HPV, Lombardia regione virtuosa

In occasione della Giornata Internazionale contro l’HPV (che si tiene ogni anno il 4 marzo), la piattaforma digitale per la gestione della salute Doctolib.it fa il punto sulla situazione degli screening per il papilloma virus e sulla campagna vaccinale in Lombardia con il Dottor Carlo Antonio Liverani, fondatore del “Centro di riferimento per la prevenzione, la diagnosi e la cura della patologia genitale HPV correlata” presso la Clinica Mangiagalli, Ospedale Policlinico di Milano e coordinatore del comitato scientifico della Società Italiana di Colposcopia e Patologia Cervico Vaginale (SICPCV).

Per tracciare uno scenario aggiornato della situazione in Lombardia è importante partire dai dati sullo screening cervicale (Pap test o HPV test) che, dopo un significativo rallentamento durante il 2020 – conseguenza diretta della pandemia – sono in ripresa nel Nord Italia. “Guardando al numero di inviti ad effettuare lo screening cervicale diramati dalle Regioni alle donne tra i 25 e i 64 anni di età” – commenta il Dott. Liverani – “è evidente come nel Nord si sia registrato, nel 2020, il calo più netto, a causa dello stato di emergenza dovuto all’epidemia di Covid-19, che ha avuto un impatto più forte in queste aree. Tuttavia, a partire dal 2021 le regioni del Nord hanno visto un sostanziale recupero, passando dal 52,6% all’84,7% di inviti a effettuare il Pap test sulla popolazione interessata[1]”.

Un dato positivo che si somma a quelli più specifici provenienti dalla rilevazione aggiornata al 2022 effettuata dal Ministero della Salute sulla copertura vaccinale anti-HPV in Lombardia per le coorti di nascita 1997-2009[2].

Per quanto riguarda le ragazze, la percentuale media di vaccinate con 3 dosi in Lombardia è pari al 69% circa. Una percentuale” – continua Liverani – “che sale a quasi il 75% tra chi ha ricevuto la prima dose del farmaco. Siamo ancora lontani dalla copertura ottimale del 95%, ma sicuramente si osserva un andamento positivo e un’adesione al vaccino importante tra la popolazione femminile. Per fare un esempio, tra le nate nel 1997 il dato medio di copertura con 3 dosi è pari al 58% mentre nella coorte 2005 la percentuale raggiunge quasi l’80%.

Ma qual è la situazione tra i maschi nati negli stessi anni? “Partiamo dal presupposto che vaccinare anche la popolazione maschile è fondamentale per raggiungere una copertura adeguata, non solo per aumentare il grado generale di protezione delle donne ma anche perché alcuni tipi di HPV possono comunque rivelarsi pericolosi per gli uomini. Insomma, l’HPV non deve essere in alcun modo ‘appannaggio’ del sesso femminile”- spiega Liverani.

In Lombardia, nei nati tra il 1997 e il 2009, la situazione della copertura vaccinale ha visto un miglioramento più che marcato, partendo da percentuali di copertura minime tra i maschi nati nel 1997/1998 – pari rispettivamente al 0,25% e 0,22% di vaccinati con 3 dosi – arrivando a picchi del 68% tra i nati nel 2006-2007. Con un dato medio per tutte le coorti di nascita considerate pari al 17% circa”.

 

Il vademecum dell’esperto

Ecco alcune semplici accortezze e suggerimenti che il Dott. Liverani ha condiviso con Doctolib.it per proteggersi adeguatamente dall’HPV e per gestire al meglio l’infezione, se contratta:

  1. L’infezione da HPV non è necessariamente grave e può essere gestita adeguatamente se contratta. Non bisogna quindi cedere all’ansia o all’allarmismo, che non necessariamente favoriscono l’adesione alle campagne di screening e di vaccinazione da parte della popolazione.
  2. Occorre superare le barriere di genere e di età: il vaccino anti-HPV somministrato in 3 dosi è efficace e sicuro per uomini e donne di tutte le età. La sensibilità sta aumentando tra gli uomini, anche se siamo ancora lontani da una copertura ottimale.
  3. Anche l’età è un fattore chiave: se non si ha avuto accesso alla vaccinazione da giovani, si può fare in assoluta tranquillità anche dopo i vent’anni, a qualsiasi età. È importante che i medici – e non solo i ginecologi – suggeriscano attivamente ai propri pazienti questa opzione.
  4. Un altro aspetto cruciale riguarda le persone che hanno già contratto l’HPV: gestire l’infezione e “governarla” è fondamentale per prevenirne le possibili complicazioni, da quelle meno serie alle condizioni più gravi. Per questa ragione, è importante vaccinarsi comunque, anche ad infezione già contratta, il prima possibile.

 

Papilloma virus, cosa sono?

I papilloma virus umani (HPV) sono piccoli virus molto diffusi che talvolta possono causare problemi di salute ma spesso sono innocui. Esistono moltissimi tipi di questo virus, che possono infettare la pelle o le mucose e che si differenziano per il loro contenuto in DNA. Vengono suddivisi in tipi “a basso rischio” (come, ad esempio, gli HPV 6 e 11) e tipi “ad alto rischio” (come, ad esempio, gli HPV 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58, ed altri ancora).

I primi sono responsabili della formazione di verruche genitali, note come condilomi floridi o condilomi acuminati, ma le infezioni più comuni sono proprio quelle con i tipi ad alto rischio, responsabili della formazione di lesioni pretumorali e tumorali. Un’infezione genitale da HPV può persistere per molto tempo senza causare alcun danno. Un’infezione latente – ovvero “che dorme” – può venire riattivata in caso di calo delle difese immunitarie e dunque persistenza o progressione possono verificarsi per svariati motivi.

Non è la presenza ma appunto la persistenza per diversi anni dell’infezione da HPV del tratto genitale inferiore che può portare allo sviluppo di una lesione pretumorale[3].