di Viviana Bazzani
E’ affascinante, unico ed emozionante analizzare il progresso delle espressioni artistiche, attraverso un punto di vista metodologico estetico , filosofico oltre che semiotico- cognitivo con particolare riguardo ai fenomeni distintivi.
Inoltre, può spiegare il loro distinguo lavorativo in queste tre funzioni lavorative?
R – E’ iniziato tutto all’età di 3 anni, quando mia madre, grande appassionata di libri, comprò un libro su Van Gogh. Ricordo, come se fosse oggi, che rimanevo ore incantata davanti ai girasoli gialli. Nel corso del tempo questo amore per l’arte è cresciuto con me. Ricordo che all’età di 9 anni chiesi ai miei genitori di andare a Firenze a visitare gli Uffizi. Una volta lì, chiesi loro di lasciarmi nel museo perché non volevo più uscire. Negli anni la passione mi ha spinto a studiare e specializzarmi sempre di più. Mi sono laureata in storia dell’arte la prima volta, poi ho conseguito il titolo di Specializzazione in Storia dell’arte. A questi titoli ho aggiunto 5 master specialistici, l’ultimo conseguito 4 anni fa in Art Market Management. Lo studio, che non ho mai abbandonato, è stato affiancato da una intensa attività lavorativa: ricercatore universitario in Italia e in Francia, collaboratrice della Soprintendenza, curatela di musei pubblici e privati, curatela di archivi di artista e una intensa attività di stesura di articoli e libri.
D – Quale periodo storico artistico l’affascina particolarmente e perché?
R – Amo tutta la storia dell’arte perché la studio da sempre ma, sicuramente, i periodi da me prediletti sono gli anni Trenta e Quaranta del 900 perché li ho studiati molto e ho pubblicato anche un libro su questo periodo e poi l’arte del 600 perché l’ho approfondita nel periodo universitario genovese.D – La sua professione, è stata negli anni passati , ad appannaggio degli uomini.
Oggi , come donna, quali conquiste, in questo settore, bisogna ottenere?
R – E’ e rimane un settore prettamente maschile. Faccio fatica ad impormi come professionista e mi rendo conto che se fossi un maschio avrei sicuramente la strada più spianata ma io sono molto determinata. Se dovessi fare un bilancio ti direi sicuramente che sono stati e sono tuttora numerosi gli episodi in cui essere donna in un settore maschile mi ha penalizzato.
D – L’ occhio critico di un uomo in cosa si differenzia da quello femminile difronte ad un opera?
R – Beh non credo sia una questione di genere ma piuttosto una questione di sensibilità, propensione alla materia e soprattutto conoscenza e esperienza.
D – Sempre più amanti delle opere vogliono regalarsi un capolavoro per abbellire le proprie lussuose dimore.
Quali errori da non fare e quali i consigli nella scelta di un opera (dipinto o scultura )?
R – Hai ragione, sempre più persone guardano all’acquisto dell’opera d’arte come una bella occasione per circondarsi di opere di valore con un occhio anche al buon investimento.
Quello che mi sento di consigliare è di evitare il fai da te. Bisogna affidarsi a un esperto vero, un consulente che conosca veramente il mercato e possa proteggere il cliente accompagnandolo nelle diverse fasi.
D – Come conquistare e come coinvolgere i giovani all’arte ? Gli incentivi , da parte dello Stato, sono sufficienti? Quale suggerimento?
R – I giovani sono molto attratti dalle possibilità del digitale, in particolare gli NFT che, soprattutto nella prima parte del 2022, hanno registrato numeri da record coinvolgendo anche le fasce della popolazione più giovane.
Nonostante siamo conosciuti come la Patria dell’arte e non solo, lo Stato italiano non fa molto per incentivare un settore che offre immense possibilità. Lodevole sicuramente l’Art Bonus ma credo che si potrebbe fare di più in termini di defiscalizzazione per la compravendita di opere d’arte per far crescere questo settore.
D – Per i ragazzi che si volessero avvicinare a questa professione…..quali consigli?
R – E’ necessario studiare e laurearsi, in primis. Ma una volta conseguiti i titoli, che devono essere più di uno, è fondamentale fare esperienza sul campo. Bisogna visitare mostre, musei, gallerie, avere contatti con i restauratori perché bisogna, come si dice in gergo, “farsi l’occhio”.