“Quella approvata ieri è una legge che ci consentirà di soddisfare meglio i bisogni di salute dei nostri cittadini, frutto di un grande ascolto e larga condivisione”.
Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nel corso della conferenza stampa di presentazione della Legge di riforma del sistema sanitario lombardo, approvata ieri in Consiglio regionale, cui hanno partecipato anche la vice presidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti e il relatore della legge, Emanuele Monti, presidente della Commissione consiliare Sanità.
“Prima della pandemia – ha aggiunto il presidente – con la legge n.23 il mio predecessore aveva già intrapreso un percorso volto a interpretare meglio le esigenze sanitarie dei cittadini lombardi che rispetto al passato, grazie a cure sempre più avanzate e un’aspettativa di vita più lunga, trovavano una risposta nella completa presa in carico di malattie croniche che assorbono la percentuale più alta di visite ed esami.
A causa della carenza di risorse statali si era riusciti a realizzarla in parte e così al termine della sperimentazione, nonostante il giudizio complessivo positivo da parte del Ministero della Salute, ci è stato richiesto di mettere a punto alcune parti della legge. Ho così incaricato a portare avanti questo grande compito la vice presidente Moratti e il presidente della Commissione Sanità del Consiglio Emanuele Monti”.
“Entrambi – ha aggiunto Fontana – hanno svolto un lavoro eccellente e sono riusciti a coinvolgere tutti gli attori e stakeholder e recepire le loro richieste. Oltre a loro, voglio ringraziare però anche tutti gli interlocutori del mondo sanitario che hanno dato il loro contributo, a partire da Anci, Upl, Cal, i medici di medicina generale, i rappresentanti delle strutture sanitarie pubbliche e private e le associazioni dei pazienti”.
“Grazie a questo grande impegno – ha concluso il presidente – e agli stanziamenti del PNRR, sarà finalmente possibile quel cambio di passo verso una vera assistenza personalizzata dei pazienti lombardi. Questi ultimi due anni hanno reso evidente che la politica dei tagli lineari degli ultimi dieci anni aveva provocato in sanità una serie di effetti negativi. La spesa sanitaria è una buona spesa, un investimento. Si deve proseguire su questa strada e in particolare su una programmazione delle borse specialistiche sanitarie appropriata al fabbisogno”. (LNews)
Distretti, case di comunità, ospedali di comunità, centrali operative territoriali, ambulatori sociosanitari territoriali, telemedicina, assistenza domiciliare, prevenzione, liste d’attesa e valorizzazione del personale. Sono questi i pilastri della ‘legge di potenziamento della sanità lombarda’ illustrati oggi durante una conferenza stampa in Regione, dalla vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti, alla quale era presente anche il presidente della Commissione consiliare competente e relatore della legge, Emanuele Monti.
Dopo un intervento introduttivo del governatore Attilio Fontana, Letizia Moratti ha evidenziato come “La Lombardia sia la prima regione italiana che dà piena attuazione al PNRR attraverso una legge di respiro nazionale ed europeo”.
“Una legge – ha aggiunto – frutto di lunghi mesi di ascolto, di confronto sulle idee che hanno portato ad accogliere tante proposte provenienti non solo da medici di famiglia, pediatri di libera scelta, medici ospedalieri e da chi svolge professioni sanitarie, ma anche da sindaci, sindacati, Enti del Terzo settore, associazioni dei pazienti e di volontariato, farmacie.
Decisivo, poi, il contributo offerto anche da IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), strutture sanitarie e sociosanitarie, università e mondo produttivo”.
La vicepresidente ha quindi ringraziato la maggioranza “per la sua compattezza ‘granitica’, che ha sostenuto in aula consiliare la legge di riforma”. Un ringraziamento esteso anche al “contributo prezioso provenuto dalle opposizioni”.
“In aula consiliare, nelle tre settimane di dibattito – ha spiegato Letizia Moratti – sono state raccolte proposte interessanti attraverso l’ascolto dei consiglieri regionali”.
“Sappiamo di poter contare su un sistema sanitario eccellente a livello ospedaliero – ha chiosato – ma la pandemia ha evidenziato quanto fosse necessario un potenziamento delle strutture di prossimità territoriali, di qui il lavoro svolto per il rendere ancora più efficiente la sanità lombarda”.
“Una legge approvata in tempi record – ha detto Emanuele Monti presidente della Commissione Sanità in Consiglio regionale – una provvedimento scritto insieme ai Lombardi: 300 audizioni 4 convegni migliaia di incontri con sindaci, ordini medici, ordini delle professioni sanitarie e tantissime ore di dibattito in Consiglio e regionale e Commissione”.
“La legge – ha proseguito – prevede l’istituzione di un board, un consiglio di rappresentanza, formato da dirigenti di Ats, Asst e dirigenti dell’assessorato al Welfare che avrà il compito di governare le scelte effettuate. La riforma include un potenziamento dei medici di famiglia così come delle associazioni dei pazienti, un valore importantissimo per la nostra regione. Da Regione ben 800 milioni di euro a supporto di questa legge, servono però più risorse dal Governo centrale. Così come bisogna superare il tema del budget del personale. Anche su questo – ha concluso il presidente della Commissione Sanità – servono scelte forti da Roma”.