“Regione Lombardia è una delle poche assemblee legislative di una certa dimensione in Europa che si allinea sull’Agenda 2030 delle Nazioni Unite in merito alla sostenibilità sociale. Per svilupparlo nel modo migliore abbiamo messo in campo un approccio multidisciplinare, che vede sempre al centro l’individuo”.
Così Emanuele Monti, Presidente Commissione IX, Sostenibilità sociale, casa e famiglia di Regione Lombardia, intervenendo alla 19esima edizione di Salute Direzione Nord, all’interno della rassegna Direzione Nord, in corso nella splendida cornice del Palazzo delle Stelline di Corso Magenta 61 a Milano. L’evento è promosso da Fondazione Stelline e organizzato da Inrete e Fondazione The Bridge con il patrocinio di Regione Lombardia.
Oltre a Monti, nel corso del panel ‘I giovani e il futuro della Salute ’, erano presenti Paola Bocci, Segretario Commissione IX Sostenibilità sociale, casa e famiglia di Regione Lombardia, Cristina Le Grazie, Executive Director Medical Affairs di Gilead Sciences, Bernardo Dell’Osso, Direttore DSM ASST Sacco, Ughetta Radice Fossati, Segretario Generale Progetto Itaca Onlus, Luisa Brogonzoli, Centro Studi Fondazione The Bridge, ed Eleonora Mazzoni, Direttore Generale Health City Institute.
Tra gli obiettivi primari per il raggiungimento di quella sostenibilità sociale, Monti individua ad esempio “La presa in carico domiciliare” e un’attenzione particolare al tema della salute mentale: “Il Covid ha fatto emergere un profondo disagio soprattutto nei giovani”. Per raggiungere i traguardi prefissati Monti parla dell’importanza di dialogare tra istituzioni: “Sono 700mila le persone in povertà in Lombardia, e davanti a questi numeri le istituzioni devono fare rete anche con il terzo settore”.
Tra le realtà presentate nel panel che si occupano di sensibilizzazione sui problemi della salute mentale troviamo ad esempio Progetto Itaca Onlus che ha portato avanti un programma di prevenzione nelle scuole: “La mancanza di informazione porta sempre con sé dei pregiudizi – spiega Fossati – sensibilizzare le persone comuni, soprattutto i più giovani, può cambiare quello che si pensa di sapere sui disturbi mentali, facendo capire che sono disturbi curabili. È importante intervenire il prima possibile in queste patologie proprio perché la riabilitazione assorbe tantissime energie dei servizi: un conto è curare una persona intorno ai 20 anni un altro è curare una persona che arriva ad essere presa in carico fra i 30 e i 40 anni”.