Davanti al decreto legge che il Governo ha approvato ieri senza alcuna esitazione o confronto preventivo con le parti sociali relativo alle cessioni dei crediti il mondo dell’edilizia è in vera fibrillazione. Nella sola Lombardia ben 12 mila imprese e 75.000 lavoratori sono a rischio.
<<ll provvedimento del governo sulla cessione dei crediti – sottolinea il segretario generale Feneal UIL Lombardia Riccardo Cutaia – rischia di far tornare il Paese in recessione con il rischio di provocare da subito un effetto deflagrante sul settore, con la totale paralisi degli interventi di edilizia privata legati ai bonus in vigore, il fallimento di migliaia di imprese impegnate nel comparto e la conseguente perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro>>.
Il testo in vigore già da oggi, di fatto cancella completamente quanto previsto dell’art.121 del DL Rilancio, sospendendo con effetto immediato la possibilità per i soggetti che effettuano le spese per le quali si possono ottenere bonus edilizi (Superbonus, Eco e Sisma, Ristrutturazioni, Facciate, ecc.) di optare per lo sconto in fattura o per la cessione del credito d’imposta.”
“Si tratta – prosegue Cutaia – di una decisione che ancora una volta denota la miopia politica di un Governo che di fatto allontana l’Italia dall’Europa e la espone ad un enorme rischio. Vogliamo ricordare, qualora ce ne fosse bisogno che l’Europa con l’ultimo aggiornamento della direttiva sul rendimento energetico degli edifici, ha chiesto a tutti gli stati membri di arrivare al 2050 con un parco edifici ad emissioni zero. Un obiettivo che evidentemente questo Governo non ha più intenzione di raggiungere, per non parlare dell’esigenza di adeguamento sismico e di messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio, all’indomani dell’immane tragedia che ha stravolto la popolazione turca e che dovrebbe far riflettere sulle priorità strategiche a tutela dei cittadini e della loro incolumità>>.
Le associazioni di rappresentanza delle categorie maggiormente interessate dalle disposizioni del decreto-legge saranno sentite dal Governo il prossimo 20 febbraio, ma il confronto dovrebbe essere esteso anche alle organizzazioni sindacali che rappresentano chi tra poco verrà licenziato e si troverà di nuovo senza un lavoro, cosa che al momento non appare.
<<Inoltre – prosegue il leader sindacale – anche il nuovo Codice degli Appalti entrato nel rush finale sembra che stia per essere di nuovo cannibalizzato da volontà politiche che prediligono la deregolamentazione alla tutela del lavoro e alla sicurezza dei lavoratori>>.
Da quanto emergerebbe dai lavori delle commissioni, infatti, anche l’art. 119 rischia di venire smantellato, che per i non addetti ai lavori si tratta dell’articolo che prevede oggi il rispetto del principio secondo il quale i lavoratori in subappalto debbano avere gli stessi diritti e trattamenti in pratica lo stesso contratto collettivo dei lavoratori dipendenti dell’impresa che appalta.
<<Se questo principio venisse meno – conclude Cutaia – siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni di lotta che si renderanno necessarie. – Non possiamo più accettare che a pagare siano sempre i lavoratori che ogni giorno, anche a causa dell’assenza di controlli adeguati, perdono la vita sui cantieri>>