“I soldi non fanno la felicità” recita un antico proverbio. È davvero così oppure la questione è un po’ più complessa?
Forse sarebbe corretto dire che “i soldi non sono sinonimo di felicità”. E le persone sembrano accorgersene sempre di più, tanto da slegare questi due concetti e rimescolare le proprie priorità.
“Fenomeni come la Great Resignation dimostrano che sempre più giovani sono alla ricerca di posti di lavoro migliori e addirittura il 25% di loro è alla ricerca di un senso oltre lo stipendio” raccontano Francesca Scelsi, Erica Zuanon e Alessandra Dell’Aglio, founders di Azione IKIGAI, il percorso di consulenza di carriera che permette ai lavoratori di trovare la professione che vale il proprio tempo.
Secondo i dati raccolti da Workmonitor, indagine semestrale sul mondo del lavoro realizzata da Randstad in 34 Paesi, intervistando 800 dipendenti per nazione dai 18 ai 67 anni, è emerso che più della metà dei professionisti italiani interpellati avrebbe intenzione di cambiare lavoro.
Il 29% dei lavoratori italiani è alla ricerca di un nuovo impiego e la percentuale sale fino al 38% nella fascia dai 25 ai 34 anni. Una tendenza che si riscontra maggiormente radicata nella Generazione Z.
Il 56% dei lavoratori nella fascia 18-24 anni sarebbe disposto a lasciare il proprio impiego se il datore di lavoro non dovesse tenere in considerazione le proprie richieste e il 51% nella stessa fascia ha deciso di privilegiare il proprio benessere personale a discapito della sicurezza di un’entrata economica.
Nel 2021 un report di Gallup ha confermato come l’engagement dei lavoratori sia un fattore estremamente rilevante. Secondo i dati della ricerca la produttività aumenta del 17% e la qualità superiore del lavoro dei dipendenti comporta un incremento della soddisfazione del cliente del 10%. Un maggior engagement dei lavoratori significa un aumento del 21% della profittabilità aziendale.
La nuova ricerca di InTribe su Felicità e Lavoro
Una ricerca condotta da InTribe, società tecnologica di ricerche di mercato che usa gli open data e le indagini online per tracciare gli insight di consumatori e lavoratori, il 32,5% delle persone che intende cambiare lavoro a causa di esaurimento emotivo, fisico e mentale e il 21% a causa di un ambiente lavorativo non orientato al benessere. In base a questi dati è evidente come la mancanza di un complessivo stato di felicità sul luogo di lavoro sia uno dei fattori primari che spingono sempre più persone a prediligere il proprio benessere emotivo a qualche cifra in più sulla busta paga. Un dettaglio sfociato da qualche tempo nel fenomeno della Great Resignation.
“Si parla ormai da un anno di Great Resignation ed è ormai evidente come questo fenomeno sia legato al cambiamento del modo di vivere il lavoro, soprattutto delle generazioni più giovani” afferma Mirna Pacchetti, CEO e Co-Founder di InTribe.
“Secondo una ricerca condotta da InTribe a marzo 2022 su 2.142 intervistati, emerge che nell’ultimo anno il 7,2% dei lavoratori italiani ha cambiato lavoro, il 39,6% ha provato o è riuscito a cambiare lavoro e il 24% potrebbe considerare eventuali nuove opportunità.
Solo il 36,4% i lavoratori dipendenti non pensa affatto al cambiamento.
Tra coloro che hanno cambiato lavoro negli ultimi 12 mesi o stanno pensando di farlo, il 67,9% dichiara d che la causa è lo stipendio basso. È però interessante osservare come il 34,2% lo indichi come unico motivo, mentre il 33,7% affianchi a questa anche altre ragioni.
Tra le motivazioni non legate allo stipendio, ne spiccano 3:
1. il management inadeguato, indicato soprattutto dai dipendenti Baby Boomers (18,1%)
2. mansioni non in linea con i propri sogni (16,8%)
3. la mancanza di apprezzamento/riconoscimento sul lavoro (14,9%)
Dall’indagine emerge quindi come la great resignation sia in primis spinta da motivazioni economiche, principalmente legate ad altre ragioni che riguardano sia la volontà di realizzarsi, sia di trovare un luogo nel quale sentirsi apprezzati”.
Alla luce di questa tendenza sempre più diffusa, la startup Azione IKIGAI di Erica Zuanon, Francesca Scelsi e Alessandra Dell’Aglio, arriva in supporto con un percorso che permette di posizionare finalmente in primo piano elementi come SENSO, ENERGIA, CHIAREZZA e SALUTE.
Come dimostrano i dati di InTribe, sempre più persone – in particolare la Generazione Z – privilegiano priorità differenti rispetto al passato, che non relegano più in un angolo il benessere e la soddisfazione a discapito di un maggior compenso economico.
IKIGAI: quando Felicità e Lavoro vanno finalmente a braccetto
IKIGAI è un termine giapponese che significa “Un motivo per alzarsi la mattina”. Rappresenta in modo sintetico ciò che tanti lavoratori, sempre di più stanno cercando: un senso oltre il semplice dover lavorareper portare a casa lo stipendio.
Molti ancora temono che questa sia una chimera per pochi ma in realtà, nonostante le criticità del mercato attuale, con i giusti strumenti è possibile migliorare la propria quotidianità, realizzarsi professionalmente e provare un senso di pienezza e autorealizzazione che davvero ti fa alzare la mattina con voglia di fare anziché fastidio e stress.
Francesca Pepice, una dei partecipanti al percorso Azione IKIGAI racconta: “Il mio periodo di rinascita comincia poco più di un anno fa, dopo una frustrante ricerca su Google:”Cambiare lavoro a 46 anni”, dettata dalla delusione di aver appena firmato il tanto ambito contratto a tempo indeterminato ed essermi accorta di aver sbagliato completamente posto di lavoro…per l’ennesima volta!
Ho riflettuto, mi sono resa conto di non essere soddisfatta al 100%… Mi manca la soddisfazione professionale ed economica. Ma è raggiungibile a 46 anni?
La mia ricerca su Google mi ha condotta sul sito di Azione IKIGAI. Scopro che Erica Zuanon, co-founder del progetto, è di Padova, abita relativamente vicino a me e ha ideato questo percorso con due colleghe. Nei post del gruppo FaceBook trovo gente più o meno della mia età e, guarda caso, più o meno con la mia stessa storia professionale.
Mi iscrivo praticamente subito alla versione Premium e comincio a seguire il metodo, quasi sempre in differita grazie alle registrazioni delle Masterclass.
Sono partita con gli step più tecnici. Bilancio delle competenze e profilo LinkedIn: il modo in cui mi sono stati spiegati e proposti in Azione Ikigai, ha permesso alle sensazioni positive di emergere.
Ci sono stati anche momenti di sconforto perché le attività e gli esercizi che vengono proposti sono tanti, e a volte non ne capivo il significato e l’utilità. Ma sia i membri del gruppo che le coach mi hanno sempre spronato ad andare avanti, ricordandomi che ognuno ha i suoi tempi e che il percorso va affrontato con costanza ma senza stress… A piccoli passi.
Pian piano sono riuscita a smembrare la mia professionalità e personalità, ho scoperto le mie reali capacità e competenze, ho capito quali sono le mie vere necessità ed esigenze…e ad un certo punto, mi sono trovata con tutti i pezzi di questo puzzle in giro.
Confrontandomi con le mie tre coach – Erica Zuanon, Francesca Scelsi e Alessandra Dall’Aglio – ho rimesso in ordine tutti i pezzi del mio puzzle: tutti i sentimenti, le emozioni, le sensazioni che sono riemerse hanno trovato il loro posto.
Mi sono finalmente resa conto di voler essere cercata e pagata per la mia professionalità e non per il tempo trascorso in azienda e soprattutto mi sono accorta di avere sempre avuto in tasca tutte le possibilità per riuscire a realizzarmi in questa maniera. I problemi e le paure che mi bloccavano erano legati ad una mancanza di valorizzazione professionale e personale.
Ero inconsciamente convinta di essere “sbagliata” perché sempre insoddisfatta di un lavoro qualsiasi che trovavo. Ora invece ho capito che non sono io che devo adeguarmi ad un lavoro ma devo creare io stessa un lavoro adeguato a me.
Questo percorso mi ha dato e mi sta dando gli strumenti pratici per riuscire a farlo.
Il mio modo di approcciarmi alla vita e di conseguenza al mondo del lavoro è cambiato nettamente e le opportunità hanno cominciato ad arrivare – oppure io ho iniziato a vederle – tant’è che ora posso addirittura permettermi di scegliere con chi voglio lavorare.
Non sono ancora arrivata dove voglio (chissà mai se ci arriverò) ma sicuramente sono arrivata ad essere come voglio e garantisco che questa per me è la condizione ottimale per vivere serena e soprattutto soddisfatta, nella vita e nel lavoro. Non più due entità separate.
Sono soddisfatta perché faccio quello che mi piace e quello che faccio mi piace perché sono soddisfatta; questo sarà il mio loop per il futuro…GRAZIE Azione IKIGAI”.
Felicità e lavoro: come renderlo un connubio possibile
Ecco quindi qualche consiglio delle coach di Azione IKIGAI per scoprire il tuo IKIGAI e migliorare la tua vita professionale.
1. Datti la possibilità di credere che esistano panorami lavorativi diversi, nonostante la crisi e la difficoltà globale del momento: le più grandi opportunità, da sempre si nascondono dentro i periodi di maggiore crisi.
2. Circondati di persone che credono nella tua voglia di migliorare la tua situazione professionale, anziché abbatterti sotto il peso dei “non è possibile oggi, ma chi te lo fa fare, datti una calmata”
3. Dedica del tempo a migliorare la tua employability: molto spesso non serve fare chissà quali corsi di formazione ulteriore, ma semplicemente imparare a comunicare meglio e più efficacemente i tuoi risultati già raggiunti
4. Ricorda che oggi ciò che sei è solo una piccola parte dell’equazione: l’altra parte è fatta del come appari nel mondo, web in primis. Il come ti muovi sui social, il come ti comunichi nel tuo network di persone, le persone che formano il tuo network sono altrettanto (e più) importanti di come scrivi il tuo curriculum
5. Passa più tempo a fare domande: usa i social per intessere relazioni e parlare con altri lavoratori. Il mondo del lavoro oggi è così immensamente vario che non hai idea di quante professioni esistono di cui tu non conosci nulla ma che potrebbero costituire una valvola di sfogo preziosa verso cui indirizzare i tuoi sogni e aspirazioni!