Prosegue il boom del vino italiano: l’anno scorso i ricavi delle 155 principali aziende (che coprono il 76% del settore) sono cresciuti del 6,5%, con l’export aumentato del 7,7%. Ma continua anche la ripresa del mercato interno, che non si ferma dal 2014, momento peggiore della crisi sul comparto: nel 2017 il fatturato in Italia è salito del 5,2%.
Con il Vinitaly di Verona alle porte, lo afferma la consueta ricerca dell’Area studi di Mediobanca sul settore, che annuncia anche un forte ottimismo degli operatori per il 2018.
Secondo le interviste condotte dall’Area studi di Mediobanca, le aspettative di vendite per quest’anno restano infatti positive: il 93% delle società esaminate prevede di non subire un calo dei ricavi, mentre solo il 7% attende una flessione. Il 17,4% ritiene che le crescita sarà superiore al 10% rispetto al 2017. Confermate la classifica dei maggiori produttori: per fatturato nel 2017 ‘vince’ il gruppo Cantine Riunite-GIV (594 milioni, +5,1% sul 2016), Caviro (315 milioni, +3,9%) e Antinori (221, +0,4%). Seguono Zonin, che ha realizzato una crescita del 4,2% portandosi a 201 milioni, e la Fratelli Martini a quota 194 milioni in forte crescita (+13,3%). Sette società hanno realizzato nel 2017 (anno difficile per le rese che potrà pesare però sui conti dei prossimi bilanci) un aumento dei ricavi superiore al 10%: La Marca (+30%), Farnese (+28%), Ruffino (+15%), Enoitalia (+14%), Contri (+14%), Fratelli Martini e Mezzacorona (+13%).
La classifica dei produttori in base alla forza dei loro bilanci – basata su un indicatore di sintesi delle performance economiche e patrimoniali del 2016 – vede la presenza tra le prime dieci società di ben sei produttori veneti, tre toscani e uno piemontese, con Villa Sandi, Mionetto, Vinicola Serena e Botter con i migliori punteggi, seguite da Masi, dalla toscana Ruffino e da Santa Margherita.