sono convinte che non riusciranno mai a cambiarla.

Il secondo, chiaramente, è un manuale pratico di Intelligenza Linguistica, ma è un manuale molto particolare: simpatico, divertente e… ricco di sorprese.

Il prossimo libro penso uscirà nel giro di un anno e parlerà di Persuasione.

Però… ne ho già in mente altri due, di cui uno estremamente particolare. Per ora, non dico altro.

 

So che hai due bambini piccoli. Anche con loro fai un uso sapiente del linguaggio? Puoi farci un esempio a favore dei genitori o degli insegnanti che ci stanno leggendo?

I bambini sono quelli che, più di tutti, assorbono in profondità le cose che diciamo loro. Tutto ciò, nel tempo, crea in loro convinzioni, valori, perfino tratti caratteriali.

Purtroppo, la maggior parte delle persone non ha la minima idea di come funzioni la comunicazione e di come questa sia in grado di trasformare in profondità i bambini e, soprattutto, gli adulti che diventeranno.

Con i miei figli faccio un uso molto accorto del linguaggio, perché il lavoro che faccio in questo mi avvantaggia notevolmente (e i risultati, in loro, si vedono ampiamente). Allo stesso tempo, ci tengo a dire che anche io sono un essere umano e, soprattutto quando c’è in ballo l’emotività, anche io sbaglio. Certo, magari sbaglio meno rispetto a chi non conosce questi strumenti, ma sbaglio anch’io.

Eccoti uno dei tanti esempi che posso farti, relativamente all’uso accorto del linguaggio: quando vogliamo riprendere un figlio, è sbagliato dirgli “smettila, sei un X!” (al posto di “X” mettici “monello”, “cattivo”, “stupido”, ecc.). Così facendo, infatti, stiamo usando il verbo essere e, di fatto, stiamo dando un giudizio sulla sua identità: quel “sei” fa capire al bambino che lui è sempre così. A lungo andare, frasi di questo tipo faranno sì che il suo cervello metta in campo tutte le azioni coerenti con la convinzione identitaria che gli stiamo installando, diventando, di fatto, proprio ciò che lo accusiamo di essere. Il modo giusto di rimproverare, in questi casi, è andare sul comportamento, dicendo “Smettila, ti stai comportando da X!”. In questo modo, stiamo circoscrivendo la cosa al singolo comportamento del momento, non andando in alcun modo a intaccare il livello dell’identità. Un cambiamento linguisticamente piccolo, ma strutturalmente enorme.

 

Ok, voglio chiudere con una domanda un po’ particolare: dato che sei un appassionato e un esperto di linguaggio, hai delle parole chiave che guidano la tua vita?

Sì: energia, coraggio e libertà.

L’energia è quella che da sempre mi contraddistingue in ogni cosa che faccio ed è anche ciò che ricerco a livello di stimoli, sia nel mondo, sia nelle persone.

Il coraggio, inteso come abilità di agire nonostante la paura, mi aiuta a superare costantemente i miei limiti.

La libertà fa parte dei miei valori profondi ed è un elemento che si rispecchia sia nella mia mentalità, sia nel tipo di lavoro che ho scelto, sia, soprattutto, come finalità dei miei corsi: le materie che insegno hanno l’obiettivo intrinseco di rendere le persone più libere.

Più libere di scegliere, più libere di raggiungere i risultati che desiderano, più libere di essere chi davvero vogliono essere.