Smart City, fintech, cibo e agricoltura sono i settori in cui ha investito di più il Venture Capital italiano nella prima metà del 2022, secondo i dati di un rapporto realizzato daGrowth Capital, advisor italiano per aumenti di capitale operazioni di finanza straordinaria per startup e scaleup, in collaborazione con Italian Tech Alliance, l’associazione italiana del Venture capital, degli investimenti in innovazione e delle startup e Pmi innovative. Investimenti che nei primi nove mesi di quest’anno ammontano a 1,7 miliardi di euro (importo investito sia da operatori domestici che esteri in startup italiane), distribuiti su 234 round, in raddoppio rispetto ai circa 800 milioni dello stesso periodo del 2021 (dati AIFI, associazione di riferimento del venture capital e del capitale privato in Italia).
C’è poi un ulteriore ambito dove si sta manifestando l’interesse del nostro Venture Capital e che potrebbe rappresentare la nuova frontiera per il 2023: le HR Tech. Per tradurre gli acronimi, quello delle aziende per la ricerca del personale digitali, o tecnologiche (human resources tech) è un mercato che nel 2021 ha superato 53,1 miliardi di dollari e si stima possa raggiunge i 90 miliardi nel 2025, con un CAGR (tasso annuale di crescita composto) dell’11,6%, sulla base di un’analisi di Growth Capital e Cosmico, società attiva nel mondo HR tech. A livello europeo, dove il nostro Paese detiene una quota del 10%, con stime di crescita del 12,3% nei prossimi due anni, superiori alla media del Continente, il giro d’affari si attesta sui 7 miliardi (sempre in riferimento al 2021).
I Paesi del Nord America hanno generato più dei due terzi del valore di mercato, seguiti dall’ Europa, dove Germania, Gran Bretagna e Francia giocano la parte del leone (l’Italia ha contribuito per il 9,9% della parte europea) e infine dai Paesi delle aree America Latina, Africa e Asia. Le tendenze di sviluppo confermano questa composizione geografica, con l’ipotesi di un sostenuto tasso di sviluppo per Italia e Spagna, legato alla diffusione della cultura digitale presso la popolazione domestica.
“Il mercato dell’HRTech è in fortissimo sviluppo e le prospettive per i prossimi anni sono di una crescita sostenuta, in Europa e in Italia” sostiene Enrico Valocchia, amministratore delegato di Hume Capital, unica società italiana specializzata in fusione e acquisizione, (M&A, merger and acquisition) di agenzie per il lavoro. “Hume Capital è un advisor specializzato in operazioni M&A in tutto il comparto HR. Assistiamo nella loro crescita Start up in ambito HRtech e li affianchiamo fino all’exit, curando ogni fase dell’operazione”.
L’ analisi di Growth Capital e Cosmico fotografa un settore dominato da aziende “incumbent” (con almeno 10 anni di vita) -che hanno generato il 95,9% della quota di mercato, mentre il restante 4,1% è stato prodotto dalle startup- ma prospetta per queste ultime un raddoppio della presenza entro il 2025, in virtù del carattere innovativo delle loro soluzioni. Il che fa presagire che dal 2023 si verificherà, a livello globale e anche nazionale, un’espansione delle imprese tecnologiche dedicate al mondo del lavoro.
“Nel nostro Paese abbiamo start up in ambito HRTech di assoluto valore, cresciute moltissimo anche durante la pandemia. Il settore che continua ad essere trainante in Italia è quello della Talent Acquisition ma sono buone le prospettive anche in altri segmenti , engagement e learning and develepment su tutti” aggiunge Valocchia. “Anche le agenzie per il lavoro vivono un momento di grande rinnovamento: alcune di queste stanno rapidamente digitalizzando una parte dei loro processi e nel 2023, così come avvenuto in questi ultimi anni, continueranno nell’acquisizione di promettenti start up in ambito HRtech”.