Treni, stop carrellini ristoro intercity, 25 lavoratori a rischio, 16 a Genova, 9 a Milano; sindacati chiedono aiuto regione Liguria.

Tra i tanti effetti collaterali del covid sul mondo del lavoro, c’è anche quello che riguarda 25 addetti al servizio ristorazione sui treni intercity, che dal prossimo luglio rischiano di perdere il posto di lavoro: 16 a Genova, altri nove a Milano, dipendenti della cooperativa l’Unibis. Sono gli operatori dei cosiddetti “carellini”, quelli che passano nei corridoi dei treni a lunga percorrenza a chiedere ai passeggeri se vogliono uno snack o una bevanda. Il servizio è finanziato dal contratto nazionale dei treni a lunga percorrenza non a mercato, quindi degli intercity e non delle frecce, scaduto ma prorogato fino a fine giugno e il cui rinnovo è in fase di discussione tra ministero e Trenitalia.
“Ma se il rinnovo del contratto nazionale è abbastanza scontato, altrettanto non si può dire per il suo valore e il volume delle attività che verranno ricomprese- spiega all’agenzia Dire Laura Andrei, segretaria generale Filt Cgil Liguria- i primi a fare le spese di questa incertezza rischiano di essere I lavoratori più deboli, come queste 25 persone, non dipendenti diretti di Trenitalia e, anzi, legati a un subappalto del servizio nazionale di ristorazione”. Tra poco più di cinque mesi, queste persone rischiano di trovarsi senza lavoro e, ancora prima, senza reddito. Durante il primo lockdown, il servizio era stato soppresso sia per le regole legate al contenimento della pandemia, sia per la diminuzione di convogli e viaggiatori. Ma I ristori e gli ammortizzatori sociali avevano fatto la loro parte nel continuare a dare un sostentamento ai lavoratori.
Quando i treni sono tornati a circolare a pieno regime, però, il servizio di ristorazione a bordo con I carrellini non è stato ritenuto più così fondamentale, dato che I costi non erano completamente ammortizzati a causa della riduzione dei passeggeri, ed è ripreso solo parzialmente. Tanto che Trenitalia si dice sia intenzionata a sostituire tutto con delle macchinette self service sui vagoni. Se saltasse il rinnovo dell’appalto, dopo la proroga fino a fine giugno, per I lavoratori potrebbe voler dire licenziamento collettivo. Ma I problemi riguardano anche i prossimi cinque mesi.
Il lavoro a bordo, anche a causa della soppressione dei Thello solo parzialmente reintegrata con nuovi intercity (due coppie di treni contro i tre precedenti), non è mai ripreso a pieno: l’anno scorso c’era la cassa integrazione covid per sostenere gli addetti che prendevano servizio a rotazione. Ora, però, gli ammortizzatori sociali sono finiti, lo smaltimento delle feriepure e la cooperativa non ha fatto richiesta di nessun altro tipo di cassa integrazione. “Per questo- conclude Andrei- chiediamo alla Regione Liguria di intervenire in qualche modo a sostegno di queste persone”. Venerdì è in programma un incontro con l’azienda.