“Non sono un disertore, ma un cospiratore” premette Alessandro Michele, incontrando la stampa in videoconferenza per parlare della rivoluzione immaginata per Gucci durante il lockdown e anticipata via Instagram con una serie di pensieri intitolati ‘Appunti dal silenzio’ nati dall’esigenza di “restituire giustizia al tempo creativo”. Di qui la decisione di “eliminare tre appuntamenti” perché “fare 5 show non è più accettabile”.
In pratica, ci saranno due appuntamenti l’anno in cui ci sarà – risponde lo stilista a chi gli chiede se pensa a sfilate coed “tutto l’umano che potete immaginare”. E, a questo proposito, anticipa che sul sito del brand ci sarà uno spazio MX che ospiterà parte della collezione genderless. Sempre nello spazio virtuale, finché il distanziamento lo impone, a luglio “usciremo con qualcosa che non si chiamerà cruise ma epilogo, che conterrà segni per un futuro prossimo”.
L’epilogo, sorta di chiusura dell’ultimo show, dove Michele aveva portato a vista i preparativi di una sfilata, sarà un racconto interpretato non da modelli, ma da ragazzi che lavorano con lui. Le tappe successive non sono calendarizzate a settembre perché “non posso fare una corsa per essere pronto” e quindi “saremo leggermente dopo”, si spera “in spazi reali” e comunque “non quando pare a me perché questo è un sistema enorme”. Ed è a questo sistema che Michele dice: “Mi piacerebbe che tutti capissero che fare cinque show è impossibile”. Una posizione condivisa da big come Saint Laurent, Armani, Dries Van Noten, le camere della moda inglese e americana. “Da qualche parte bisogna iniziare e non penso sia banale – conclude Michele, alla guida creativa di uno dei marchi del lusso più influenti al mondo – non fare più cinque show”. (ANSA).