con questo articolo si inaugura la rubrica ItinerArte a cura di Federica Rava
Questa è la storia di Pasqualina Tripodi, Pasly è il nome d’arte regalatole da Marta Marzotto.
Nasce in Calabria, un papà che amava lavorare il ferro battuto e mamma pittrice.Fin da piccola ha una forte passione sanguigna per la sua terra d’origine. Inoltre ha incredibili doti manuali.
Diventa Maestra orafa, consegue poi la laurea in “studi storico artistici” presso la Sapienza di Roma e diventa “ingegnere del gioiello al Politecnico di Torino”.Inizia a lavorare a Valenza nell’ambito della gioielleria tradizionale, ma la passione per la natura e per la sua Calabria la fa tornare alle origini.
Trova un filone più in linea con la sua idea di gioiello gentile. Nonostante Pasly ami i metalli e le gemme non accetta come questi vengano comunemente estratti e lavorati, infatti il settore orafo è tra i più inquinanti e devastanti del pianeta, poco equo socialmente anche se molte cose stanno iniziando a migliorare.Ecco dunque la soluzione, usare materiali vegetali uniti a metalli e pietre vintage.
Le materie prime che utilizzera’ saranno per lo più organiche, materiali che trova in natura o che coltiva come ad esempio il mais colorato. Pertanto recupera legno, semi ,gusci ,frutta, bacche, ecc. oltre all’utilizzo in molti casi di fibre grezze come la canapa o il lino.è proprio il forte ideale di ecosostenibilità e una forte radicalizzazione del territorio ad ispirare il suo “agrigioiello”. Ad oggi un piccolo laboratorio a Delianuova in Aspromonte dove crea i suoi gioielli. Qui, oltre che l’ideazione, avviene anche un processo di sperimentazione e studio molto importante affinché il materiale naturale possa durare nel tempo. Anche in questo caso i processi di stabilizzazione sono rispettosi dell’ambiente e della persona, attraverso sostanze vegetali come oli e cere. Nel laboratorio sono presenti utensili che Pasly ha perfezionato per il suo metodo di manifattura e un allestimenti costituito da molti oggetti e materiali di recupero.
A volte è sulla modella o sulla cliente che crea direttamente la sua scultura, proprio come se fosse un “Moulauge”, in altri casi parte da quello che trova in natura, da un elemento o da una forma particolare. Gli “Agrigioielli” sono tutti diversi, e non vengono riprodotti in serie.
Distinzione, carattere ed ecosostenibilità.
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Ringraziamo il fotografo Luigi Mancuso