Domenica 19 maggio ricorre nella Chiesa cattolica la solennità di Pentecoste, una delle feste più importanti per i cristiani, nel ricordo della discesa dello Spirito santo su Maria e gli apostoli, 50 giorni dopo la Pasqua.
L’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, presiederà la Messa nella parrocchia del Santo Curato d’Ars (via Giambellino 127, Milano), alle ore 10.30, sul campo di calcio dell’oratorio.
Come è tradizione da diversi anni, nella Domenica di Pentecoste si celebra anche la Festa delle Genti, un appuntamento molto atteso che raduna le comunità di cristiani cattolici migranti presenti nella Diocesi ambrosiana: filippini e latino-americani i più numerosi, ma anche cinesi, coreani, srilankesi, eritrei, copti, libanesi, albanesi, polacchi; e ancora, rumeni e ucraini di rito latino e di rito bizantino, e le varie comunità di cattolici francofoni e anglofoni.
La scelta della parrocchia del Santo Curato d’Ars per celebrare questa ricorrenza non è casuale. «Il quartiere Giambellino – spiega don Alberto Vitali, responsabile della Pastorale dei migranti – è sicuramente una delle zone a più alta densità di migranti della città. La stessa parrocchia, e tutta la Comunità pastorale di cui fa parte, si è spesa parecchio nell’accoglienza, tanto che era già stata programmata in questi giorni una Festa dei Popoli a livello locale, che culminerà ospitando la Festa diocesana».
Il tema della Festa, “Vidi una folla immensa”, richiama un versetto dell’Apocalisse che racconta la visione dell’apostolo Giovanni di una folla immensa, composta da persone di ogni nazione, lingua e popolo. «L’idea di fondo – continua don Vitali – è ricordare il desiderio di Dio che l’umanità sia una sola grande famiglia. Così le migrazioni non sono un accidente storico, ma rispondono a un preciso progetto di Dio».
Un’attenzione particolare sarà data alle comunità originarie di Paesi che stanno vivendo conflitti, come quelle ucraine e libanesi, ma anche ai migranti provenienti dell’Eritrea, che soffre per una dittatura, e a tante altre i cui Paesi sono colpiti da forme di violenza.
Dopo la Messa, che vedrà tra i concelebranti presbiteri e cappellani della Pastorale dei migranti della Diocesi, alle 12.30 è in programma il pranzo a cui seguirà la festa: un momento di gioia e reciproca conoscenza durante il quale le diverse comunità offriranno il loro cibo tradizionale ed esporranno simboli e prodotti artigianali dei Paesi di origine.