Il mercato dei sex toys fino a qualche anno fa era di nicchia, un settore quasi “proibito”. Pochi prodotti, qualità bassa. Mancava una linea made in Italy, realizzata lungo un’unica filiera da un’azienda focalizzata sulla bellezza delle linee e del design.
È per questo motivo che Andreina Serena Romano, classe 1982, originaria di Potenza, ha deciso di studiare il mercato dei sex toys, fino a scoprire una nuova opportunità di business. Era il 2016, nel 2017 aveva già depositato il primo brevetto innovativo. Nel corso degli anni, le sue idee e le sue produzioni si sono moltiplicate, adesso la sua azienda, Netingerie Srl, che ha lanciato il brand Twilo (acrostico che sta per “Twist” e “Love”) è composta dalla quasi totalità da donne e ha sede a Taranto, in Puglia. La sfida è quella di rivoluzionare il mondo del sext tech.
Il mercato nel quale si inserisce è in forte espansione. Entro il 2026, secondo l’Osservatorio «Global Sexual Wellness Market», raggiungerà i 125,1 miliardi di dollari (+12,4% sull’anno precedente, erano “solo” 62 miliardi nel 2020). Secondo le stime dell’Osservatorio Dafne, in Italia questo mercato vale invece 600 milioni di euro, in crescita grazie ai nuovi e-commerce che garantiscono velocità e anonimato.
Opportunità, queste, che si appresta a cogliere Twilo con oggetti di design che puntano tutto sulla tecnologia: a breve arriverà anche una App per il loro controllo da remoto. Il modello sex tech proposto sta ottenendo riscontri anche nell’ambito degli innovatori di professione. Lo scorso anno Twilo ha infatti vinto la quinta edizione dell’Oscar dell’Innovazione, il “Premio Angi” che è stato consegnato a Roma dall’Associazione nazionale giovani innovatori.
“Il nostro obiettivo è unire design, tecnologia e piacere, sviluppando consapevolezza verso se stessi per cambiare il modo di parlare e vedere la sessualità”, spiega Andreina. “Siamo certe che il piacere sessuale sia parte integrante della salute generale. Non ci rivolgiamo solo alle donne, i nostri prodotti possono essere usati anche dagli uomini o in coppia: la libertà è l’unica regola che conosciamo. Tutti i prodotti sono creati con materiali sostenibili, esclusivi e tecnologici, a partire da una gamma di preservativi vegani, dove il lattice è solo di origine vegetale. Twilo, nel corso degli anni, ha presentato sex toys sviluppati con forme e caratteristiche in grado di attivare nel modo più efficiente possibile i centri del piacere e soddisfare i bisogni sessuali degli uomini e delle donne”.
Non più falli realistici e vibratori classici, quindi, ma oggetti che presentano forme accattivanti. Dispositivi personali discreti che, attraverso sensori, circuiti e vibrazioni, permettono di vivere un’esperienza indimenticabile d’amore da soli o in compagnia. Qualche esempio?
“DIANA XXI”, il potente vibratore che unisce la stimolazione interna con quella del clitoride attraverso programmi diversi di vibrazione e aspirazione. Oppure “TITO IX”, il mini stimolatore discreto, silenzioso, colorato e resistente all’acqua che si può nascondere in borsa; è l’ideale per la stimolazione di capezzoli e clitoride. O ancora “AUGUSTO XVII”, realizzato in materiale morbido e soffice che accompagna i movimenti, da utilizzare su tutto il corpo, con 10 vibrazioni diverse e più di un’ora di divertimento.
Non solo, Twilo ha deciso di lanciare la prima collezione luxury in Italia di gioielli del piacere che comprende collane con catene intercambiabili e proiettili che vibrano, bracciali con charmes vibranti, orecchini con palline pendenti e collane per smartphone. Senza dimenticare Amorello, linea di preservativi vegani venduti “in abbonamento”, con consegne cadenzate regolarmente.
“La nostra è una sfida per il piacere e contro i tabù, di ogni tipo”, conclude Andreina. “Crediamo che la gioia intima del piacere debba essere il più possibile diffusa, e non è una questione di maschio, femmina o di coppia. Ognuno deve trovare la propria dimensione. La sfida tecnologica poi ci emoziona: stiamo pensando a sex toys che siano attivabili a distanza, via App, per una complicità che supera le barriere dello spazio. Abbiamo anche dei nuovi brevetti da presentare. Siamo solo all’inizio della nostra sfida”.