L’Olimpia gioca una partita di straordinaria intensità e lucidità su ambedue i lati del campo nel 93-68 conclusivo. Difende senza permettere alla Reyer di respirare, domina a rimbalzo, tira con percentuali alte, da due, da tre, dalla lunetta, non ha mai momenti di pausa e vince completando una settimana stellare. Coach Messina può ripartire il minutaggio tra tutti i giocatori, far debuttare due diciassettenni, in panchina per le assenze forzate di Ricky Moraschini e Davide Alviti, e usare anche quintetti mai visti prima, con Ricci da 3 in alternativa a Datome, poi può finire, ma a partita decisa, con Devon Hall da playmaker.
IL PRIMO QUARTO – L’Olimpia parte con un quintetto inedito, in cui Pippo Ricci gioca da ala piccola accanto alla coppia Melli-Hines. Proprio Ricci comincia la partita con grande impeto: segna da tre, esegue una stoppata, ruba un pallone anticipando in difesa. Milano parte 8-2 e costringe Coach De Raffaele al time-out. Il vantaggio tocca i nove punti e Ricci gioca da 3 anche al primo giro di cambi, accanto a Mitoglou e Hines. Sono la palle perse (cinque) a frenare la fuga dell’Olimpia. Due alley-oop per Biligha e una tripla di Datome momentaneamente aprono 13 punti di margine per l’Olimpia, ma l’ultimo canestro del periodo è di De Nicolao nel 20-10 per Milano.
IL SECONDO QUARTO – I primi quattro possessi fruttano sette punti, inclusi due canestri di energia di Mitoglou. La difesa non riduce l’intensità, genera palle perse e brutti tiri. Al secondo fallo di Mitoglou, l’Olimpia ha accumulato 17 punti di vantaggio prima che Venezia si sblocchi con una tripla frontale di Mazzola. Ma il leit-motiv della gara non cambia, la difesa dell’Olimpia controlla la partita, non lascia niente a rimbalzo (20-10, cinque sono di Melli), ci sono cinque palle rubate e 12 assist in metà gara (quattro di Rodriguez, ma tre di Ricci). Il vantaggio scollina oltre i venti punti dopo sei minuti con un 3/4 di Melli dalla lunetta. Venezia trova sostegno nei falli di Milano con cui si guadagna a sua volta qualche viaggio sulla linea di tiro libero. Il margine raggiunge i 24 punti con Kyle Hines, prima che ancora allo scadere Phillip lo riduca a 21, sul 46-25.
IL TERZO QUARTO – Con tre triple di tre giocatori diversi e un rimbalzo offensivo convertito da Ricci, Milano scappa subito a più 29, anche se dopo la straordinaria applicazione del primo tempo la difesa è un po’ meno efficace nella prima parte della ripresa. Nella Reyer si accende Stefano Tonut con due jumper, poi Austin Daye riducendo il deficit a 20 punti dopo sei minuti. Venezia allunga anche la difesa in una zone-press a tutto campo, ma l’Olimpia non si scompone, torna a difendere forte e schizzare in contropiede, con Devon Hall che, attaccando il ferro, produce cinque punti consecutivi. Poi Rodriguez chiude il periodo con un floater che vale il 73-45.
IL QUARTO QUARTO – Il settimo assist di Rodriguez per la tripla di Datome permette all’Olimpia di scollinare oltre i 30 di vantaggio. Anche Mitoglou mostra tutta la sua abilità balistica segnando 10 punti nei primi quattro minuti e mezzo del periodo. Coach Messina usa anche Devon Hall da playmaker e visto che Milano non abbassa la guardia gli ultimi quattro minuti sono per il debutto assoluto prim di Leoni e poi di Rapetti, due ragazzi del 2004 prodotti del settore giovanile. 93-68 il finale.
Così Coach Ettore Messina ha commentato la vittoria sulla Reyer: “Credo che sia obbligatorio fare i complimenti alla squadra, perché ha giocato con grandissima serietà, dopo una settimana molto impegnativa che ci ha prosciugato di energie. Si è presentata in campo con una serietà e una forza mentale che posso solo applaudire. E’ stato molto bravo Pippo Ricci: nel poco tempo che avevamo per preparare la partita, vista l’assenza di Alviti e Moraschini, abbiamo deciso di far giocare da 3 e ha giocato una bellissima partita sia in attacco che in difesa, dandoci tanto come energie e fisicità. La cosa migliore è aver vinto con ampio margine, contro una rivale importantissima, dando pochi minuti a tutti i giocatori. E’ giusto anche dire che oggi avevamo i due playmaker titolari in campo e si è visto perché tutti e due hanno giocato ad altissimo livello, e poi abbiamo schierato Kyle Hines che pure aveva giocato 28 minuti l’altra sera. Inoltre, c’è stata la continuità che ci danno Melli, Datome e Ricci, tre giocatori che sono sempre nella rotazione anche di EuroLeague. Quindi c’era meno differenza tra la squadra che gioca in EuroLeague e quella che gioca in campionato. Poi ci saranno momenti, con 20-25 partite europee nelle gambe, in cui il turnover magari sarà più pesante. La notizia positiva è che sta per riaggregarsi alla squadra Troy Daniels e questo è importante per capire cosa ci possa dare. Due giocatori per noi fondamentali come Hall e Mitoglou stanno crescendo giorno dopo giorno. Io vedo una squadra migliorare, poi arriveranno le sconfitte, ma vedo una quadratura umana e tecnica che mi fa ben sperare”.
Su Dinos Mitoglou: “Per lui non è stato semplice cercare di cpaire cosa gli chiedevamo. Lui deve essere uno che un po’ va sotto e un po’ si apre. Adesso sta trovando quei tiri non solo da tre ma dai quattro metri o dal post alto che ci consentono di non congestionare l’area e di questo traggono beneficio anche Hall e Shields perché hanno più spazio per penetrare. Se segnamo da fuori abbiamo più spazio per penetrare, ma già il fatto di andare nei posti giusti è importante per non andare tutti dove c’è il pallone come fanno i bimdi del minibasket quando giocano. E un’altra buona notizia è che stiamo limitando i palleggi”.
Su Ricci da 3: “E’ un esperimento che si può ripetere, personlamente penso sia la notizia migliore perché mi dà la possibilità di ampliare la rotazione. Se continua così nel campionato italiano, giocando anche da 3 a questo livello allora possiamo avere un po’ di versatilità offensiva in più, perché può comunque tirare da fuori conto un giocatore grande o andare in post basso contro uno più piccolo. Lui resta un 4 e nessuno vuole snaturarlo, ma ci può dare qualcosina soprattutto lavorandoci un po’ come squadra. Oggi è stato bravo a fare le cose che gli abbiamo chiesto di fare”.