Piano terra, dall’arredo urbano all’arredo pubblico, martedì 13 in Triennale.

Triennale Estate

Milano Urban Center 2021

A cura di Lorenza Baroncelli, Direttore artistico di Triennale Milano e membro del Comitato scientifico di Milano Urban Center

 

13 luglio 2021, 18.30

untitled architecture | agenzia 2791 PIANO TERRA

Triennale Milano e Comune di Milano presentano il settimo appuntamento di Milano Urban Center con la presentazione della ricerca del gruppo untitled architecture | agenzia 2791 dal titolo PIANO TERRA. Dall’arredo urbano all’arredo pubblico: ovvero, la pandemia come transizione progettuale.

Intervengono: Bogdan Peric, untitled architecture; Guido Musante, agenzia 2791; Martin Rein-Cano, TOPOTEK1; Francesco Garofalo, Openfabric; Elena Madison, Project of Public Spaces; Marialaura Rossiello, designer; Lorenzo Palmeri, designer.

 

PIANO TERRA affronta il tema dell’arredo pubblico: un nuovo concept di arredo urbano connesso con la transizione pandemica. Il criterio di lavoro “ribalta” il tradizionale limite verticale tra spazio pubblico e privato, considerando pubblico ogni luogo a piano terra, e osservandolo come parte di una ideale “città-stanza”, estesa su tutto il territorio urbano.

L’output del programma è costituito dal LAB multidisciplinare OpenUp, ispirato dall’immagine neo-distopica di una futura, temporanea impraticabilità degli interni.

 

L’alterazione delle distanze fisiche e sociali durante l’emergenza pandemica ha agito, oltre che come dispositivo di prevenzione sanitaria, anche come grande esperimento cognitivo e sociale, invitando a riflettere sulla possibile ridefinizione dei rapporti tra gli spazi e le attività che vi si esercitano. Il compito della politica e dell’urbanistica, così come dalla cultura del progetto, è dunque oggi più che mai anticipare e interpretare i cambiamenti che le condizioni post Covid-19 genereranno nelle routine di vita, soprattutto in quelle legate agli usi e alle percezioni dello spazio pubblico. Nel suo più immediato futuro, superate le emergenze sanitarie, la città dovrà approntarsi a un nuovo momento “inaugurale” della sfera pubblica, predisponendosi ad affrontare le complessità e le urgenze che in essa si eserciteranno: il gioco del ritrovarsi, il confronto delle disuguaglianze, il senso di paura, il desiderio di festa.

 

Il concept di PIANO TERRA si basa sull’ipotesi che la stagione di urgenza sanitaria globale abbia comportato un (lieve o significativo) spostamento del punto di vista sullo spazio aperto urbano e, conseguentemente, una mutazione dei bisogni e dei desideri a esso collegati. A partire da ciò, il programma di ricerca progettuale proposto guarda alla fase pandemica e post pandemica come a un fattore di transizione per lo spazio pubblico e di evoluzione dell’arredo urbano verso un format aperto alle nuove necessità, l’“arredo pubblico”.

 

Un po’ provocatoriamente, il programma PIANO TERRA “ribalta” il tradizionale limite tra spazio pubblico e privato (la parete che separa il dentro dal fuori), considerando come spazio pubblico tutto quanto si trova al piano terra e come spazio privato tutto quanto si trova dal primo piano in su. Un “artificio concettuale”, sintetizzato dall’immagine della città -stanza: un ambiente di 1 piano, esteso come l’intero territorio urbano e abitato dall’intera popolazione urbana, completato da arredi dotati di qualità di accoglienza e domesticità che tipicamente appartengono a luoghi pubblici “un po’ casa”: come bar e negozi, hall di alberghi e uffici, corti e porticati, diurni e pensiline…

L’approccio progettuale di PIANO TERRA si esercita ai lati degli strumenti e delle regole urbanistici, ipotizzando uno scenario di riferimento e, da lì, riflettendo su nuovi modelli. Tale approccio si basa sull’inversione concettuale dell’esperienza lockdown, immaginando una nuova distopia reale conseguente alla diffusione pandemica di un virus in grado di proliferare solo all’interno degli edifici. Lo strumento di contrasto a quest’ultimo, chiamato OpenUp, obbligherebbe l’intera popolazione urbana a vivere solo negli spazi esterni, temporaneamente ma per un periodo indefinito. In tale condizione gli spazi aperti agirebbero da ambienti sicuri, mentre il piano terra degli edifici, parzialmente aperto, agirebbe da filtro rispetto agli ambienti più a rischio. Da questa nuova distopia, di totale fantasia ma di chiare regole, scaturirebbero alcuni elementi in grado di “amplificare” alcuni tratti, fisici e intangibili, dello spazio pubblico futuro e per immaginarne alcuni modelli di arredo.

L’output del programma di lavoro PIANO TERRA sarà organizzato sotto forma del LAB multidisciplinare OpenUp, concepito come programma pubblico di interazione tra esperti, competenze e culture internazionali, e con il coinvolgimento di soggetti e istituzioni interessati dai temi e dalle ipotesi trattati.

 

Questo appuntamento fa parte del Public Program di Milano Urban Center, promosso da Triennale Milano e Comune di Milano nell’ambito di Triennale Estate. Triennale Estate è un progetto rivolto a tutta la città per tornare a vivere insieme la cultura. L’obiettivo di Triennale Estate è dare voce a diversi temi: dal design all’architettura, dalla rigenerazione urbana alla fotografia al teatro e alle performing arts, con una particolare attenzione a tematiche quali sostenibilità, green, diversity, dialogo intergenerazionale, valorizzazione delle figure femminili nell’arte contemporanea e con il contributo di discipline come la storia e la filosofia quali ulteriori chiavi di lettura per interpretare il contemporaneo.

 

I Partner Istituzionali Eni e Lavazza e l’Institutional Media Partner Clear Channel sostengono Triennale Milano. Il Main partner Intesa Sanpaolo e il Partner Lumina sostengono Triennale Milano per il progetto Triennale Estate.