di Alessia Cattelan
“Il surf non è uno stile, ma un’attitudine mentale” lo dimostra il Sufer’s Den che da 25 anni cavalca una big wave chiamata Milano, dove i locali hanno la vita media di un pesce rosso e far parte di una comunità significa seguire la moda del momento. Il Den è, non vuole essere.
Di cosa sto parlando? Per capirlo dobbiamo tornare al 19 novembre 1999 in via Mantova 13 alle ore 19.00 quando per la prima volta aprono le porte del Surfer’s Den, prosecuzione strutturata dell’ASI Lombardia (precedentemente Milano Surf Clan) nata negli anni 80 per aggregare “gli inseguitori dell’onda perfetta” che all’inizio della nostra storia erano solo in tre.
Grazie al carismatico fondatore Francesco Aldo Fiorentino il Den diviene non solo la tana dei surfisti, ma un melting pot di punk, illustratori, designer e di personaggi dotati di libertà mentale. Ben presto la comunità di allarga e nel 2009 l’associazione necessita di un nuovo spazio e si trasferisce nell’attuale sede di Piazza Caduti del Lavoro, 5. Quelli bravi lo inserirebbero nei secret address della Milano da bere, ma che io preferisco definirlo un luogo di culto che devi vivere almeno una volta nella vita.
Se accetterai il mio consiglio ti ritroverai in una piazza deserta ai bordi della circonvalla chiedendoti chi te l’ha fatto fare. Abbi fiducia e varca la soglia di una porta anonima, ti assicuro che rimarrai a bocca aperta. Ad accoglierti un giardino incantato che a maggio di trasforma in uno dei roseti più suggestivi della città, grazie a un grande lavoro di riqualificazione di un terreno che rimase incolto per decenni.
La magia inizia da qui, tra le luci e l’autentica atmosfera surfista regalata dalle tavole da surf realizzate dal brand di casa Surfer’s Den Daily Surfboard,
per culminare sul palato grazie ai cocktail di Mastro Yuri e di Ira, il fil rouge di una storia che potrete scoprire solo frequentando questo giardino incantato, magari la domenica durante il brunch.
Le tavole costruite ad arte grazie all’esperienza del Franz sulle onde di tutto il mondo hanno visto collaborazioni con alcuni dei più importanti designer italiani come Giulio Iacchetti, Matteo Ragni, Odo Fioravanti.
Per celebrare questi 25 anni di attività due saranno esposte al museo dell’A.D.I. a Milano: vedrete Delfino design Giulio Iacchetti/produzione Surfer’s Den) ; Palkè II (design: Francesco A. Fiorentino e Giovanni Maria Cattani. Pattern su legni Alpi wood di Matteo Ragni)
Potrei continuare a scrivere per ore su questo luogo e le persone che lo rendono straordinario, ma mai poter rendergli giustizia. Il modo migliore per scoprire questo mondo sommerso è andare a viverlo.
Attenzione pero!Se deciderai di rami retta e giusto che tu sappia che:
- non sei tu a scegliere il Den, ma è lui a scegliere te
- porta dipendenza
- si entra tesserandosi (veloce e indolore)
- devi bere almeno una volta un Ape Vigorosa
- non devi essere necessariamente un surfista, ma molto probabilmente vorrai diventarlo subito
- non è un posto di tendenza, ma un luogo di culto
- entrai in un pezzo di storia milanese
- devi farti dare del giargiana dal Franz almeno una volta
Dimenticavo, si dice che esista una confraternita detta gli Anellidi che custodisce i segreti che rendono il Den un posto unico e che per farne parte sia necessaria un’iniziazione che può mettere sotto esame il futuro membro in qualsiasi momento. Chissà il prossimo prostrasti essere tu…
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*cit. Surfplay – Francesco Aldo Fiorentino – Tommaso Lavizzari. Passamonti Editore