Salute, il sistema sanitario nazionale risparmierebbe oltre 1 miliardo all’anno se si adottassero stili di vita più sani

Uno studio condotto dalla Brunel Business School di Londra, che ha analizzato l’impatto di comportamenti come fumo, scarsa attività fisica e consumo eccessivo di alcol sul sistema sanitario ed economico italiano, stima fino a 1 miliardo di euro di risparmio annuo se gli italiani cambiassero alcune delle abitudini più dannose per la loro salute.

Lo studio condotto da Francesco Moscone, professore della, Brunel University di Londra e economista all’Università Ca’ Foscari Venezia, ha utilizzato fonti ISTAT ed Eurostat per calcolare potenziali risparmi per il sistema sanitario nazionale, anche attraverso l’adozione di strategie di riduzione del rischio.

 

Uno dei risultati principali dello studio riguarda il fumo e l’effetto determinante che ha su decessi evitabili e dimissioni ospedaliere.

La ricerca stima che una diminuzione di appena l’1% dei fumatori potrebbe tradursi in un risparmio di circa 331 milioni di euro in tutte le Regioni. I risultati suggeriscono che se il 50% dei fumatori effettuasse il passaggio da prodotti ad alto rischio come le sigarette tradizionali ad alternative senza combustione, come le sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato, il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe risparmiare 722 milioni di euro all’anno in termini di malattie legate al fumo.

A beneficiare maggiormente del risparmio, legato a una minore incidenza di malattie legate al fumo, potrebbe essere soprattutto la Regione Lombardia, che ogni anno risparmierebbe circa 140 milioni di euro.

 

La ricerca ha analizzato anche i livelli inadeguati di attività fisica, stimando che una diminuzione dell’1% di persone di età pari o superiore a 3 anni che non praticano mai sport porterebbe a un risparmio di circa 223 milioni di euro. In misura minore, ma tutt’altro che trascurabile, ridurre di una unità la statistica di forti bevitori ogni mille abitanti permetterebbe di risparmiare circa 60 milioni di euro.

I risultati dello studio evidenziano la necessità di adottare strategie mirate e nuovi approcci, come l’adozione di alternative potenzialmente meno dannose, per affrontare comportamenti ad alto rischio e ridurre in modo significativo la spesa sanitaria nazionale.