Siamo in Emilia Romagna, precisamente a Carpi, città Natale di Charity Dago.
Qui è cominciata quella che possiamo definire una storia di riscatto e successo.
Charity Dago italiana di origini nigeriane, è nata e cresciuta nella provincia modenese insieme alla sua famiglia che ha contribuito ai 7 anni di Charity a dare un valore aggiuntivo alla cultura occidentale decidendo così di parlare italiano anche nella propria casa.
Le sue origini
Dago ha cercato sempre di dare tutta se stessa in ogni ambito della vita a partire dalla scuola per poi continuare nello sport e nel lavoro.
Charity Dago dichiara più volte che le persone “non l’abbiano mai fatta sentire abbastanza italiana”, quasi non all’altezza ed è proprio questa sofferenza che la porta a porsi delle domande: “la continua ricerca dell’eccellenza vale la pena?
È producente o controproducente?
Alienazione nel cercare di essere una persona che in realtà non sono, è una cosa buona?”
L’imprenditrice troverà risposte a queste domande che la interrogavano spesso in età giovanile affermando che: “L’eccellenza è una ricerca che tende all’infinito senza mai concretizzarsi” e poi : “È giusto rivendicare la mediocrità perché tutti hanno il diritto di non inseguire l’eccellenza”.
Il cambiamento
Il grande cambiamento dell’imprenditrice modenese avviene nell’ anno 2017, quando come lei stessa afferma: “Mi sono veramente accorta di essere nera”.
Prende dunque la radicale decisione di tagliare i capelli, che fino ad allora aveva sempre trattato chimicamente pur di renderli lisci per aderire ad un immaginario occidentale.
Commenta in un’unica frase:
“Nata per la seconda volta”.
Con quest’azione Charity Dago prende piena consapevolezza delle sue radici grazie soprattutto al movimento Natural Happy che in quel periodo stava nascendo in Italia e per esso riesce a pareggiare la sua appartenenza e le sue origini:
50% italiana, 50 % nigeriana.
Natural Happy era un movimento già molto conosciuto in America che consisteva nello sfoggiare capelli afro.
Dago passa così dall’avere capelli lisci e piastrati a tagliarli, lasciando l’acconciatura afro.
Sostiene in merito a questo momento: “Per quale motivo devo continuare a stirarmi i capelli se non per uno spirito di adattamento?!” e continua “sono rimasta troppo tempo nella mia comfort zone senza farmi troppe domande e soprattutto autolimitandomi”.
In sintesi possiamo definire il 2017 uno spartiacque, un periodo introspettivo e propedeutico a quella che si rivelerà poi una carriera imprenditoriale di successo.
Charity Dago arriva a Milano
Dopo un percorso di studi in Comunicazione e Marketing, Charity Dago cambia prospettiva e decide di specializzarsi nell’ambito Moda e diventa Fashion Stylist e Consulente d’immagine.
Ruolo ambito sin da bambina.
Comincia così una lunga gavetta come assistente stylist, dove si occupa di diversi eventi anche pubblicitari.
Nel frattempo si iscrive ad un’agenzia di attori e attrici per sostenere tutte le spese e fa pratica nei set pubblicitari dove sperimenta il suo nuovo taglio di capelli e prende consapevolezza di essersi immersa in una nuova realtà che lei stessa definisce: “casa”.
Questo cambiamento, non soltanto fisico ma proprio mentale, avviene anche dopo un episodio fondamentale: Charity Dago quell’anno viene convocata per un Casting come attrice dove avrebbe dovuto interpretare una donna in piscina durante una lezione di nuoto, ma ovviamente il cloro, essendo un additivo, un agente patogeno le avrebbe rovinato completamente la chioma.
Al tempo non essendoci ancora i prodotti specifici che trattassero o comunque proteggessero il capello, Charity rinunciò al ruolo nell’immediato.
La sua reale problematica si presentò quando nel confrontarsi con il suo agente dovette provare a spiegare il perché del rifiuto.
Oltre a non riuscire nell’intento, ebbe la percezione che un uomo bianco, non avrebbe mai potuto capire il disagio e proprio in quell’istante pensò che se al suo posto ci fosse stato un agente afro discendente, il problema non si sarebbe posto.
Da lì nasce il desiderio, l’idea che quella persona avrebbe potuto essere proprio lei.
Charity Dago descrive quella sensazione in questo modo: “Ho provato risentimento, amarezza, mi sono chiusa in me stessa per un periodo cercando, trovando soluzioni e non solo per me ma per tante altre persone nere che si ritrovavano e si trovano anche oggi ad affrontare situazioni di imbarazzo o magari di razzismo.
Poco dopo decide di relazionarsi, confrontarsi “one to one“ con altre persone nere e per circa due anni alimenta tutte le sue curiosità e gli aspetti fino ad allora sconosciuti, chiedendo anche nel concreto: quali fossero i problemi reali in Italia, cosa la gente vedesse in questa Nazione, ponendo concretamente anche domande ben dettagliate ad esempio: che cosa servisse creare di nuovo in Italia.
Il riscontro fu chiaro:
mancava qualcuno che li rappresentasse.
La stessa cosa la fece testando varie acconciature sul proprio capo, sperimentando e toccando con mano in prima persona un capello afro che fino ad allora Dago non conosceva e come lei anche tante persone bianche che spesso nel mondo della moda ignorano come trattare il cuoio capelluto di persone nere.
Charity Dago costruisce, edifica, studia un progetto personale da affiancare al suo ruolo, provando una sensazione unica e totalmente irripetibile.
La svolta
Conseguentemente Charity Dago viene chiamata inaspettatamente dalla Camera di Commercio di Milano per essere informata di un nuovo bando per giovani imprenditori di origine afro discendente che volevano creare una propria azienda.
Dapprima Charity Dago non interessata alla proposta risponde con negatività, dopodiché dopo un primo colloquio conoscitivo e dialogando con un ente della CDC trova supporto proprio nella realizzazione del suo progetto.
Dopo essere stata inserita come ultima partecipante e dopo un lungo percorso in Camera di Commercio nasce Wariboko.
Wariboko
Charity Dago chiama la sua Agenzia Wariboko non solo perché è il suo primo nome ma le ricorda il suo percorso, la sua storia e il perché lei decide motivo di intraprendere questo cammino difficile ma pieno di soddisfazioni e rivincite avvenute con il tempo.
Il significato nella lingua ijaw (nigeriana, ndr) è: “Colei che apre una porta”.
Successivamente Charity Dago si è dovuta imbattere con persone occidentali, anche influenti e spesso poco ortodosse che avviate nel mondo della Moda avevano una maggiore autorità e un forte impatto, proprio per far trasparire le proprie idee e pensieri di rivalsa e cambiamento.
Nel 2019 Dago si espone con enti prestigiosi nella moda manifestando e proponendo idee e modelli afro con la sensazione che quello stesso mondo prima o poi sarebbe cambiato: perché?
“Troppe pubblicità con poca rappresentazione, troppa poca diversità” .
C’era la necessità di una trasmutazione , di una vera e propria modernizzazione.
Charity Dago non si abbatte e anzi decide volontariamente di lavorare con Brand e persone che sposano quest’idea di rivalsa, di innovazione, di accettazione per combattere queste discriminazioni.
Sorprendentemente nel 2020 sono stati selezionati e scelti 4 modelli di Wariboko
Dago fu così consapevole che finalmente la strada era stata aperta.
Gennaio 2020: per Wariboko inizia una vera e propria rivincita, grazie alla partecipazione ad eventi e progetti pubblicitari importanti con Brand riconosciuti in tutto il mondo.
Lei stessa dichiara: “In quello stesso periodo è arrivata la Pandemia, che ha devastato tante popolazioni , pertanto lo definirei un tempo critico e disagevole ma con il lockdown siamo riusciti a plasmare, incrementare, sviluppare, sognare e creare Wariboko in maniera definita, edificando uno storytelling significativo.
Il 18 Dicembre è stata lanciata definitivamente in diretta streaming con un riscontro inaspettato, pazzesco.
Charity Dago stava creando qualcosa di Magico e ricorda con emozione e soddisfazione quella fase.
La scelta dei modelli
Wariboko nasce per dare voce e spazio a tutti quei talenti afro discendenti in diversi ambiti: cinema, pubblicità, televisione, moda e ad oggi anche nel doppiaggio ed è stata fatta una cernita delle persone che autonomamente si sono proposte per sposare le idee di rinnovamento del sistema.
Charity Dago afferma: “è stato stimolante e produttivo incontrare questi ragazzi-e nere che si sono raccontati per proporsi a far parte di questo sogno ormai reale, unendosi ad un racconto che aveva preso la giusta piega e sarebbe emerso sempre di più.
Abbiamo accolto tantissime richieste di persone senza esperienza, perché per la prima volta si sono sentite tirate in causa”.
Dago sente di aver colpito nel segno e nel cuore di tanta gente nera ma anche di tanti individui che credono che la diversità relativa a: colore, statura, handicap, immagine, etc debba essere vista non più come un disagio ma come un incontro di esperienze.
Entità che hanno la necessità di emergere e mostrarsi per quello che sono.
Il messaggio e gli obbiettivi di Charity Dago
La Mission (il messaggio) è quello di portare il maggior numero di persone afro discendenti nel mondo dello spettacolo.
La Vision (l’obbiettivo) di Wariboko è quello di riuscire ad arrivare nell’anno 2030 vedendo una società cambiata, evoluta non solo nell’ambito culturale e di tutela verso la popolazione nera riuscendo a trattare anche quelli che sono gli aspetti nella Moda portando a far emergere sui vari set anche team, professionisti neri: dal fotografo alla truccatrice, alla parrucchiera alla stylist, dando un impatto inesorabilmente nuovo; nei confronti di tutte le diversità, rappresentandole, abbracciandole e accompagnandole.
Diversità che fino ad oggi sono state emarginate.
Nel 2030 la diversità sarà l’unicità dei popoli.
Ulteriore obbiettivo è quello di arrivare al Doppiaggio unilaterale perché come sostiene Charity Dago: “Non è solo un diritto per uomini o donne bianche che si ritrovano ad interpretare voci di attori neri, forzando, caricando le tonalità.
Meta finale è quello di arrivare o portare qualcuno dell’agenzia Wariboko all’Oscar.
Il linguaggio secondo Charity Dago
Charity Dago vive una vita piena di sensazioni contrastanti, emozioni, sofferenze, rivoluzioni, cambiamenti e consapevolezze che con gli studi e la sua passione per la Moda la portano a rendersi conto che il linguaggio non soltanto nelle varie professioni ma proprio nella vita, utilizzato in primis da lei ma in special modo dai popoli occidentali è errato, spesso razzista e questa consapevolezza si trasforma inconsciamente in istinto di sopravvivenza.
Questo argomento per lei molto sentito, fa sì che anno dopo anno lei adotti la scelta e il coraggio di parlarne per dare un messaggio ineguagliabile :
È Fondamentale avere delle attenzioni, dei riguardi verso le persone nere e non solo, senza discriminarle per fattori come la religione, il modo di vestire, di comunicare.
Importante è chiedere, domandare, interrogarsi.
Dovremmo riflettere sul fatto che ognuno di noi ha un tallone di Achille che non vorremmo fosse motivo di penalizzazione, di derisione o di bullismo.
Il razzismo e la discriminazione hanno due significati diversi tra loro : il razzismo discrimina la razza, l’etnia culturale mentre la discriminazione è basato sull’emarginare completamente tutti coloro che hanno una problematica o una caratteristica personale diversa da ciò che si reputa “normale”.
Ma nel linguaggio sono due realtà che possono andare di pari passo.
Un consiglio o meglio l’ invito di Charity Dago verso tutti è quello di disarmarsi dai giudizi, ricordando:
“La dignità umana non ha prezzo”
Sara Maria Labidi