Eurolega, troppa Efes per l’Olimpia

Senza tre centri, con Willie Caruso in quintetto e spesso assetti minimi in termini di taglia fisica contro una squadra grossa come l’Efes, l’Olimpia gioca il primo tempo peggiore, nel senso che non getta sul campo tutto l’ardore, la cattiveria, l’agonismo che sarebbero serviti. Permette all’Efes di segnare canestri facili, spende appena cinque falli in venti minuti e in attacco non va meglio. Lo scarto di 21 punti è impietoso ed esatto. Nel secondo tempo, c’è stata una reazione di orgoglio che nel terzo quarto ha addirittura permesso di rimangiare tre quarti del deficit, ma l’Efes ha mantenuto il controllo della gara e segnato i canestri che doveva per respingere l’assalto e finire segnando comunque 50 punti nella ripresa, imponendosi 96-84.

IL PRIMO TEMPO – Senza tre centri, Josh Nebo, Ousmane Diop e da ultimo anche David McCormack, l’Olimpia parte con Willie Caruso in quintetto. Per quanto impari sia la sfida ai lunghi dell’Efes Poirier e Oturu o lo stesso Osmani come ala forte, Caruso si batte e va all’intervallo con sei punti, sei rimbalzi e tanta energia. Purtroppo è l’unica nota positiva dell’Olimpia. Dopo il canestro iniziale di Mirotic, l’Efes fa 10-0 di parziale segnando in tutti i primi quattro possessi prima del time-out chiamato d’urgenza da Coach Messina. L’unico momento di inerzia favorevole è sul 16-4 Efes quando Brooks si presenta con una tripla e subito dopo Bolmaro ruba palla e va a schiacciare. L’Olimpia argina l’emorragia ma è sotto 23-11 alla fine del primo quarto. Il secondo è simile. A metà del periodo l’Efes tocca il più 20 sul 37-17, poi raggiunge quattro volte i 21 di margine che sono anche quelli del riposo, 46-25, frutto del 9/33 dal campo incluso 1/12 da tre, mentre l’Efes chiude 15/18 da due.

IL SECONDO TEMPO – L’Olimpia reagisce emotivamente con Bolmaro e Brooks in quintetto. Passa dal meno 21 a meno 11 con otto punti di Nikola Mirotic. Il momento favorevole è spezzato da una tripla di Elijah Bryant, ma la risposta la firmano ancora Mirotic e poi Shields in transizione dall’arco. Dopo il secondo time-out Efes, Zach LeDay esegue una tonante schiacciata con fallo subito. Milano ritorna a meno cinque, poi sono sette alla fine del terzo, 66-59, con una tripla di Armoni Brooks (nove nel periodo, bravo a usare anche le piccole cose per segnare, tiri liberi e un rimbalzo d’attacco. Nel quarto periodo, le triple di Thompson e Beaubois ripristinano i 14 punti di margine per l’Efes con sei minuti da giocare, sul 79-65. L’Olimpia ci prova, affidandosi a due triple consecutive di Mirotic e LeDay. Ma in quel momento la difesa non aiuta e l’Efes può chiudere vincendo 96-84.

Così Coach Ettore Messina ha commentato la sconfitta con l’Efes: “Complimenti a loro, hanno chiaramente imposto la loro volontà fin dall’inizio. La nostra mancanza di competitività, di voglia di fare qualsiasi cosa insieme nel primo tempo è stata una vergogna, basti pensare che abbiamo finito il tempo con cinque falli appena, molto difficile da guardare. Ci chiuderemo in palestra, chiuderemo le porte e proveremo a capire se c’è un modo per uscire da questa situazione”.

Su Dimitrijevic – “Sì, ci eravamo chiesti se partire con lui o con Bolmaro perché Leandro garantisce una maggiore pressione sulla palla. Ma nell’Efes, Shane Larkin non parte mai in quintetto quindi volevamo sottrarlo a questo accoppiamento nel primo quarto. Lui chiaramente ha un problema di fisicità in EuroLeague, dove in cinque gare credo abbia tirato quattro tiri liberi, sia in difesa dove ha accoppiamenti severi che in attacco. Noi dobbiamo fare di tutto per aiutarlo e lui deve aiutare sé stesso, non cercare giustificazioni nella sua testa e fare un passo avanti ogni giorno. In campionato, la fisicità è diversa e lì soffre meno”.

Sulla costruzione della squadra – “Le domande che si pongono tutti ce le poniamo anche noi. Rispondere ora a caldo non sarebbe giusto, perché dobbiamo riflettere bene. Ora il compito principale è vedere se in breve tempo riusciamo a ritrovare competitività, se la squadra che avevamo visto a settembre mentalmente forte è quella che può andare in campo anche adesso”