Ricercare il virus dell’epatite C (HCV) in tutti i pazienti che si ricoverano per qualsiasi patologia, offrendo ai soggetti risultati positivi un percorso dedicato di diagnosi e trattamento: è l’innovativo progetto “HCV Free Hospital” promosso dall’Unità Operativa di Epatologia dell’Ospedale San Giuseppe, composta dal dr. Viganò e dalla dr.ssa Cerini sotto la direzione dalla prof.ssa Rumi. L’iniziativa, che il nosocomio milanese del Gruppo MultiMedica avvierà da febbraio, nasce a beneficio dei pazienti e a tutela della salute pubblica.
Nel mondo, sono oltre 70 milioni le persone che hanno contratto il virus dell’epatite C; circa 400.000 muoiono ogni anno, per le complicanze legate all’evoluzione della malattia, come cirrosi ed epatocarcinoma. A ciò si aggiunge un numero notevole di casi sommersi: nel nostro Paese, si stima che fino al 40% dei soggetti con infezione HCV non sia a conoscenza del proprio stato di portatore e/o di malato. Dalla sua identificazione, nel 1989, il virus ha rappresentato una sfida per gli epatologi, legata soprattutto alle difficoltà di gestione clinica dell’unica terapia disponibile, l’interferone, gravato da seri effetti collaterali e con limitato successo terapeutico.
Alla fine del 2014, l’introduzione dei farmaci antivirali ad azione diretta contro HCV ha permesso di raggiungere una risposta virologica sostenuta, cioè l’eradicazione completa dell’infezione, in oltre il 95% dei casi trattati, con effetti collaterali pressoché assenti e un profilo di sicurezza ottimale.
Spiega Mariagrazia Rumi, Responsabile U.O. di Epatologia, presso l’Ospedale San Giuseppe: “Ci siamo fatti promotori di un progetto ambizioso, volto all’identificazione e cura di tutti i pazienti con infezione da HCV ricoverati nei nostri reparti, perché oggi abbiamo gli strumenti per identificarli, per informarli, valutare l’entità del danno epatico associato all’infezione e guarirli. Dal 2014, la rivoluzione operata dalla terapia antivirale ha salvato milioni di vite nel mondo. Da allora, in Italia sono stati curati oltre 210.000 pazienti ma si stima che almeno 200.000 siano ancora da trattare, buona parte dei quali con infezione sconosciuta. Ancora molto resta da fare – continua la professoressa – per identificare le migliaia di soggetti senza sintomi, inconsapevolmente infettati dal virus HCV. Eseguire il test per la ricerca del virus rimane oggi la strategia più semplice per accedere alla cura ed evitare conseguenze future. Con l’iniziativa ‘HCV Free Hospital’, ci auguriamo di poter contribuire al raggiungimento dell’obiettivo OMS: eliminare dal pianeta il virus entro il 2030”.
Il Dipartimento di Epatologia del San Giuseppe, grazie al contributo non condizionante di Gilead e AbbVie, darà vita a un progetto di screening e valutazione diagnostica finalizzato alla eradicazione di questa subdola patologia, informando sul virus dell’epatite C le persone che necessitano di ricovero e sottoponendole, oltre agli esami di routine, alla ricerca di anticorpi anti-HCV. Nel caso in cui venga rilevata l’infezione, il percorso continuerà con ulteriori approfondimenti e un’attività di counselling personalizzato. I pazienti identificati con un’infezione cronica da epatite C saranno presi in carico dall’Unità di Epatologia e avviati al trattamento per l’eradicazione del virus.