Dazn verso il blocco della doppia utenza, utenti in rivolta.

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Svolta potenzialmente clamorosa nei diritti tv della Serie A per la stagione in corso. Secondo Il Sole 24 Ore infatti, DAZN sarebbe in procinto di annullare la possibilità di vedere le partite in doppia utenza cioè con due device contemporaneamente. L’emittente, interrogata dal quotidiano, ha risposto con un “no comment”, ma il “due al posto di uno” è destinato a lasciare la scena. A breve sarebbero in partenza le comunicazioni nei confronti degli utenti, che devono essere informati 30 giorni prima per poter esercitare il diritto di recesso.

Pirateria e non solo. Il motivo di questa decisione viene considerata anche nell’interesse della Lega Serie A e dei presidenti perché è un modo per colpire l’utilizzo fraudolento degli accessi che ridurrebbe il valore dei diritti stessi. Dai dati che circolano all’interno di Dazn si sarebbe riscontrato fino a questo momento un 20% di media di utilizzi fraudolenti di questa possibilità della doppia utenza contemporanea.

Sui social è già scoppiata la rivolta e qualcuno ha già postato lo screenshot della disdetta.

Ad accendere ulteriormente gli animi è stato un post di Enrico Mentana che ha parlato di “lotta ai furbetti del pezzotto”, al direttore del Tg di La7 e di Open è stato fatto notare che la decisione di Dazn oltre ad essere una mossa commercialmente discutibile è di fatto un incentivo alla pirateria.

“Io ho un abbonamento le lo condivido con mio fratello che vive in un’altra città per ridurre i costi. Adesso dovremmo farne due?”, risponde un utente su Twitter.

Io da studente/lavoratore fuori sede dovrò farmi un abbonamento solo per vedere la partita di serie A della mia squadra, se mio padre la sta guardando a casa?”, scrive un altro abbonato chiedendo l’intervento dell’AGCom.

“Non riguarda la guerra al pezzotto,bensì è contro tutti coloro che hanno un abbonamento condiviso per abbattere i costi. 30€ esagerati per la pessima qualità.” scrive un altro abbonato che protesta anche per il costo eccessivo dell’abbonamento mensile e per la scarsa qualità del servizio offerto.

La decisione non mancherà di suscitare ulteriori polemiche.