Unione Artigiani, patto con la scuola media

Per i giovani studenti l’artigiano è poco più che Geppetto, un anziano signore con la barba bianca che lavora da solo in uno scalcinato laboratorio. Per molti genitori, l’iscrizione dei propri figli ad una scuola professionale è ancora vissuta come un’onta sociale. Per i docenti referenti dell’orientamento delle scuole medie – spesso insegnanti di lettere – l’artigianato è un mondo ancora poco conosciuto e non sempre questi insegnanti hanno gli strumenti per indicare agli studenti le opportunità di formazione, di lavoro immediato e di guadagno che offre il settore. Il risultato è descritto dai numeri: gli artigiani oggi cercano disperatamente 40mila figure solo tra Milano e la Brianza e non li trovano.

Unione Artigiani vuole provare ad invertire la tendenza e scende in campo, direttamente nelle scuole, con una proposta lanciata stamattina a Palazzo Marino all’incontro “Porta un artigiano in classe”.

“Si tratta di un patto di collaborazione tra la filiera formativa, le istituzioni e le nostre imprese – ha spiegato il Segretario Marco Accornero – insieme all’Ufficio Scolastico Territoriale, alla rete dei Centri di Formazione Professionale e all’assessorato alle attività produttive del Comune di Milano vogliamo far conoscere agli studenti delle scuole medie, già a partire dal secondo anno, alle loro famiglie e ai docenti le alternative offerte dall’artigianato: dall’alimentare all’artistico, dal legno-mobile alla meccanica, dalle attività 5.0 alla sartoria, dalla filiera casa ai servizi alla persona, dal parrucchiere all’estetista. Vogliamo fare in modo che i giovani e i genitori – attraverso newsletter, incontri con gli artigiani, visite in azienda e laboratori esperienziali e confronti diretti in particolare peer to peer con giovani artigiani – siano in grado di compiere una scelta consapevole e si possa in questo modo eliminare lo “stigma sociale” che da sempre pende sull’immagine della formazione professionale. A volte, ad un genitore basta conoscere i redditi medi di un artigiano con un minimo di esperienza e come per magia cade ogni barriera.”

ASSESSORA CAPPELLO: “FONDAMENTALE L’INFORMAZIONE SUI PERCORSI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE PER GARANTIRE IL FUTURO DELL’ARTIGIANATO”

“L’artigianato, oltre a essere un simbolo del Made in Italy, costituisce uno dei pilastri dell’economia e della cultura milanese, un patrimonio di eccellenza da preservare e promuovere, minacciato dalla mancanza di un adeguato ricambio generazionale. Per questo motivo – ha dichiarato Alessia Cappello, assessora alle attività produttive del Comune di Milano – è indispensabile coinvolgere i giovani e le loro famiglie, trasmettendo il valore di queste professioni, indirizzandoli verso percorsi di formazione specializzata. Come amministrazione, insieme alle associazioni di categoria, sosteniamo questo obiettivo attraverso il patto per il lavoro di Milano. La collaborazione tra pubblico e privato, sistema formativo e imprese, accompagnata da una corretta informazione, è fondamentale per garantirne il futuro dell’artigianato”

L’ARTIGIANO PER I GIOVANI? UN GEPPETTO. EPPURE I RAGAZZI SOGNANO UN LAVORO CON I VALORI DELL’ARTIGIANATO

Unione Artigiani ha coinvolto con iniziative di ascolto e sessioni di Lego Serius Play diverse classi di quattro poli formatvi superiori tra Milano e la Brianza (Scuola professionale d’arte muraria Milano, IIS Torricelli Milano, IIS Meroni di Lissone MB, IIS Argentia di Gorgonzola) per conoscere la loro idea di “lavoro” futuro e sapere cosa si aspettano da un loro “futuro capo”.
I ragazzi che abbiamo ascoltato hanno un’idea chiara del lavoro a cui aspirano e da evidare e lo descrivo con queste parole chiave: passione, libertà, stimoli da una parte e dall’altra temono di incontrare situazioni occupazionale del tipo “Immutabile – Prigione perfetta – Noioso – Catena di Montaggio”. In un “futuro capo” cercano ispirazione, guida, ricerca di soluzioni).
“Sono attese – ha commentato Claudio Vettor, il coordinatore della ricerca per Unione Artigiani – che sono molto in sintonia con l’essenza del lavoro artigiano, sia come dipendente che come imprenditore. Questi giovani – aggiunge Vettor – hanno anche molta paura di non essere all’altezza, di non essere rispettati. Abbiamo trovato ragazzi con una consapevolezza elevata della realtà in cui vivono, maggiore di quanto ce ne aspettassimo.
“Ne abbiamo tratto l’idea – conclude Vettor – che ragazzi e mondo dell’artigianato hanno una immagine distorta e stereotipata uno dell’altro che impedisce di avvicinarsi. L’immagine dell’artigiano per questi giovani è quella di un simpatico Geppetto. Occorre quindi fare in modo che questi due mondi su ascoltino reciprocamente per abbattere questi pregiudizi.”

SCHEDA: IL 10% DEGLI OVER 14 STUDIA NEI CENTRI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE, ASSUNZIONI IMMEDIATE NEL 90% DEI CASI

Ad oggi la rete dei centri di formazione professionale coinvolge circa 14mila ragazzi nella Grande Milano e circa 4mila in Brianza, pari a poco più del 10% della popolazione scolastica sopra i 14 anni. I corsi, con centinaia di opportunità offerte, durano generalmente tre anni al termine del quale, previo esame finale, viene rilasciato un attestato di qualifica professionale valido a livello nazionale. Prevedono fino al 50% di ore di pratica sul campo e la possibilità di svolgere un ulteriore quarto anno. I tassi di occupazione immediata sfiorano il 90%.
A fine luglio 2024 è stata approvata dal Parlamento la riforma denominata “campus 4+2” che consente agli studenti di diplomarsi in quattro anni e accedere ai due anni di ITS (Istituti Tecnici Superiori) promossi da centri formativi, imprese ed enti locali che agevolano ulteriormente l’ingresso nel mercato del lavoro con un biennio di lezioni ad elevata specializzazione sulle più avanzate frontiere del Made in Italy, con docenti provenienti dal mondo dell’impresa e tanta pratica in azienda.