Gara 2 è simile alla prima partita ma a ruoli invertiti. Questa volta è l’Olimpia a dominare il primo tempo, giocando ad un livello difensivo molto alto ma solo per 15 minuti. Poi si inceppa, perde il controllo del ritmo permettendo a Bologna di rientrare da meno 13 addirittura al più uno dell’intervallo. Poi è stata una battaglia in cui ha vinto chi ha saputo sostenere di più i propri momenti positivi. L’Olimpia ha attaccato bene il quarto periodo con un 6-0 che poteva lanciarla, invece è stato l’ultimo momento in cui ha davvero avuto in mano la partita. Così Bologna vince 72-64. La finale si sposta a Milano per Gara 3 e Gara 4 al Forum.
IL PRIMO TEMPO – La gara comincia subito nervosa, con tanti errori al tiro. I primi a sbloccarsi sono Shengelia da una parte e Mirotic dall’altra. L’Olimpia assume il comando delle operazione con due triple consecutive di Tonut e Melli. Poi va avanti di quattro punti due volte. La prima risposta di Bologna la firma Belinelli con un gioco da tre punti. L’Olimpia però impone la solidità della sua difesa e controlla bene i rimbalzi. Kyle Hines garantisce tanta energia e anche se le percentuale sono basse alla fine del primo quarto è 17-12. All’inizio del secondo, Devon Hall firma un 5-0 personale. La difesa dell’Olimpia domina la partita almeno fino a quando non arriva il secondo fallo di Melli. Milano costruisce 13 punti di vantaggio con un jumper di Tonut. Ma quello è il momento in cui la difesa di Bologna sale di colpi. L’Olimpia soffre un passaggio a vuoto, sia in attacco (interrotto solo da un gioco da tre punti di Shields) che in difesa dove sono Mickey e Polonara a creare i problemi maggiori soprattutto quando Milano non ha i migliori difensori interni sul parquet. Cinque punti consecutivi di Polonara generano il sorpasso così all’intervallo di una partita giocata a sprazzi Bologna è avanti 32-21.
IL SECONDO TEMPO – Bologna tenta subito l’allungo cavalcando l’uno contro uno di Shengelia. Una tripla di Belinelli scava quattro punti di margine. L’Olimpia risponde con una tripla di Napier, una di Hall, un contropiede chiuso dallo stesso Hall. Così resta aggrappata all’avversario nonostante cinque minuti di difesa non solidissima. e il terzo fallo fischiato a Napier che costringe Coach Messina a cambiare la rotazione. Un sottomano di Mirotic restituisce il vantaggio minimo all’Olimpia, poi diventa un botta e risposta. Arrivano un’entrata di Flaccadori e una tripla di Mirotic. Ma la partita nel terzo periodo appartiene a Shengelia, con il suo gioco dentro-fuori, che è ciò che scava il 55-51 Bologna dopo tre quarti. L’Olimpia prova a ribaltarla all’inizio del quarto periodo con un parziale di 6-0 avviato da un jumper di Napier e prolungato da due palle rubate consecutivamente da Tonut e Shields. Il momento favorevole però non prosegue. L’Olimpia fatica sia a tenere le penetrazioni avversarie che a generare attacco soprattutto dopo il quarto fallo chiamato a Napier. Così scivola a meno cinque forzando il time-out di Coach Messina. Qui Bologna alza i toni sia in difesa che in attacco. L’Olimpia non trova fluidità in attacco, ci mette solo tanta voglia. Il divario si allarga a quota nove. L’Olimpia trova una reazione con una tripla di Mirotic dall’angolo che la riporta a meno sei palla in mano. Ma è tutto qui. Vince la Virtus 72-64.
Così Coach Ettore Messina ha commentato Gara 2 della finale scudetto che ora è in parità sull’1-1: “Sono stati bravi loro a girare la partita nel momento in cui la stavamo controllando bene, con difesa e palle recuperate. Lì hanno bloccato il nostro attacco, ci hanno impedito di muovere bene la palla. Nonostante questo, all’inizio del quarto periodo eravamo più o meno pari. Però ho visto alcuni dei nostri giocatori un po’ stanchi, forse anche il supplementare di Gara 1 si è fatto sentire. Ora abbiamo due giorni per prepararci per le prossime partite. Una qui l’abbiamo vinta e vedremo di fare meglio le prossime. La chiave in attacco è muovere la palla più velocemente. Quando l’abbiamo fatto in Gara 1 abbiamo costruito tiri ad alta percentuale e abbiamo vinto. Dobbiamo fare le nostre cose meglio. Loro sono una squadra che fa molti cambi in difesa e in questi casi ti trovi spesso a giocare in isolamento e gli assist restano pochi. Ma la chiave di tutto è muovere la palla, allora è più facile coinvolgere tutti, anche Mirotic”.