Inter, non riesce l’impresa, un gol di Rodri regala il triplete a Guardiola

Il Manchester City batte l’Inter per 1-0 nella finale di Champions League a Istanbul ed è campione d’Europa. La sfida viene decisa dal gol che Rodri realizza al 68′. La squadra allenata da Guardiola corona una stagione storica, centrando il ‘treble’ (triplete in spagnolo) dopo il trionfo in Premier League e la conquista della FA Cup (Guardiola non è nuovo a record del genere, fece analogamente nel 2009 alla guida del Barcellona, ndr). L’Inter di Inzaghi va al tappeto al termine di una gara giocata in maniera accorta. I nerazzurri vengono puniti nell’unica sbavatura difensiva e sprecano almeno 2 occasioni enormi per pareggiare, con Lukaku protagonista negativo.

Il City prova subito a fare la partita: imbucata di De Bruyne per Gundogan per Haaland, sinistro impreciso ma il norvegese è in fuorigioco. Al 5′ il giro palla libera Bernardo Silva che si accentra e prova il sinistro: mira imprecisa. L’Inter entra in partita e prova a rispondere, conquistando un paio di corner senza però creare occasioni. Il copione della sfida è chiaro: i citizens ruminano calcio, i nerazzurri chiudono gli spazi e provano a ripartire.

Al 20′ l’Inter si fa viva con la ripartenza che porta Brozovic alla conclusione: palla alle stelle e superiorità numerica sprecata. Il match si infiamma al 25′. Ederson, non proprio impeccabile, regala palla all’Inter e offre a Barella la chance di fare centro da 40 metri: il centrocampista, però, non sfrutta la chance. Dall’altra parte, al 27′, accelerazione del City. De Bruyne innesca Haaland, sinistro potente e Onana respinge. La gara, dopo lo squillo, torna soporifera. L’arbitro Marciniak lascia correre i contrasti sopra le righe, diventa un’impresa fare due passaggi di fila. Il City rimane inceppato, l’Inter si accontenta di chiudere gli spazi. I piani della squadra allenata da Guardiola cambiano prima dell’intervallo. Un problema muscolare ferma De Bruyne, costretto a lasciare il posto a Foden al 35′. Lo 0-0 resiste senza brividi fino al 45′.

Il secondo tempo inizia con lo stesso copione. Il City non accelera mai e al 57′ commette un errore colossale. Akanji inventa un retropassaggio sgangherato che diventa un assist per Lautaro. L’argentino entra in area da posizione defilata e si fa chiudere da Ederson in uscita: in mezzo Brozovic chiede invano il pallone da depositare nella porta sguarnita.

Il match si stappa al 68′, quando l’Inter presta il fianco ad una delle rare azioni verticali dei campioni d’Inghilterra. Bernardo Silva può affondare a destra, la difesa nerazzurra si schiaccia e nessuno contrasta Rodri che arriva a rimorchio: destro perfetto, 1-0.

L’Inter in mischia ha subito una chance enorme per pareggiare. In mischia, Dimarco inventa il colpo di testa per scavalcare Ederson: traversa, l’esterno prova il tap-in e colpisce Lukaku. Gli spazi aumentano, il City può affondare. Al 77′ Foden inventa una splendida percussione, entra in area e calcia: sinistro centrale, Onana blocca.

All’89’ Lukaku ha a disposizione un’occasione incredibile. Gosens gli offre un pallone d’oro, il belga di testa da 4 metri riesce nell’impresa di colpire Ederson. Il forcing finale non produce il miracolo, all’ultimo secondo Gosens trova il colpo di testa, Ederson c’è sempre: vince il Manchester City, Inter k.o. a testa alta. (AdnKronos)

Una commistione di amarezza è orgoglio. È questo lo stato d’animo di Simone Inzaghi a margine della sconfitta contro il City nella finale di Istanbul: “Ho fatto i complimenti ai ragazzi, che sono stati grandiosi – assicura ai microfoni di Sky Sport -. So che è un momento difficile: si è persa una finale che volevamo a tutti i costi, ma devono essere orgogliosi. Ieri ho detto che non li cambierei con nessuno e stasera tutto il mondo ha visto perché. Sono stati perfetti, abbiamo affrontato una squadra fortissima concedendo veramente poco: ricordo solo una parata di Onana su Foden. Ci sono tanti rimpianti, ma dobbiamo essere orgogliosi di quanto abbiamo fatto, così come i nostri tifosi che sono stati meravigliosi e che ci hanno permesso di arrivare fin qui”.

A Piazza Duomo si festeggia come se aveste vinto.
“Il mondo ha visto come l’Inter abbia messo in campo una partita seria e organizzata. C’è grande rimpianto, ho visto i ragazzi abbattuti e tristi, ma questo è il calcio: è la quinta finale in venti mesi, dobbiamo essere orgogliosi del percorso che abbiamo fatto”.

Oggi avete sbagliato molti cross.
“Nel primo tempo non abbiamo sofferto tantissimo, ma a livello di movimenti potevamo fare meglio. Ci è mancata la rifinitura, ma negli ultimi venti minuti abbiamo avuto tante occasioni: ti chiedi come mai la palla non sia entrata. La squadra si sarebbe meritata di giocarsela ai supplementari”.

In Champions avete fatto di più delle vostre possibilità o dall’anno prossimo ci possiamo aspettare che l’Inter possa giocare altre finali?
“Abbiamo fatto un grandissimo percorso. Rivedendo le azioni fa male… In finale vogliamo tornarci e abbiamo tutte le possibilità per farlo: dobbiamo giocare come negli ultimi tre mesi, sappiamo quanto sia importante avere tutti i giocatori a disposizione. Il percorso è straordinario”.

C’è una cosa che la rende particolarmente orgoglioso?
“Il lavoro quotidiano col mio staff… Sono orgoglioso di questi ragazzi: avrebbero meritato di più, ma questo è il calcio ed è un percorso di crescita, e in questo senso cinque finali in venti mesi sono importantissime”.