La fontana dell’IRCCS Ospedale San Raffaele si illumina di rosa per ricordare l’importanza della prevenzione del tumore del seno, la neoplasia femminile più frequente che da sola rappresenta il 29% dei tumori che colpiscono le donne.
Il cancro al seno oggi ha tassi di guarigione molto alti grazie alla diagnosi precoce e all’avanzamento delle cure, sempre più efficaci e mirate: la chirurgia ha compiuto grandi progressi diventando meno invasiva e risparmiando così tessuti e organi, sono stati sviluppati nuovi protocolli chemioterapici e immunoterapici e sono state introdotte nuove terapie specifiche per i diversi tipi di tumore al seno che agiscono sui meccanismi molecolari alla base della malattia.
La prevenzione e la diagnosi precoce
La prima arma contro il tumore del seno è la prevenzione che parte dalla cura del proprio corpo attraverso stili di vita sani, alimentazione corretta e attività fisica regolare. Il dottor Pietro Panizza, direttore della Radiologia Senologica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, spiega: “È bene iniziare fin da giovani a prendersi cura del proprio seno. Chi ha casi di tumore al seno in famiglia dovrebbe rivolgersi a uno specialista senologo per capire se è opportuno eseguire controlli personalizzati e nel caso un approfondimento del rischio genetico; l’eventuale mutazione genetica, infatti, prevede programmi di sorveglianza dedicati. In generale il rischio di ammalarsi aumenta con l’età e per questo è necessario differenziare il programma dei controlli. A tutte le donne si consiglia, fin dalla giovane età, di imparare a conoscere il proprio seno, per esempio con l’autopalpazione e a prestare attenzione a eventuali modifiche”.
Nella fascia di età 30–40 anni è consigliabile sottoporsi a controlli con ecografia mammaria, esame che non comporta alcun rischio biologico. Nelle donne asintomatiche dai 40 anni in poi l’esame da eseguire periodicamente è la mammografia.
Cure personalizzate
Di tutti i tumori al seno solo il 5–10% può essere ricondotto alla presenza di specifiche mutazioni del DNA – come i geni BRCA1 o BRCA2 – ereditate da parte materna o paterna. In tutti gli altri casi, l’insorgenza del tumore è casuale, spesso dovuta alla complessa relazione tra una predisposizione genetica ancora poco nota e gli effetti dell’ambiente in cui si vive.
In caso di diagnosi di tumore del seno oggi le terapie sono diverse e personalizzate in base alle caratteristiche biologiche della neoplasia, spiega il dottor Oreste Gentilini, primario di Chirurgia della Mammella e Responsabile della Breast Unit: “La scelta del trattamento è individuale e studiato in base allo stadio e all’età della paziente, oltre che alle condizioni della singola persona. Da sempre la chirurgia rappresenta la pietra miliare delle terapie, perché da sola è in grado di risolvere il tumore in buona parte dei casi. Spesso, però, deve essere associata a terapie mediche come la chemioterapia e le terapia ormonale o a trattamenti biologici. Anche la radioterapia è fondamentale soprattutto quando viene conservato il seno. Talvolta è opportuno invertire l’ordine dei trattamenti e iniziare con una terapia medica prima di procedere con la chirurgia”.
Nuove terapie per i tumori metastatici
“Oggi abbiamo a disposizione diverse tipologie di terapie in grado combattere la maggior parte dei tumori mammari, anche quelli metastatici, più complessi da trattare”, aggiunge il dottor Giampaolo Bianchini, responsabile della Patologia Oncologica della mammella. Un esempio sono i risultati dello studio di fase 3 Destiny–Breast03 presentati durante la Presidential Symposium dell’Esmo 2021, che ha visto l’IRCCS Ospedale San Raffaele arruolare il maggior numero di pazienti in Italia: “La ricerca ci permette di migliorare sempre di più le opzioni terapeutiche che possiamo offrire alle nostre pazienti. Un esempio è lo straordinario successo dello studio Destiny Breast–03 per le donne con tumore HER2–positivo, dove un nuovo tipo di anticorpo armato con un chemioterapico estremamente potente, il trastuzumab deruxtecan, ha dimostrato di ridurre il rischio di progressione
della malattia del 72% e inoltre il 98.9% delle pazienti ha tratto qualche beneficio dal farmaco”.
Afferma il dottor Bianchini: “Il nostro gruppo è anche impegnato a comprendere come estendere il beneficio derivante dall’uso di immunoterapia nella malattia triplo–negativa, la forma più aggressiva di neoplasia mammaria”, alcuni dei risultati di questa ricerca supportata da Fondazione AIRC sono stati presentati nella sessione orale del congresso ESMO 2021.
Le Breast Unit
I centri multidisciplinare di senologia garantiscono alti standard di cura a tutte le pazienti affette da tumore al seno, conferma il dottor Gentilini: “È dimostrato che le donne seguite nei centri di senologia hanno una prognosi migliore. La mortalità è inferiore e la guarigione aumenta almeno del 10–15% rispetto alle donne che vengono seguite in un ospedale sprovvisto di Breast Unit”. All’IRCCS Ospedale San Raffaele la Breast Unit, certificata secondo la norma UNI–EN–ISO 9001, può contare su unità dedicate esclusivamente alla cura e alla ricerca sul tumore al seno come la Chirurgia della Mammella (con chirurgia plastica integrata) e la Radiologia a indirizzo Senologico. Sono parte integrante anche l’Oncologia Medica a indirizzo senologico, la Radioterapia, l’Anatomia Patologica e la Medicina Nucleare con specialisti che dedicano energie e competenze alla lotta contro il cancro del seno. Ad essa afferiscono anche altri servizi presenti in Ospedale, come il counseling genetico
con test BRCA e l’ambulatorio di preservazione della fertilità. Il supporto psicologico è sempre a disposizione, ed è attivo il progetto Salute allo Specchio – fondato da Valentina Di Mattei, responsabile del servizio di psicologia clinica e Giorgia Mangili, responsabile della Ginecologia Oncologica, entrambe IRCCS Ospedale San Raffaele – volto ad aiutare le donne con
patologie oncologiche a ritrovare il sorriso e la fiducia in sé durante il percorso di cura, dalla diagnosi alla guarigione.