Puccini nostro contemporaneo: I Love You TOSCA di Kinkaleri domenica 16 al Teatro Bruno Munari.

Dopo Turandot e Madama Butterfly, si conclude la trilogia che lo storico collettivo artistico ha dedicato alla riscrittura di alcune opere di Giacomo Puccini per il pubblico dell’infanzia. E non solo.

«Una palestra per giocare con la lirica, per non esserne atterriti, schiacciati, spaventati, ma al contrario avvicinarvisi divertendosi»: la critica teatrale Maria Antonia Rinaldi, sulle pagine dell’autorevole rivista Exibart, così sintetizza I Love You TOSCA, spettacolo del collettivo artistico Kinkaleri che, dopo il debutto al Teatro Fabbricone di Prato nell’aprile scorso, il 15 e 16 settembre sarà in scena rispettivamente a Torino e Milano, ospite del prestigioso Festival MITO SettembreMusica.

I Love You TOSCA è uno spettacolo per bambini dai 7 anni e adulti: non una semplice riduzione del capolavoro di Giacomo Puccini ma una sua rigorosa riscrittura, che intende rinnovare un linguaggio consolidato, ma a volte percepito come inaccessibile, restituendogli le originarie capacità comunicative ed emozionali. Riscoprendole vive e potenti.

 

Dopo Turandot e Madama Butterfly, l’ultimo attraversamento del modo poetico pucciniano vede in scena Marco Mazzoni insieme al soprano Yanmei Yang: «Per questo nuovo allestimento restano intatte le condizioni di partenza delle altre opere, dove ad agire tutta l’azione del dramma sono due figure: la protagonista femminile, che porta con sé la potenza del recitar cantando e un performer, che accoglie simultaneamente tutti gli altri personaggi nel vortice del molteplice “poter essere”, in diretta connessione con la miracolosa forza della fantasia creatrice dell’infanzia».

 

«Alcuni parallelepipedi in lattice, grigi monoliti che troneggiano su un palco di lattiginoso candore, costituiscono l’unica traccia all’interno di un paesaggio che i performer più che abitare agiscono, assemblano, modificano durante lo svolgersi dello spettacolo» spiega Alessandro Iachino sulle pagine di Teatro e Critica riflettendo, poco dopo, di «una rinnovata centralità della drammaturgia e dell’interpretazione».

 

Gli fanno eco Massimo Conti, Marco Mazzoni e Gina Monaco, autori di I Love You TOSCA: «Le trasformazioni dei personaggi a contrasto con la loro sanguigna e cruda realtà diventano un vero e proprio atto di magia. Un mantello cela e svela i personaggi, li trasforma e li rende presenti come solo il gioco serio di ogni bambino conosce. Lo spettacolo si sviluppa nel tentativo di non nascondere nessun avvenimento, per quanto scabroso possa essere, al fine di trasformarlo in esperienza del teatro, luogo in cui le emozioni si amplificano di pari passo con il livello di finzione».

 

Kinkaleri nasce nel 1995 come raggruppamento di formati e mezzi in bilico nel tentativo. La natura dinamica del gruppo ha permesso di consolidare una ricerca creativa personale, riconosciuta sulla scena delle arti performative contemporanee in Italia e all’estero. Dal 2001 Kinkaleri risiede a Prato nello spazioK, luogo di lavoro della Compagnia e Centro di Residenza Regionale per la città di Prato che ospita il progetto is it my world?, serie di appuntamenti volti a sostenere la conoscenza e la sensibilità verso la sperimentazione e la ricerca dei linguaggi contemporanei.

 

I Love You TOSCA sarà presentato a Torino sabato 15 settembre in doppia replica alle ore 16 e alle ore 18 alla Casa Teatro Ragazzi e Giovani (Corso Galileo Ferraris, 266/c) e a Milano domenica 16 settembre in doppia replica alle ore 16 e alle ore 18 al Teatro Bruno Munari (Via Giovanni Bovio, 5).

 

Info sul Festival MITO SettembreMusica: http://www.mitosettembremusica.it/it.

Info sulla Compagnia: http://www.kinkaleri.it/.

Kinkaleri, I Love You TOSCA. Adattamento, regia, coreografia, scene, costumi: Massimo Conti, Marco Mazzoni, Gina Monaco. Con: Yanmei Yang, Marco Mazzoni. Produzione: Kinkaleri. In collaborazione con Teatro Metastasio Stabile della Toscana, FTS Fondazione Toscana Spettacolo. Con il sostegno di Regione Toscana, Mibact – Dipartimento dello Spettacolo.

Fotografia di Guido Mencari | www.gmencari.com