«L’1% dei fondi europei. Solo l’uno percento non basta: noi ne chiediamo almeno il 10%: perché un Paese che non investe nei giovani non ha futuro. Ecco, noi vogliamo essere ascoltati nel processo decisionale perché questo investimento storico rischia di essere l’ultima opportunità per la nostra generazione».
Con queste parole Francesco Caroli, socio fondatore dell’associazione Spazio Milano, aderisce all’iniziativa #UnoNonBasta, avviata da due movimenti che rappresentano migliaia di ragazzi in tutta Italia, Visionary e Officine.
Quest’ultimi hanno già avviato una campagna social e una petizione in cui chiedono alla presidenza del Consiglio di dedicare 20 miliardi di euro, dei 196 a disposizione dell’Italia dal Recovery Fund, ai giovani e alle politiche attive per un loro inserimento nel mondo del lavoro.
Per Martina Riva, tra le prime associate di Spazio, «in Italia troppo spesso i giovani sono considerati solo un numero. Classi sovraffollate nelle scuole, tirocinanti non pagati, cervelli in fuga, tantissimi precari se non disoccupati. Rappresentiamo il futuro. Eppure siamo senza soldi. La petizione è partita da meno di una settimana ed ha già raccolto quasi 50.000 adesioni. Sintomo che i giovani vogliono poter dire la loro per la costruzione del loro futuro ed è necessario ascoltarli”.
Per contrastare gli effetti del Coronavirus sull’economia e sul tessuto sociale del Paese, l’Italia otterrà prestiti per 127,6 miliardi di euro. Questa somma, seppur a tasso agevolato, graverà sulle future generazioni che dovranno restituirla, attraverso il pagamento di tasse e imposte, all’Unione europea. La Commissione infatti, pretende che queste risorse vengano spese seguendo quattro principi guida: sostenibilità ambientale, produttività, equità e stabilità macroeconomica, “e invece anche confrontando il piano italiano con quello degli altri Paesi europei, la differenza è tristemente evidente” conclude Andrea Bonetti il presidente di Spazio “la nostra associazione nasce nella consapevolezza che la tutela dei giovani e la costruzione del futuro del Paese corrono sullo stesso binario”.