Pierino Prati non si è mai sottratto alle prove complicate che la vita gli aveva messo davanti. E anche nella sua riservatezza lombarda sapeva emozionare ancora quanti avevano imparato a conoscerne le qualità tecniche e quel talento purissimo, a prescindere da palloni, fisicità e le caratteristiche contemporanee.
Il funerale di Pierino Prati a Fabbrica Durini
Sul campo di calcio dell’oratorio di Fabbrica Durini, come tanti in questo spaccato di provincia, si sono celebrati i funerali di Pierino Prati (scomparso lunedì a 73 anni) e salutato quel calcio romantico, beat e ribelle e meraviglioso che aveva incantato le generazioni di tifosi e appassionati. Nonostante le casacche diverse, Prati ha saputo incunearsi lì, dove la passione lascia il posto al ricordo e alla commozione portando lì, tra le vie della sua Alzate Brianza romanisti e milanisti, volti noti e meno celebri.
L’ultimo saluto a Pierino Prati, l’ex attaccante di Milan, Roma, Fiorentina e della nazionale, morto lunedì a 73 anni è stato l’addio a un uomo per bene, come ha più volte desiderato sottolineare Franco Baresi.
Con l’ex capitano rossonero, hanno preso parte alla cerimonia anche Filippo Galli e Walter De Vecchi che fra le circa duecento persone – distanziate e con la mascherina – hanno partecipato in silenzio in un’atmosfera resa più intensa dalle limitazioni imposte dalle linee guida anti Covid.
Le parole di Franco Baresi per Pierino Prati
“Era una persona perbene e un grande campione, un goleador raro che rimarrà nella storia anche per la splendida finale di coppa dei campioni del ’69”, ha detto Baresi.
A conclusione della cerimonia è scattato un lungo applauso, mentre i parenti si stringevano commossi attorno al feretro, sui cui erano posate una maglia del Milan con il suo numero 11, una felpa azzurra dell’Italia, con cui Prati vinse l’Europeo del’ 68, una sciarpa della Salernitana, dove giocò la sua prima stagione da professionista, e quella della Roma.