Soffre e si aggrappa con le unghie a una gara che pareva a lungo sfuggirle via, ma alla fine l’Italia di Roberto Mancini vince 2-1 dopo i supplementari una partita trasformata dall’Austria in una guerra di trincea, guadagnandosi – meritatamente anche se non brillantemente – la qualificazione ai quarti di finale dell’europeo di calcio.
Dopo un primo tempo equilibrato (con un palo clamoroso colpito da Immobile, l’unico sussulto dell’attaccante della Lazio) ed una ripresa che ha visto prevalere gli austriaci allenati dall’italiano da parte di padre e tedesco da parte di madre Franco Foda, ci sono voluti i supplementari per aver ragione di un’Austria mai doma nemmeno dopo il 2-0.
Nella ripresa come detto, l’Austria era anche andata in vantaggio con una rete dell’ex Inter Arnautovic di testa su assist di Alaba sempre di testa ma la rete era stata annullata per un fuorigioco millimetrico dell’attaccante austriaco, fuorigioco rilevato dal Var.
Qualche minuto dopo l’Austsria reclamava per un calcio di rigore causato da una gomitata di Di Lorenzo ma anche qui l’attaccante austriaco è apparso in fuorigioco al check del Var.
Sono stati i cambi a fare la differenza, la maggiore ricchezza dell’Italia rispetto all’Austria, Mancini ha potuto inserire Chiesa al posto di Berardi, Belotti al posto di Immobile, Pessina al posto di Barella e Locatelli al posto di Verratti.
Proprio dai nuovi entrati arrivano le reti azzurre nel primo supplementare, prima Chiesa che di sinistro buca la retroguardia austriaca dopo un gran taglio di Spinazzola, poi Pessina assistito da Belotti confeziona il 2-0.
L’Austria però non si arrende, continua a premere e trova la rete nel secondo supplementare con l’ariete (2,02 m) Kalajdzic subentrato ad uno stanco Arnautovic.
Venerdì prossimo gli azzurri affronteranno a Monaco di Baviera la vincente di Belgio-Portogallo che si gioca domani. Gli azzurri ringraziano stasera le riserve Chiesa, determinante al suo ingresso con un gol e tante salvifiche accelerazioni, e Pessina (anch’egli a rete da subentrante, a conferma di un’attitudine realizzativa sorprendente in nazionale) e anche la Var che in un paio di occasioni si esprime a loro favore annullando un gol ed evitando un potenziale rigore per gli austriaci.
Si allunga anche la serie di partite utili consecutive, la squadra di Mancini fa 31 e batte quella di Pozzo, e il trend delle vittorie arrivate a 12, sebbene cada l’imbattibilità del portiere azzurro non prima di aver superato il primato di 1143 minuti di Dino Zoff. Ma nella notte di Wembley che è magica soprattutto per il risultato, non è questo che conta: l’importante per l’Italia del calcio è essere arrivata anche in questo torneo, come in quello del 2016, a far parte dell’aristocrazia delle 8 migliori d’Europa.
Mancini, un match così difficile può farci bene – “Abbiamo portato questa partita a casa perché lo abbiamo meritato, anche se alla fine abbiamo subito un gol. Nel secondo tempo siamo calati fisicamente, il campo era pesante, ma abbiamo voluto vincere e l’abbiamo meritato”. Così Roberto Mancini, ‘a caldo’ dai microfoni di RaiSport, dopo Italia-Austria. La partita l’ha vinta il ct con i cambi. La partita l’ha vinta anche il ct con i cambi. “L’abbiamo vinta grazie ai giocatori in panchina, entrati con la mentalità giusta – il commento di Mancini -: sono stati bravissimi. Ma sapevamo che era una partita difficile, più dei quarti di finale. Ma un match così duro può farci bene”. Ma ora Mancini e Vialli si sono ripresi qualcosa a Wembley? “No. E’ ancora lunga. Ne mancano ancora tre per riprenderla”. Ora all’Italia toccherà il Belgio o il Portogallo. “Sono due squadre straordinarie. E’ difficile”, il commento di Mancini.