Il Dr Vidal Silva ha lavorato nella comunicazione, si è impegnato con responsabilità nelle maggiori associazioni civili e culturali negli anni, ha fatto una discesa in politica al livello comunale in Italia, e Egli è anche imprenditore.
Come lei si definirebbe ?
Innanzitutto il Dr Vidal confermando di aver lavorato nei vari ambiti sopra-menzionati, ha liberamente evocato la sua capacità del fare, che gli ha spesso permesso di mirare oggettivamente vari traguardi. Tuttavia, si è sempre posto in prima persona per portare a termine gli impegni persi al livello personali e collettivi. D’altronde, i diversi lavori svolti li hanno permesso di acquisire delle conoscenze trasversali da poter vantare senza dubbio un ‘’JOB EXPERIENCE’’ abbastanza consolidato.
Come vorrebbe spiegare la sua discesa in politica, puro caso o volontario?
Vivo in Italia da 33 anni. Prima di entrare in politica, ho lavorato da perito informatico. Ciò mi ha permesso di collaborare con grande aziende e di maturare tante esperienze in diverse discipline. Da questo, sono convinto di aver avuto tanto in questo paese (Italia). Poi ho deciso di entrare in politica, e ci sono riuscito a prezzo di innumerevoli sacrifici e lavoro assiduo per farmi eleggere Consigliere Comunale (Milano 4) dove ho trascorso 4 anni di vita politica intensa dal punto di vista umana. E’ stata una esperienza ricca alla luce , certamente, degli incontri rimasti ricordi indelebili, di bella gente anche in periferia .
Giustamente, quale è l’ “atmosfera” attuale nelle periferie di Milano?
Grossomodo, per rimanere in tema, le iniziative poste in essere sono state delle misure palliative. Ovvero, dei contentini non concreti e ad impatto non sostanziale sulla vita dei cittadini. Di conseguenza, si è innescato una categorizzazione dei cittadini: cittadini di serie A oppure cittadini di serie B; con questa conseguenza: il devastante affollamento e altre persone sfollate in cerca di rifugio ovunque, sia nelle tende ai bordi della città, sia nei giardini pubblici. La malavita non è in centro; dal centro non è percepibile. In chiaro, nelle periferie, si trovano i cittadini provenienti da paesi diversi con realtà diverse, quindi portatori di vita diversa e nuove esperienze solamente da capitalizzare smettendo di fare delle periferie, aree di arretratezze.
Una sintesi del processo di integrazione
Chiunque abbia il dovere di guidare la città dovrà aver l’onesta morale di dare voce a tutti i cittadini sul territorio in modo di poter assimilare le diversità. il processo di integrazione ha un senso se l’immigrato non si pone da straniero rassegnato, ma da pari. Da questi parti, si parla spesso dello straniero in maniera negativa e con irruenza. Inoltre, si parla per cliché e stereotipi, che a volte superano ogni limiti. E’ ovvio, gli stranieri che contribuiscono alla crescita del paese e godono di eleggibilità, debbono col tempo, tentare e provare di maturare politicamente. E’ un fatto fisiologico perciò, gli stranieri dovranno a tutti gli effetti convincersi di questa realtà. Peraltro, è importante la consapevolezza o il riconoscere i propri fini esistenziali. Occorre il diritto di voto alle amministrative per gli stranieri avendo 5 anni di residenza ininterrotta. Solo in questo modo, gli stranieri potranno partecipare pienamente alla vita cittadina.
Integrazione sviluppo cooperazione
Il modello di integrazione tra Milano e Quito può essere un esempio. Modello di cui sono stato il testimonial a Palazzo Marino Durante questa presentazione ho potuto toccare in profondità alcuni temi innovativi e strategici riguardante la cooperazione internazionale insieme con gli esponenti di spicco in materia di partenariati presenti all’Evento e sotto la benevolenza delle istituzioni. Ricordo anche il piano di azione dell’Associazione PARA TODOS (guidata dalla Presidente, Ana Mancero) tramite il Progetto MINGA YES, e le linee di indirizzo per il finanziamento del detto progetto dall’OIM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione).
Per questa iniziativa ringrazio il Comune di Milano, tutti coloro che hanno presenziato all’Evento e specialmente il Ministro – Consul, José Antonio Carranza del Consolato Generale dell’Ecuador a Milano.
Per illustrare la sua visione inerente alla cooperazione, nostro illustre interlocutore, Vidal ha messo in luce la cooperazione internazionale al livello Comunitarie tra i paesi del sud del mondo. Il termine Terzo Mondo è senza ragione, i paesi del sud del globo detengono una proporzione importante delle risorse primarie. Nonostante questa ricchezza accertata, i ‘’potenti’’ mondiali riescono ad influenzare, sulla base di presunta rappresentazione infedele, tutta la vita economica, gli usi e costumi delle popolazioni nelle varie società o i paesi del continenti africani e dell’America latina. Indubbiamente, le ricche risorse naturali rare assicurano la sopravvivenza dell’industria in occidente mentre l’arretratezza tecnologico perdura in questi paesi del Sud del mondo compromettendo per diverse ragioni (cui la corruzione cooptata une vera emorragia) sia i governi che le popolazioni stesse, annacquando spontaneamente ogni progetto di governo e di società. Altresì, provocando nella stessa misura la perdita del lavoro, l’impoverimento dell’educazione ed altri servizi utili.
“Auspico che si possa fare un passo in avanti per una collaborazione internazionale sud – sud basata sul principio di reciprocità con un nuovo paradigma WIN – WIN potrebbe gettare le basi per riappropriarsi un minimum d’identità e di dignità sullo scacchiere internazionale.
E come si concilia con la globalizzazione
< Nel mondo idealela globalizzazione potrebbe essere un bene. Purtroppo, la globalizzazione si è dimostrata una vera perdita di sovranità nazionali e dell’autonomia dell’ economia. Intanto, nei luoghi dove la diversità religiosa è abbastanza marcata, essa ha indebolito la coesione sociale, ad esempio, la coesione sociale ha potuto infrangersi al mix politico-religioso. Ossia la gratuita di borse di studio a fini di bene con lo scopo di proselitismo non dichiarato. Questo accade nel mondo globalizzato. Vero atto di inganno che manifestamente sta condizionando la vita politica nei vari Stati del mondo nel nome della globalizzazione.>
Tornando sul tema dell’integrazione e cooperazione allo sviluppo,in chiave alla globalizzazione, Egli ha riepilogato insistendo sul fatto, che le persone all’interno del paese conoscono meglio il problema reale e endogeno cui soffre il paese . Bisogna tener conto delle specificità di ogni singolo paese. Perciò, sostiene con forza, che non basta copiare cecamente un progetto o di pretendere attuare dei progetti di successo altrove (nei paesi in via di sviluppo) quando non si conosce l’ambiente o si ignora il contesto di investimento accontentandosi di attivare (per loro) progetti copia e incolla. Questi ultimi sono nella stragrande maggioranze dei casi destinati al fallimento.
“Spero che i paesi africani e sud americani, potenziali bacini dello sviluppo siano in grado di proporre se stessi à la pari di altri paesi detti avanzati per affermare la loro necessità di potenza; ovvero una forza alternativa di successo, in un certo senso, capace di fare gli interessi dei loro continenti rispettivi, dei paesi, dei cittadini, non che dei gruppi di imprenditori seri anche non originari dell’emisfero sud, oppure dei semplici individui integrati. In questo slancio, ha premesso, che il ruolo da facilitatore sarebbe determinante in modo da poter mettere in relazione vari istituzioni e organizzazioni le cui visione e missione contrastano con l’inerzia del passato. Perché, servono incontri formali efficaci per definire un’agenda ben congegnata.”
Da uomo politico, il suo messaggio ai giovani
Da politico ma soprattutto da padre, i ragazzi hanno in mano potenti strumenti ( i vari devices ) il cui utilizzo necessita la capacita di giudizio e di intendere. Oggi, i giovani sono in preda del male di vivere, fragili e mal informati. Costoro sono in cerca di emozioni forti, smisurate e influenzano nel contempo la vita dei loro coetanei. Ciò, a volte innesca atti di violenza non giustificabili. Tutto questo mostra l’incapacità dei giovani di valutare i propri giudizi dinanzi ai fatti sociali. Ci vuole un’attenzione particolare nel riguardo dei giovani spronando questi ultimi a partecipare alla vita attiva cittadina, da un lato. Dall’atro lato, serve richiamare al dovere il ‘politico mediocre’ di turno entrato per un mandato , ma si mantiene risolutamente à non fare nulla per i giovani (Italia paese per vecchi narra il detto ) scordandosi delle promesse elettorali proferite.
Per concludere, quale sarebbe il secreto del suo successo?
< La determinazione e la costanza. Ho imparato ad andare avanti, a cadere e rialzarsi. Bisogna saper imparare dalle sconfitte. Infine, le persone devono sapere fermarsi , quando c’è bisogno per riflettere necessariamente e fare il salto di qualità.
Patrice Kacou