Il quarto quarto appartiene a Milano. L’Olimpia mette le mani sulla partita in modo risolutivo, dopo un paio di tentativi di allungo (più 11 nel terzo periodo) con una difesa ai limiti della perfezione. Bologna mette la testa avanti sul primo possesso dell’ultimo periodo, poi è Milano, solo Milano, tutta Milano con un 18-0 costruito dalla difesa e rifinito dall’attacco che di fatto chiude la partita. Dalla palle rubate è artivata la fiducia di chiudere i conti con la lucidità di un attacco che in questo frangente non ha sbagliato nulla in termini di costruzione del gioco. 77-62 il finale, tenendo Bologna a sette punti nel quarto conclusivo. Adesso è 3-1 Olimpia, ma Gara 5 si giocherà giovedì a Bologna.
IL PRIMO QUARTO – La partita parte lenta, l’Olimpia tenta il primo allungo ma non è assistita dalle percentuali. La Virtus, che usa Belinelli in quintetto al posto di Teodosic, tenta a sua volta di scappare costruendo su due triple consecutive prodotte dalla guardia serba al suo ingresso in campo. Milano risponde con due iniziative di Jerian Grant, poi però fatica ad arginare il gioco interno di Bologna, con Shengelia, Jaiteh e Samposon. Il primo periodo della Virtus è concluso con un 8/12 da due che genera la fuga bianconera del 24-16.
IL SECONDO QUARTO – Milano prova a ripartire con un’entrata di Shields e poi un lungolinea chiuso in rovesciata da Melli. Dopo il time-out, Bologna trova un canestro di forza di Sampson, ma l’Olimpia risponde ancora, con Melli dalla distanza, poi con un gioco da tre di Shields e un canestro di Bentil che la riporta avanti nel punteggio. Qui la gara diventa un batti e ribatti. Grant segna ancora da tre, Bologna si gioca Teodosic con due falli a carico. L’Olimpia sbaglia qualche tiro libero, ma alza anche il livello di aggressività a rimbalzo. Hines dentro l’area procura il più sei mandando a canestro Devon Hall e poi segnando in prima persona, prima che Bologna si affidi ancora al gioco interno di Shengelia (10 punti all’intervallo). Infine, è Shields in penetrazione a segnare l’ultimo canestro del periodo che manda l’Olimpia all’intervallo avanti 40-34.
IL TERZO QUARTO – L’Olimpia rientra con i giri del motore alto, ruba due palle praticamente consecutive e Grant le converte in cinque punti, prima in solitudine poi centrando dall’arco sullo scarico di Rodriguez. Il vantaggio raggiunge gli 11 punti, prima di un’altra folata offensiva di Bologna che va a canestro in quattro possessi consecutivi e in un attimo torna a meno quattro. Milano riparte con un’acrobazia di Hall, ma l’inerzia si è spostata nelle mani di Bologna. Un contropiede chiuso da Cordinier ricuce il divario a due punti a metà quarto. La parità è ripristinata da un gancio di Shengelia dopo otto minuti di gioco. Segue un nuovo botta e risposta. Per un attimo, Milano va a più tre, ma dalla lunetta è più precisa Bologna e alla fine del periodo è 55-55.
IL QUARTO QUARTO – L’ultimo periodo è una battaglia fisica come prevedibile. Milano usa ancora la sua aggressività difensiva per generare qualche palla persa. Non riesce ad andare in contropiede, ma tenta di scappare sul più sei, prima con Hines, in campo con tre falli, poi con una tripla dall’angolo di Shields. Anche dopo il time-out, la difesa continua ad eseguire con grande precisione i raddoppi su Shengelia lungo la linea di fondo. Shields segna ancora in contropiede, Melli converte due tiri liberi, Milano riprende 10 punti di vantaggio. Arriva un altro time-out bolognese che non spegne la ferocia difensiva dell’Olimpia. Una palla rubata da Rodriguez spinge ancora a canestro Shields. Dopo sette minuti, il divario è di 16 punti e Milano è prima su tutte le palle vaganti, con un parziale di 18-0. La partita si chiude qui.
Così Coach Ettore Messina ha commentato la quarta gara della finale dei playoff: “Parto dal pubblico, perché ha esultato nei momenti buoni della squadra ma soprattutto ci ha sostenuto in quelli difficili. Quando hai questo tipo di sostegno, riesci anche a dare qualcosa di più. Avevamo cominciato bene il terzo quarto, ma abbiamo avuto un momento di flessione in cui abbiamo buttato via qualche palla, tutte le cinque che abbiamo sprecato nell’arco della gara, poi il quarto periodo è stato impeccabile, abbiamo difenso molto bene e dalle palle recuperate, 14 in tutto, è stato alimentata la fiducia e la la lucidità dell’attacco. Adesso siamo in una buona posizione, ma c’è ancora tanto basket da giocare”.
Su Shavon Shields: “E’ bello che abbia aggiunto qualocsa al suo repertorio, è difficile che un giocatore durante la stagione, con tutte le partite, riesca a migliorare. Lui l’ha fatto. Adesso è un passatore migliore, oggi un assist per Hines in un momento di difficoltà ha creato due punti cruciali. E’ una bella notizia per il futuro, per gli anni a venire, oltre che per Mario Fioretti e gli assistenti che lavorano con lui”.
Su Devon Hall e Jerian Grant: “A Devon ho detto di prendersi i tiri giusti, di preoccuparsi della selezione dei tiri, non delle percentuali. E l’ha fatto. E’ entrato dopo due minuti perché loro avevano scelto di partire con Belinelli e ho pensato che servisse subito in campo. Grant si è trovato in una situazione mai sperimentata prima, in cui ha trovato concorrenza nel suo ruolo e ha dovuto battersi per avere minuti. Non gli era capitato al college, dov’era un uomo di riferimento, non nella NBA dov’era nel secondo o terzo quintetto. Qui qualche volta ha faticato, ma non ha smesso di lavorare. Sono contento per lui. Alla fine, tutti i giocatori che abbiamo preso sono arrivati in fondo. Qualche volta abbiamo dubitato, ma non abbiamo mollato. E mi piace che tutti partecipino emotivamente”.
Su Delaney: “Sono contento che si veda quanto tenga alla squadra, perché qualche volta è stato giudicato in modo bizzarro, come se fosse stato emarginato o cose simili. In realtà, ha avuto una stagione sfortunata, tanti infortunati, ma non ha mai smesso di essere parte del nostro gruppo. Lo è ancora”.
Sul quarto periodo: “Sì, eravamo stanchi ma in alcune posizioni sembravamo più freschi di loro. Non finirò mai di ringraziare chi li prepara. In certi momenti, se devi fare uno sforzo extra lo fai più facilmente con questo tipo di sostegno da parte della gente. Come loro, abbiamo un po’ ridotto la rotazione, gli uomini top giocano di più, vedi Melli o Shields e non è possibile non essere stanchi nel finale, ma eravamo pronti. Speriamo di esserlo anche nelle prossime”.