Urbanistica: problema non solo di Milano. Il DL casa non basta, serve un piano casa nazionale

Sull’inchiesta riguardo all’urbanistica, “Nessuno si sogni che le interpretazioni che pongono una domanda sul fronte giudiziario e giuridico a Milano non vengano interpretate alla stessa maniera in altre città”. Lo ha affermato Alessandro Morelli, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal palco del convengo organizzato da Assimpredil Ance “La casa per gli italiani”.

“Il compito che il Governo si è assunto – ha continuato il sottosegretario – è trovare delle soluzioni su problemi che non riguardano solo Milano. È un problema di livello nazionale e regionale, indubbiamente per le numerose aziende che sono collaboratrici delle vostre imprese e dall’altra parte per la tassazione e il blocco sostanziale dell’immobiliare milanese che ha un interesse di livello nazionale. Nessuno cerchi di superare Milano da questo punto di vista in un momento di imapsse”.

Sull’intervento del governo, Morelli ha evidenziato che “il nostro compito è ricalibrare un’interpretazione che deve essere coerente con le norme. Il passaggio parlamentare ritengo che sia doveroso e fondamentale. Ognuno si prenderà le proprie responsabilità. Vedremo al voto del ‘Salva Casa’ come si comporteranno legittimamente tutti i partiti politici in Parlamento ma sono certo che ci sarà un’unanimità, cosa che purtroppo in queste prime settimane non si è verificato.

È necessario collegare tutte queste norme, dobbiamo lavorare per portare a casa anche la legge sulla rigenerazione urbana e una nuova norma come il testo unico dell’edilizia. Potranno esse l’una volano dell’altra, permetteranno di liberalizzare un settore talvolta troppo ingessato da interpretazioni delle amministrazioni, talvolta forse troppo creativo. Bisogna trovare un equilibrio” ha concluso.

Sul decreto ‘Salva Casa’, “Ci paiono misure di buon senso, che vanno ad incidere su situazioni interne, facendo finalmente chiarezza rispetto a normative che si sono stratificate nel tempo, creando, di fatto, solo tanta confusione”. Lo ha detto Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, dal palco del convengo organizzato da Assimprendil Ance “La casa per gli italiani”.

“Da quanto abbiamo potuto leggere – ha continuato De Albertis – ci sembra che questo decreto potrà intervenire per risolvere piccole difformità interne degli immobili.
Dopo anni di attesa si fa chiarezza e si risponde ad una esigenza che viene dal basso, che semplifica la vita ai cittadini, sanando interventi minori, che però spesso impedivano di vendere la propria casa, ingolfando gli uffici con carichi burocratici inutili.
Ma questo decreto non risolve i problemi di casa, in particolare nelle aree a maggiore densità di domanda.
Auspico, dunque, che il confronto continui e si possa mettere a terra il Piano Casa, un provvedimento che aiuti a rivedere le strategie pubbliche per riqualificare e potenziare l’edilizia sociale, ma allo stesso tempo permetta di intervenire per aumentare l’offerta di housing sociale, ovvero di case a basso costo per chi non può affrontare I’acquisto o l’affitto”.

“La situazione è di grande, grande preoccupazione. Auspichiamo che le inchieste facciano il loro corso, in tempi brevi. Ora tutto è fermo a Milano”.

“Quello che succede alla nostra città ci sta disorientando a tutti i livelli – ha continuato De Albertis sul caso Milano – imprenditori, professionisti e dipendenti del Comune che hanno agito in trasparenza nella convinzione di operare in piena legalità.
Le conseguenze le pagano in primis i cittadini che non trovano e non troveranno risposta alla loro crescente richiesta abitativa a prezzi adeguati e che vedranno limitato lo sviluppo della loro città, del loro territorio e delle opere pubbliche, che non potranno essere realizzate a causa del mancato introito degli oneri di urbanizzazione stimato in circa 150 milioni di entrate in meno per il 2024.
La pagano poi i piccoli e medi imprenditori del territorio, che noi rappresentiamo, che vedono le loro attività bloccate con la grave conseguenza di non riuscire a pagare gli stipendi a fine mese del personale di ufficio e di cantiere.
Considerate solo che hanno lavorato, lo scorso anno, nei nostri cantieri circa 80 mila operai.
Gli investitori, invece, semplicemente valuteranno altre opportunità, certamente non in Italia, perché ormai la vicenda milanese ha creato la convinzione che non c’è sufficiente certezza del diritto per sostenere i rischi imprenditoriali.
Il nostro operato ha seguito le regole che il legislatore, con le varie modifiche e innovazioni succedutesi nel tempo, ha posto per lo svolgimento dei procedimenti urbanistici ed edilizi, a tutela del suolo, del paesaggio, dei diritti di terzi.
Auspichiamo che gli interventi normativi arrivino in tempi congrui, perché, lo abbiamo sempre detto, regole certe e tempi delle procedure definiti sono la base per operare correttamente e, prima ancora, sono l’essenza di un ordinamento moderno in cui tutti noi vogliamo riconoscerci”.

“Occorre sbloccare la situazione di Milano che può propagarsi su altre città perché sono messe in discussione norme nazionali. Serve una chiara norma interpretative”. Lo ha detto Giancarlo Tancredi, assessore comunale alla Rigenerazione Urbana, dal palco del convengo organizzato da Assimprendil Ance “La casa per gli italiani”. Sul tema urbanistico, l’assessore ha auspicato “una strategia di sistema, che vuol dire che il problema va affrontato non settorialmente. Ad esempio, il tema della direttiva green è affrontato in modo specifico, dei trasporti in modo specifico, e non ci porta da nessuna parte. Serve una strategia trasversale, sulla casa accessibile e sul costruire accessibile. Anche sul tema del trasporto Regionale e metropolitano. Non c’è un trasporto pubblico pendolare adeguato che possa far dire a chi studia o lavora a Milano di andare ad abitare nei comuni di cintura”, ha concluso l’assessore.(MiaNews)