Sino a domenica prossima in scena, sul palcoscenico del Piermarini, la Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala, diretta da Maurizio Vanadia La serata (l’orchestra sarà diretta da David Coleman, in buca anche un giovane pianista, allievo del Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano) si apre con la presentazione della Scuola composta da 165 allievi, ideata da Frédéric Olivieri, sul Concerto n. 23 per pianoforte e orchestra in la maggiore K 488 di Mozart. Al pianoforte Federico Gad Crema, selezionato fra diversi candidati che si sono fronteggiati in un concorso indetto all’interno del Conservatorio ‘G.Verdi’ di Milano.
Il programma prosegue con ‘Gymnopédie’ di Roland Petit, creato per il Balletto Nazionale di Marsiglia sugli omonimi tre pezzi per pianoforte di Erik Satie. La creazione fu pensata per tre primi ballerini della compagnia, Dominique Khalfouni, Denys Ganio e Luigi Bonino. La figura femminile, con un lungo tutù bianco e seducenti guanti neri, dipinge una nuova immagine della ballerina eterea e delicata, in dialogo con le figure maschili impegnate in pose plastiche, che nella gestualità atletica richiamano gli esercizi ginnici delle feste spartane cui si ispirano i pezzi di Satie.
A rimontare il balletto è stato chiamato lo stesso Bonino, a lungo collaboratore del coreografo francese, che non solo creò per lui balletti di grande intensità ma lo scelse come suo assistente ed erede. Al pianoforte Massimo Ciarella, da molti anni maestro collaboratore della Scuola.
Seguono estratti da un classico del repertorio tardo romantico. ‘Lo Schiaccianoci’, nella versione di Frédéric Olivieri da Lev Ivanov. Gli allievi eseguono il ‘valzer dei fiori’ e il ‘passo a due’ della Fata Confetto e del Principe, fra i momenti più coinvolgenti della partitura di Čajkovskij e della coreografia di Olivieri, già direttore della Scuola di Ballo ed oggi alla guida del Corpo di Ballo scaligero, che ha voluto restituire l’atmosfera fantastica e onirica del balletto originale quanto mai adatta per dei giovani interpreti.
Si chiude la serata con la ripresa di un altro capolavoro, interpretato dagli allievi nel 2013, ‘Gaîté parisienne Suite’, creato da Maurice Béjart nel 1978 per il Ballet du XXe Siècle dall’originale balletto in un atto solo di Léonide Massine del 1938 su musica di Jacques Offenbach, arrangiata da Manuel Rosenthal attingendo al catalogo delle operette.
Portato in scena da un poco più che ventenne Béjart a Londra, ‘Gaîté parisienne Suite’ conserva dell’originale solo la musica e trae ispirazione dal clima della Parigi fra la fine del Secondo Impero e l’inizio della III Repubblica, in cui furoreggiava una rivista illustrata come ‘La Vie Parisienne’ (titolo di una delle operette più celebri di Offenbach), ritratto ironico della società dell’epoca.
Fortemente autobiografico, ha come protagonista Bim, un giovane che, trasferitosi a Parigi per studiare danza, trova un’insegnante severissima (interpretata da Vera Karpenko, docente della scuola), da cui fugge cercando conforto nel proprio universo onirico popolato di strani personaggi. I duri magisteri ne faranno comunque un ballerino eccellente. Per la preparazione, gli allievi sono stati seguiti da Piotr Nardelli, fra i più raffinati interpreti dell’opera di Maurice Béjart nella cui Compagnia di ballo ha militato per diventare poi suo assistente, raccogliendone alla scomparsa la preziosa eredità.
A vestire i panni del giovane Bim un allievo del VII corso, Alessandro Paoloni. Nel 2013 il ruolo era stato affidato ad Angelo Greco, oggi principal del San Francisco Ballet.
Con il diploma assegnato lo scorso 26 maggio, la Scuola si prepara alla pausa estiva, non prima di volare in Russia, a Mosca il 19 giugno al Teatro Bolshoi e il 20 giugno al Palazzo del Cremlino per un Gala per festeggiare i 200 anni dalla nascita di Marius Petipa e il 280° anniversario della fondazione della Vaganova Ballet Academy e in Giappone al New National Theatre di Tokyo, nell’ambito del Gala Ballet Asteras 2018.