L’Olimpia non capitalizza su un primo quarto scintillate (5/5 da tre), un primo tempo da 52 punti e in generale una prestazione da 90, perché la difesa non riesce mai ad arginare la fisicità e l’atletismo del Maccabi che prevale 98-90.
Milano comanda praticamente per tutto il primo tempo, fino a dieci punti di divario, poi anche più sette nel terzo quarto, ma gradualmente il Maccabi prende in mano l’inerzia della partita e finisce per controllarla respingendo anche l’assalto conclusivo. Negli ultimi tre minuti, l’Olimpia era entrata sul meno uno, ma in quel momento l’attacco si è fermato e la difesa ha ceduto di fronte alla solidità di Lorenzo Brown, le cui due triple nel volatone finale hanno scavato la differenza.
IL PRIMO TEMPO – L’avvio che non ti aspetti. La partita è subito dominata dagli attacchi. Il Maccabi segna nei primi dieci possessi, fa 9/9 al tiro, ma non riesca ad allungare perché Milano non è da meno. Resta a contatto, con 12 punti di Nikola Mirotic, che fa 5/6 al tiro in sette minuti. Il ritmo offensivo dell’Olimpia non diminuisce al rimo giro di cambi e gradualmente la difesa migliora. Una palla rubata da Alex Poythress genera il contropiede chiuso da Shields che porta l’Olimpia avanti. Poi arriva anche l’allungo sul più sette confermato dalla tripla frontale di Kevin Pangos che vale il 32-25 del primo quarto. L’Olimpia allunga ancora all’inizio del secondo periodo. Su un potenziale gioco da tre punti di Tonut, il rimbalzo catturato sul tiro libero sbagliato genera il jumper con sui Shields firma il più dieci. Il Maccabi reagisce. Con qualche palla rubata e i rimbalzi d’attacco dei suoi lunghi resta agganciata. Poythress con una schiacciata a rimbalzo e Shields con i suoi canestri dalla media ripristinano sei punti di margine per l’Olimpia. Ma il finale del secondo periodo è un po’ confusionario. Il Maccabi si avvicina fino a meno uno, con Cleveland, Rivero e Colson bravi ad approfittare del proprio dinamismo. Mirotic risponde con una tripla, ma l’ultimo canestro è di Colson. A metà gara, l’Olimpia è avanti 52-50.
IL SECONDO TEMPO – L’Olimpia tenta subito di scappare con Shields, ma non dura perché in una partita dominata dagli attacchi, a ritmo alto, bastano due errori per far riavvicinare gli avversari. Su una tripla di Lorenzo Brown, il Maccabi mette la testa avanti. Milano risponde, una, due volte. Poi ricostruisce sei punti di vantaggio anche con Melli a quota quattro falli. Ma ancora non dura. Il Maccabi calvalca la strapotenza fisica di Jasiel Rivero. Il cubano domina dentro l’area e mette un tiro libero dietro l’altro e genera il sorpasso, aiutato da un buona apparizione di Tamir Blatt. Il Maccabi dopo tre periodi è avanti 75-72. La battaglia si inasprisce e nell’ultimo quarto aumentano gli errori, da ambo le parti. L’Olimpia però non trova fluidità e scivola sotto di cinque, su una schiacciata solitaria di Colson. L’Olimpia riparte con una tripla incredibile di Mirotic, da fermo. Il Maccabi rimane dentro la partita, accumula sei punti di vantaggio. Mirotic punendo un mismatch, mette due tiri liberi. Sul possesso successivo arriva la tripla di Shields che ricuce a meno uno con 2:59 da giocare. Ma è l’ultimo sussulto. Coach Katash chiama il time-out e al rientro Lorenzo Brown assume il controllo della gara. Con due triple spinge l’Olimpia a meno nove. Alla fine è 98-90 Maccabi.
Così Coach Ettore Messina ha commentato la gara con il Maccabi: “Abbiamo perso una partita in cui abbiamo accumulato 25 assist, tirato da tre con il 40% e da due con il 64%. Una partita in cui abbiamo segnato 90 punti. E’ successo perché quella che è sempre stata la nostra identità, la difesa, è scomparsa. Era successo a Berlino, è successo in campionato contro Pesaro, è successo stasera. Il Maccabi ha corso e segnato a piacimento, ha segnato in contropiede, ha segnato in isolamento, ha segnato da rimbalzo. Non c’è stata alcuna opposizione. E questo è stato a momenti imbarazzante. Abbiamo mosso la palla, abbiamo segnato tanto con i nostri principali realizzatori ma ovviamente non è bastato. Capisco la frustrazione dei tifosi. Lavoreremo il più possibile per cercare di correggere questa situazione. Storicamente qui abbiamo magari fatto fatica a fare canestro, momenti in cui non tiravamo bene, avevamo palle perse eccetera. Ma la difesa non ci ha mai abbandonato. La difesa c’è sempre stata. Ora quello che vedo è poca voglia di competere. Non voglio puntare il dito contro nessuno, è l’ultima cosa che ci serve. Quello che serve è qualcuno che dica intanto io non mi faccio battere dal mio uomo. I nostri lunghi sono fuori posizione, perché prendiamo troppe penetrazioni facili. Questo è il problema. Ed è preoccupante. In passato, siamo riusciti a difendere anche con giocatori come Sergio Rodriguez o Gigi Datome, grandi campioni ma non grandi difensori. Però c’era questa voglia di opporsi, di non farsi battere dal proprio uomo. E questo è quello che vedo adesso e che dovremo trovare il modo di correggere. Io passo per essere un difensivista, vedere quello che abbiamo visto stasera ovviamente è doloroso. Giovedì arriva Monaco, che è una squadra di attaccanti pazzeschi. Se avessimo questo stesso atteggiamento, sarebbe un problema”.