L’Olimpia impiega un po’ per trovare ritmo, scopre di essere sotto di sette anche nel secondo quarto poi però quando si mette a difendere e correre prende il largo e vince contro Pistoia valicando ancora quota cento come al debutto contro Brindisi. Coach Pianigiani tiene a riposo Vlado Micov e Arturas Gudaitis, concede spazio ampio a chi ha giocato meno in EuroLeague e deve deviare solo quando nel quarto su un momento di eccessiva calma Pistoia si riporta a meno quattro. Mike James torna in campo e aiuta la squadra a chiudere i conti sul 107-83 con cinque uomini in doppia cifra.
IL PRIMO TEMPO – Pistoia parte con grande ispirazione. Kerron Johnson mette subito due triple, la sua squadra segna in cinque dei primi sei possessi e va avanti, 8-2 poi 14-7 sulla quarta palla persa da Milano nei primi cinque minuti di partita. Sul secondo fallo di Tarczewski, Coach Pianigiani deve ricorrere alla panchina ma a dare un sussulto è Della Valle che firma un personale 6-0 (gioco da tre e tripla in transizione) per riportare l’Olimpia a meno uno. James con due iniziative dal post basso segna in fade-away. Pistoia si aggrappa all’energia di Krubally a rimbalzo. E’ lui a segnare 10 punti nel primo quarto. Ma l’Olimpia sorpassa su una tripla di Christian Burns e chiude il periodo avanti 26-24. Nel secondo, con Kerron Johnson e Krubally davvero in fiamme (25 in coppia), Pistoia supera subito e addirittura allunga sul 37-30 obbligando Coach Pianigiani al time-out. Al rientro, Nedovic mette subito una tripla, supportato da Burns prima a rimbalzo e poi dall’arco, così Milano si riavvicina subito, poi sorpassa su un assist di Nedovic per Kuzminskas. Qui allunga, con il lituano a usare tutta la sua energia in un secondo periodo da 12 punti. Alla fine del primo tempo è 53-48 Milano.
IL SECONDO TEMPO – L’Olimpia prova subito a impossessarsi della partita. Cavalcando l’energia dentro l’area di Tarczewski che stoppa tutto da una parte e converte due volte dall’altra apre 11 punti di margine sul 61-50 (tripla di Brooks), prima che Kaleb commetta il suo terzo fallo tornando in panchina. Il vantaggio tocca i 12 punti su un 2/3 di Bertans dalla lunetta, poi i 15 su altri due liberi, questa volta di Della Valle. Pistoia però continua a lottare. Un jumper corto di Martini torna a ridurre il distacco a 11 punti, 72-61 al termine del terzo. Kuzminskas segna subito al ritorno in campo, poi Bertans con un antisportivo permette a Pistoia di ricucire ancora a meno otto all’inizio del quarto. Qui Milano si rilassa troppo. Incassa due liberi di Martini poi un canestro di Severini in solitudine dopo qualche scelta infelice in attacco. Quando Pistoia rientra a meno quattro, Coach Pianigiani ferma la partita. Con Cinciarini in regia e James da guardia, l’Olimpia fa subito 5-0 dopo il time-out. Segnano Fontecchio dall’angolo e proprio il Capitano in entrata. Anche dopo il time-out di Coach Ramagli il parziale si estende con James che sale in cattedra e dopo una tripla spedisce in orbita per la schiacciata Fontecchio. Qui l’Olimpia amministra la gara, dilata il vantaggio e chiude 107-83.
Così Coach Simone Pianigiani dopo la vittoria su Pistoia: “Era importante finire bene questo Tour de Force di cinque gare in nove giorni. Volevo finire con un’altra prestazione seria e nonostante il largo utilizzo di quintetti con giocatori non proprio abituati ad andare in campo insieme, quando abbiamo dovuto strappare abbiamo strappato. E’ bene che siano rientrati a meno quattro nel quarto periodo perché questo ci ha dato modo di testarci ancora. Per ora direi che i ragazzi hanno mostrtoa voglia di stare insieme, di vincere e consapevolezza di quello che è il loro ruolo, quali sono le loro responsabilità. Burns ad esempio: verrà il suo momento anche in EuroLeague ma è importante che sappia di quale disperato bisogno abbiamo di lui in campionato. Oppure Fontecchio: avevamo già stabilito che Micov si sarebbe fermato perché con i carichi di lavoro di queste ultime gare era fondamentale dargli uno stop, quindi lui era l’unica vera ala piccola. Mi è piaciuto che nel primo quarto con un atteggiamento difensivo di squadra imperfetto abbia macinato gioco senza preoccuparsi di segnare un canestro in più. E quando è tornato in campo si è meritato il diritto di giocare anche nei minuti decisivi e si sia fatto trovare pronto quando c’era da segnare. Questo è l’atteggiamento giusto: più saremo in grado di fare questo e più avremo la chance di diventare una squadra forte, che può essere competitiva su tutti i fronti. Lo stesso James: si sentiva di giocare di più ma io devo guardare al quadro di fondo e pensare a tutta la stagione. L’ho dovuto rimettere ma tenendolo a 23 minuti che va ancora bene”.
Mason Rocca ha giocato quattro anni a Milano; ha giocato finali scudetto, partite memorabili. Era in campo, decisivo, quando l’Olimpia vinse a Belgrado qualificandosi per le Top 16 di EuroLeague in una bolgia infernale. Era in campo e segnò 13 punti quando l’Olimpia debellò la resistenza del Real Madrid. Mason Rocca c’è stato tante volte. Non ha mai alzato un trofeo con la maglia dell’Olimpia e l’avrebbe meritato. Ma mai come in questo caso la statura di un personaggio non può essere misurata né con i centimetri (pochi per un centro ma abbastanza per dare all’Italia un’epica vittoria sulla Cina di Yao Ming) né con il numero di trofei vinti. Rocca lo misuri con l’amore della gente per lui, con il rispetto che si è conquistato (anche a Jesi e Napoli, naturalmente con la maglia azzurra). Con Rocca decisive sono sempre state le dimensioni del cuore. Con quello, con il cuore, il ragazzone di Evanston che si è laureato in un’università accademicamente tra le migliori al mondo come Princeton, che adesso insegna matematica in un liceo di Chicago, che ha costruito una casa a Jesi e può vantare una famiglia numerosissima e fantastica, cinque figli uno più bello dell’altro, con il cuore – dicevamo – Rocca è diventato Capitano dell’Olimpia, una delle pietre angolari della rinascita nell’era Armani e uno dei giocatori più apprezzati dell’epoca recente e perfettamente coerente, come comportamento, stile, amore per la maglia, con la tipologia del vero Capitano dell’Olimpia, del vero guerriero in maglia rossa come tanti prima di lui e qualcuno anche dopo di lui. Grazie Mason!