Una superficie di 700 mq nella quale si dislocano 200 coperti e poi un gioco di luci e colori che rapiscono il cliente facendolo immergere in un’atmosfera quasi surreale.
L’ampia metratura del locale è stata intelligentemente suddivisa in diverse salette (sei interne e una esterna) ed ognuna ha una caratteristica che la contraddistingue dalle altre. A partire dal nome sempre piuttosto evocativo, come nel caso della sala dell’Angelo dove troneggia un’altalena con un paio di ali realizzate con delle piume dove potersi scattare foto e selfie che poi andranno rigorosamente condivisi sui social. Meglio se su Instagram, perché come spiega il direttore “ Chopstick Prati con il suo stile radical kitsch, vogliamo che diventi il locale più instragrammato della Capitale!”. E in questo alternarsi di sale e di spazi, a determinare la particolarità di Chopstick Prati è anche il gioco cromatico che si snoda principalmente su due colori: il fucsia e il verde. Del resto, un luogo kitsch non è certamente un posto qualunque e l’immagine deve rimanere impressa nella mente a lungo e vi assicuriamo che sarà così per Chopstick Prati. La proposta gastronomica, la mixology e la coccola del fumo lento
Sushi, sashimi, cucina cinese e interessanti creazioni fusion. Il menu di Chopstick Prati pur mantenendo una impronta volutamente orientale, strizza l’occhio a piatti che fondono culture, sapori e ingredienti diversi tra loro. Interessante anche la presenza di alcuni piatti vegani, vegetariani e gluten free, perché qui tutti gli ospiti devono poter trovare sul menu (che è completamente digitale grazie ai palmari presenti su ogni tavolo) i piatti desiderati e godersi il pranzo o la cena.
La formula che accomuna tutti i ristoranti del brand Chopstick è quella dell’all you can eat “Qui nella sede di Prati però, abbiamo ideato una proposta gastronomica che se da una parte sposa la linea generale del brand dall’altra si diversifica dal menu tipico del mangio quanto voglio”. Spiega Filippo Rutigliano aggiungendo che le varie portate sono state pensate e calibrate anche nella quantità per evitare che i clienti si concentrino nell’abbondanza dimenticando di gustare le creazioni che arrivano al tavolo. E parlando di piatti, ce ne sono alcuni che in poco più di un mese, sono già diventati dei signature dish come le polpettine fritte di salmone, il polpo rosticciato su hummus di edamame e ancora la polpettina fritta di salmone o il fiore di zucca con ricotta e salsa teriyaki. E poi ovviamente tutta la selezione di sushi e sashimi realizzati dal Maestro del Sushi con materie prime freschissime.
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