Dal giorno sulla spiaggia di Scilla, quando una mamma rincorse la sua bambina per metterle una mano sugli occhi e portarla via perché non vedesse quelle gambe artificiali appoggiate accanto al lettino (“fu come una pugnalata, mi sono sentita un mostro”) a quando, accucciata sulla pista di atletica di Vigevano con le sue protesi, stava facendo stretching, e un ragazzino, dando di gomito ad un compagno, disse “quella è un’atleta e vince”: la nuova vita della campionessa paralimpica Giusy Versace è in questi due episodi, ed è stata lei stessa a raccontarli in una serata a Pontedilegno, al festival “Una montagna di cultura…la cultura in montagna”.