Inter batte Borussia Monchengladbach 3-2 in una partita valida per la quinta giornata del gruppo B di Champions League giocata al Borussia Park di Monchengladbach
Ci pensa sempre lui. Romelu Lukaku si carica ancora l’Inter sulle sue larghe spalle e fa ancora sperare i nerazzurri nella rincorsa agli ottavi di Champions League.
L’aria di Germania fa bene al bomber belga, in una serata piena di emozioni, che passa dalle tinte del fallimento a quelle della speranza, con pure un brivido finale: il Borussia Moenchengladbach va ko per 3-2, lasciando la porta aperta per l’Inter di poter passare per la prima volta alla fase ad eliminazione diretta dal 2011/12, in un girone sempre più pazzo.
La vittoria dello Shakhtar Donetsk a sorpresa contro il Real Madrid infatti lascia tutto aperto verso l’ultima giornata, in programma la prossima settimana.
L’Inter avrà bisogno di tre punti in casa contro gli ucraini, sperando che a Madrid tra i blancos e il Borussia non esca un pareggio: situazione complicata, ma che con un Lukaku così potrebbe esserlo meno.
“Una partita del genere non la vinci se non sei squadra – ha detto Conte -. E se vinci vuol dire che lo sei sotto molti punti di vista: da quello tattico a quello caratteriale. Abbiamo strameritato, potevamo evitare sofferenze inutili ma ricordiamoci che abbiamo affrontato una squadra forte, sicuramente la migliore del nostro girone in questo momento. Siamo vivi, e questa è la cosa più importante“. E ancora: “Faccio i complimenti alla squadra. Lo spirito era quello giusto e quando hanno voglia di aiutarsi diventiamo un problema per gli avversari. Lukaku dice che non è un leader ma solo uno dei venticinque? Ha ragione, quello che chiedo ai ragazzi è una crescita di responsabilità da parte di tutti. Solo così possiamo migliorare come collettivo e avere ambizioni. Stiamo facendo un percorso, partite come queste testimoniano che la squadra c’è. C’è unità d’intenti, e voglia di rendere orgogliosi i nostri tifosi”.
“Cosa è successo all’intervallo? Il gol a fine primo tempo poteva distruggere il nostro morale, soprattutto dopo aver creato tanto noi e poco loro – ha proseguito Conte -. Nell’intervallo abbiamo analizzato qualche situazione, i ragazzi avevano bisogno di essere supportati, sanno che nel bene e nel male sono sempre con loro. Gli ho detto di tornare a giocare come a inizio partita e non come nel finale di tempo. E che saremmo stati premiati se avessimo giocato così, sono stato buon profeta“.
“Abbiamo fatto bene come squadra, chiaro che sia il centrocampo il reparto che sposta di più gli equilibri – ha confermato Conte -. Brozovic tornava dal Covid, Barella sta giocando tanto e aveva qualche problema al polpaccio a fine primo tempo. Dalla panchina era difficile intervenite, lì c’erano due giocatori di qualità come Sensi ed Eriksen, ma di meno interdizione rispetto agli altri. Hanno tenuto duro stando in campo fino alla fine. Barella ha resistito, Brozovic quando ci mette anche la garra è un calciatore fondamentale. E Gagliardini è affidabile sotto ogni punto di vista”. Valorizzati, anche nella vittoria in Germana, tanti italiani: “Barella ha ventiquattro anni e sta crescendo tantissimo, e ha ancora margini di miglioramento. Idem Bastoni. Sono contento per Darmian, abbiamo creduto molto in lui perché è un giocatore affidabile. Può dare anche la possibilità ad Hakimi di crescere, poi era inevitabile che dovessi fare cambi” – ha concluso Conte