Una videochiamata, con lo specialista giusto, per risolvere un problema emotivo, con pagamento al minuto e senza obbligo di avviare un percorso strutturato, o sottoscrivere un abbonamento.
Questo è quanto propone Ansty, ultima nata tra le app per servizi di supporto emotivo e prima, nel suo panorama di riferimento, nell’offrire un aiuto immediato e mirato alle esigenze dell’utente, con il semplice costo della conversazione e senza obblighi di natura contrattuale.
Oltre al servizio in tempo reale, con Antsy si può prenotare un appuntamento e/o strutturare un percorso scegliendo tra psicologi, psicoterapeuti e coach professionisti. Il cliente, dunque, avrà a sua disposizione una vasta gamma di professionisti per poter costruire la soluzione più adatta alle sue esigenze. Tra i punti di forza della tecnologia, c’è il percorso di coaching- la cui valenza è ancora molto sottovalutata nel panorama italiano- che si articola in tre ambiti: sport, business e life, declinazioni che l’utente sceglie, con la consulenza degli esperti dell’app.
Con sedi a Milano e in Puglia – Regione dove ha recentemente vinto il bando Tecnonidi, dedicato a startup e innovazione e guidata da un team di due “giovani menti”, affiancate da altri collaboratori e oltre 30 specialisti, Ansty nasce dal presupposto che la psicologia e il coaching non sono più un rimedio durante periodi critici, ma un indispensabile sostegno per l’equilibro quotidiano. Di conseguenza, l’app si pone l’obiettivo di avvicinare le persone alla cura della propria salute mentale tramite uno strumento facile, immediato e innovativo: a volte una videochiamata può aiutare a cambiare il punto di vista, a porsi domande nuove, ad ampliare la nostra mappa personale e può far comprendere il valore dell’aiuto. Spesso, chi effettua una prima videochiamata, capisce che chiedere aiuto è un atto di coraggio ed avvia un vero e proprio percorso su di sè.
“L’idea di Ansty mi è venuta da cliente” afferma Valeria Riccio, fondatrice della startup. “Stavo effettuando un percorso di psicoterapia personale, in un momento in cui i miei ritmi lavorativi erano davvero serrati e spesso faticavo a rispettare gli appuntamenti. Mi è capitato molte volte di pensare, la sera sul divano ‘avrei bisogno di parlare con un esperto proprio in questo momento’. Da li, è iniziato il mio viaggio. Ho studiato il mercato, sono diventata una mental coach e ho unito le mie due passioni: Digital & Salute mentale”. “Ho capito che c’era urgenza di fare qualcosa, quando mi sono accorta che quasi tutti soffrono di stress e, soprattutto, ritengono questa condizione la normalità. Non sappiamo chiedere aiuto, ma Antsy vuole dire al mondo che si può vivere una vita più felice e serena, lavorando su se stessi e sul proprio approccio all’ esterno” .
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità circa 9 italiani su 10 soffrono di stress, su un bacino complessivo di circa 37 milioni di persone. Antsy si rivolge proprio a loro: stima di raggiungere un target di età che va dai 18 ai 55 anni e di ottenere 1,1 milioni di fatturato nel suo primo anno di vita, per arrivare a 12,7 nel quarto, con un CAGR (tasso di crescita annuale composto) del 143%.
La startup ha già chiuso un contratto con un’azienda (tre contratti sono in trattativa). Ha effettuato una collaborazione con l’Università Cattolica di Milano nel 2022 e ha un ambizioso piano di espansione. A breve, prevede inoltre di lanciare un aumento di capitale, tramite equity crowdfunding, raccogliendo risorse per accelerare la crescita aziendale. Il suo raggio d’azione, per il momento, è l’Italia, con un focus particolare al Sud e in Puglia, territori che risultano essere ancora più restii, rispetto al nord, alla richiesta d’aiuto, in quanto diffidenza, clichè e taboo la fanno da padrona. Inoltre, con il coaching, Antsy vuole avvicinare gli uomini al lavoro su se stessi: circa l’80% delle persone che chiede aiuto, al momento, è donna.